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FRANCIA-ITALIA: medesima débâcle

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[ 30 marzo 2010 ]

SULLA SCONFITTA 
DEL N.P.A.

Le recenti elezioni regionali in Italia hanno, tra l’altro, segnato la Caporetto della “Federazione della Sinistra”. L’impressione è che questo sia davvero l’ultimo tentativo di resurrezione. D’altra parte questa débâcle si inscrive in un trend generale, una svolta a destra dell’elettorato europeo, anzitutto operaio, e di converso la crisi delle sinistre a vario titolo “radicali” più o meno “sessantottine”. Spicca il caso del Nuovo Partito Anticapitalista francese, che ha perso voti rispetto alle stesse europee dell’anno scorso, sembra anzitutto verso l’astensione e i verdi. Qui sotto l’analisi del NPA medesimo.

Diciamolo chiaramente, i risultati ottenuti dal Npa a queste elezioni regionali non sono buoni. La media sull’insieme delle 21 regioni dove eravamo presenti si colloca al 3,4%. Se si tiene conto delle tre regioni in cui l’Npa si è alleato con il Front de Gauche, i risultati si stabilizzano al 2,85% contro il 4,98 della media nazionale alle europee del 2009. Dunque, un netto indebolimento. In nessuna di queste diciotto regioni superiamo la soglia del 5% anche se con il 4,99% la manchiamo davvero per una manciata di voti in Basse-Normandie. Nelle tre regioni in cui abbiamo fatto una lista comune con il Front de Gauche i risultati sono un po’ migliori. In particolare, questo è vero nel Limousin con il 13,3% dove la lista si manterrà al secondo turno in seguito alle posizioni inaccettabili del Partito socialista. Tuttavia in Pays de la Loire, ancora per una manciata di voti, la lista non raggiunge il 5% molto lontana dai risultati sommati delle elezioni europee. L’astensione, che raggiunge il 53,6%, ha di nuovo interessato i quartieri popolari con tassi di partecipazione che non superano il 30% in numerose città, a volte addirittura meno. Ma va detto che alle elezioni europee del 2009 l’astensione aveva raggiunto il 59,37%. Da un’elezione all’altra e nonostante i due scrutini siano di diversa natura, c’è comunque un piccolo aumento della partecipazione pari al 5,8%. L’astensione, dunque, non basta a spiegare il nostro calo. Sulle diciotto regioni in cui si è presentata una testa di lista Npa noi perdiamo 258.000 voti, cioè il 35% dei consensi di giugno 2009.
Gli studi sulla composizione e la strutturazione dell’elettorato permettono di tirare le prime lezioni (osservare, in particolare, lo studio del Csa sul suo sito). In queste elezioni, i voti a favore del Npa sono apparsi chiaramente come frutto dell’elettorato classico dell’estrema sinistra. Detto in altri termini, è soprattutto tra operai e lavoratori che perdiamo terreno.
Un’altra modificazione in relazione alle precedenti consultazioni, è la forte asimmetria nel rapporto uomo/donna del nostro elettorato. A queste regionali, il rapporto si situa a 65 elettori per 35 elettrici contro la perfetta parità precedente. Difficile non vedere una connessione con la presenza e la mediatizzazione di una candidata con il velo sulle liste Npa.
Ma questa spiegazione, per quanto reale, non riesce ancora a spiegare la debolezza del nostro risultato. Globalmente, è l’insieme dei risultati alla sinistra del Ps che è deludente, con l’estrema sinistra particolarmente toccata. La debolezza della mobilitazione sociale in questo autunno ha sicuramente pesato molto. Fondamentalmente, di fronte alla brutalità della crisi, alla violenza della politica del governo Sarkozy, non abbiamo dimostrato che era utile votare per noi. Il rigetto delle conseguenze della crisi resta comunque forte nel paese. Di fronte alla destra e alla sua politica di distruzione sociale, c’è un’urgenza di imporre politiche di rottura, politiche anticapitaliste e quindi indipendenti dal Partito socialista. Sta a noi, dunque, la responsabilità di trovare i mezzi per rendere maggiormente visibile e comprensibile il nostro progetto.
www.npa2009.org

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