Browse By

Lettera aperta al direttore del TG3 Bianca Berlinguer

24 visite totali, 1 visite odierne
[ 16 febbraio 2010 ]
FOIBE E FALSIFICAZIONE STORICA
di Alessandra Kersevan e Paolo Consolaro

 

Siamo ricercatori impegnati da tempo ad approfondire i temi delle vicende sui “confini orientali” nell’ultimo secolo. I nostri contributi sono raccolti prevalentemente (ma non solo) nella collana “Resistenzastorica” dell’editrice udinese Kappa Vu  ( ).

Riconosciamo e apprezziamo l’onestà intellettuale e la serietà professionale che vi contraddistinguono; siamo certi perciò che valuterete nel giusto senso la segnalazione di una (ennesima, scandalosa) manipolazione apparsa nel servizio che ha aperto Linea Notte del 10 febbraio, “giornata del ricordo”. In mezzo alla sequenza relativa ai recuperi delle salme dalle foibe istriane nell’autunno del 1943, sono state inserite almeno due foto “spurie” (fra i minuti 2’17” e 2’21” ca.) che testimoniano invece crimini perpetrati da militari italiani nella Slovenia occupata fra l’aprile ’41 e l’8 sett. ’43, facendole passare come immagini di infoibamenti. La prima è una delle tante “foto ricordo” di gruppi di ostaggi fucilati per rappresaglia (in modo, se così si può dire, “normale” per l’epoca); l’altra, che fa parte di un libro del 1946 inserito nel sito di Claudia Cernigoi (cfr. http://muceniskapot.nuovaalabarda.org/galleria-ita-3.php), documenta il sadismo di far scavare la propria fossa alle vittime predestinate (le divise italiane sono state “tagliate”, ma si vedono benissimo nell’originale). Su una terza foto, quella che compare subito prima (2’14”), abbiamo forti dubbi: la pala, i vestiti da contadini, l’assenza di armi fanno pensare ad una inumazione molto sbrigativa di un civile ucciso sì, ma non da loro (è noto p. es. che la “banda Collotti”, squadra di torturatori e assassini dell’Ispettorato Speciale di Polizia di Trieste, usava abbandonare le sue vittime negli “anfratti” – foibe? – e nei campi dell’Istria). Vi saremmo grati se ci forniste indicazioni in merito alla fonte e alle circostanze di quell’immagine.
Vi chiediamo comunque di dare  notizia al pubblico di tali pacchiani “errori”, con l’urgenza e il  risalto dovuti, indicando la fonte di tale inequivocabile provocazione (non è possibile pensare alla “buona fede” dell’autore in casi come questo), anche per evitare che sia riprodotta e magari amplificata in altre occasioni.

Tralasciamo poi per necessaria brevità una serie di rilievi puntuali sul testo, che ripete “liturgicamente” alcune delle molte “verità di fede” tramandate  fra gli esuli – del tutto legittime e giustificabili, beninteso, nell’ambito di una comunità colpita e dispersa da una catastrofe, che per ritrovare l’identità perduta ha bisogno dei suoi miti (gli angeli e i demoni, i martiri innocenti e gli orchi carnefici, gli eroi e i traditori) e dei suoi “profeti” (che elaborano e si fanno testimoni di quei miti). Ma chi pretende che tali “testimonianze” siano le “prove dei fatti” in sede storiografica mente sapendo di mentire. Tale pessima abitudine, originata dalla propaganda neofascista e neoirridentista, come abbiamo ampiamente documentato e denunciato con le nostre ricerche, ha dilagato e continua a dilagare in tutta la pubblicistica e sui media, contaminando anche una parte della storiografia accademica (condizionata da motivazioni politiche che non è possibile discutere in questa sede) e coinvolgendo (fin dall’immediato dopoguerra, ma con particolare virulenza ed efficacia nell’ultimo decennio ) le istituzioni della Repubblica fino ai massimi livelli.  Tutto ciò mentre per converso si continua a “mettere la sordina” e ad opporre “muri di gomma” alla diffusione dei risultati delle indagini sulle perverse avventure imperialiste dell’Italia fascista e sui crimini contro l’umanità commessi dai nostri generali e gerarchi proprio in quelle “terre di confine”, non meno che nel resto dei Balcani e in Nordafrica.     

A questo proposito osiamo sperare che voi (almeno voi!) abbiate abbastanza sensibilità e coraggio per far vedere finalmente a un pubblico vasto “Fascist legacy”. Certo lo conoscete: è quel fondamentale documentario inglese che la dirigenza RAI ha comprato dalla BBC una decina d’anni fa e non ha mai messo in onda finora (scelta strategica?).
Infine, siamo disponibili ad intervenire a dibattiti e confronti su questi argomenti, nonché a presentare qualche libro della collana e la mostra a manifesti di imminente uscita sui crimini fascisti in Jugoslavia 1941 – ’45, dal titolo “Testa per dente”  (così si conclude la famosa “Circolare 3C” del gen. Mario Roatta alle truppe della 2a Armata in Slovenia e Dalmazia sul comportamento da tenere verso i “ribelli”).
Attendiamo con fiducia e vi salutiamo cordialmente.

Alessandra Kersevan info@kappavu.it

Paolo Consolaro (Pol Vice) pol.vice@tele2.it

Un pensiero su “Lettera aperta al direttore del TG3 Bianca Berlinguer”

  1. caneliberonline dice:

    COMPLIMENTI. Leggendo questo post, oggi, mi sono reso conto di aver posto la stessa questione nel mio piccolo blog, perchè non si può più stare indifferenti davanti a tante falsità storiche.Mi auguro che Bianca Berlinguer….almeno in rispetto al cognome che porta, vi abbia risposto. Un abbraccio a tutti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *