25 luglio 1943 – 25 (…..) 2010
Questo bisogna non solo farlo, ma farlo presto, anzi prestissimo».
Cos’è cambiato dai primi di agosto nell’acquitrinio politico italiano per convertire Asor Rosa dall’impossibilità alla possibilità? Sostanzialmente niente, se non l’intervento stizzito del Presidente della Repubblica, il quale ha mestamente ricordato che spetta a lui e solo a lui sancire lo scioglimento le Camere. E’ l’uscita di Napolitano sufficiente per giustificare la retromarcia del nostro? Ma ovviamente no! Che spetti al Presidente della Repubblica notificare formalmente lo scioglimento delle Camere è cosa nota, com’è noto che Napolitano tenterà, in caso di caduta del governo, di offrire un incarico, quantomeno “esplorativo”, onde verificare la possibilità di “salvare la Legislatura” (il quale salvataggio sembra diventato, per i sinistrati, una specie di principio talmudistico).
Ma dovrebbe essere altrettanto noto che proprio in base al dettato costituzionale (ispirato ad un sano e robusto antipresidenzialismo), il Presidente della Repubblica, null’altro è se non un notaio, deputato a prendere atto delle deliberazioni dei protagonisti della vita politica, ovvero dei partiti (delle consorterie, si dirà). Infatti non è che Napolitano abbia la facoltà di opporsi alle decisioni della maggioranza parlamentare e di sciogliere o no le Camere. Il fatto che i sinistrati, correndo appresso al giornale La Repubblica, oppongano ai berluscones che tale facoltà sia nelle mani del Presidente della Repubblica, oltreché una bestialità bell’e buona è politicamente suicida —perché l’invocazione verso Napolitano affinché debordi dalle sue prerogative, altro non è se non espressione di un implicito presidenzialismo e quindi, in ultima istanza, un regalo proprio al berlusconismo, che del presidenzialismo ha fatto la sua bandiera. Presidenzialismo cattivo per di più, visto che l’attuale Presidente non è eletto direttamente dai cittadini, ma scelto dalle Camere (ed è per questo che la Costituzione non gli ha affidato alcun potere esecutivo). Un argomento questo, che i berluscones, evocando come un mantra che la “sovranità spetta al popolo”, non esiteranno a tirar fuori a momento debito.
Ragionamenti, questi ultimi, che una mente sottile come quella di Asor Rosa non può non aver preso in considerazione. Tuttavia il nostro non esita a fare appello alla formazione di una specie di CLN, di un badogliano Comitato di Liberazione Nazionale. Tutto pur di sbarazzarsi del Caimano, anche fosse, siccome Fini è l’ago della bilancia, un nuovo 25 luglio (un ribaltone al quadrato insomma). Verrebbe da ricordare ad Asor Rosa quanto ebbe a dire Marx su Napoleone III: «La storia si ripete due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa».
Chiediamoci: può questa farsa, questa grande ammucchiata dal PRC a Fini, prendere corpo? E ove riuscisse a prenderlo, il corpo, davvero ci saremmo sbarazzati del berlusconismo?
Non vogliamo farvela troppo lunga. Alla prima domanda rispondiamo che quest’ammucchiata ad ampio spettro è impossibile. La casta politica curiale romana, quella che vuole sbarazzarsi di Berlusconi, pensa piuttosto ad un ammucchiata più piccola, che non solo escluda e non rimetta in pista i “comunisti” (per inciso: Vendola dice di non esserlo più) ma che spiani la strada al cosiddetto terzo polo, sperabilmente ridimensionando lo stesso PD, per non parlare di quelle strane bestie che sono il dipietrismo e il grillismo.
Alla seconda domanda rispondiamo: il berlusconismo è certo una iattura, ma la grande ammucchiata potrebbe essere peggiore, perché, anche per le sue orrende fattezze, invece di spazzare via il berlusconismo, rischia di rianimarlo, e in forme ancor più virulente, proprio mentre la crisi economica e sociale l’ha gravemente ferito.
Quello che alcuni “poteri forti” hanno in mente è una congiura di Palazzo per defenestrare il Reuccio, ma non per ritornare ad un sistema democratico, quanto per mettere in salvo la monarchia, ovvero il regime oligarchico venuto consolidandosi negli ultimi decenni. Ove ciò che resta della sinistra, per l’illusorio piatto di lenticchie di qualche scranno parlamentare, decidesse di giocare il ruolo di truppa di complemento, prestandosi a sostenere la congiura degli oligarchi, questa sì sarebbe (dopo i disastri ulivista e arcobalenista) la più indecorosa delle porcherie.
Per quanto indecente fosse stata la decisione dei partiti operai di sostenere, dopo il 25 luglio 1943, Badoglio, il Re e il ciarpame fascista del Gran Consiglio, c’era una guerra mondiale in corso, segnata dall’esistenza dell’URSS e da quella della Resistenza partigiana. Anche quella fu un’ammucchiata indecente, ma la sinistra si appoggiava ad un movimento sociale di massa straripante e su una forza militare di tutto rispetto. Non era una quinta ruota del carro.
Non si deve quindi baciare il Rospo, ma difendere con intransigenza la propria indipendenza, che è la sola base su cui, con pazienza, poter ricostruire un fronte di massa, quello che abbiamo chiamato “Fronte del Rifiuto”; nel contesto di una crisi sitemica del capitalismo che va ben al della vicenda italo-berlusconiana, una crisi che nei prossimi anni farà tremare alla fondamenta i due fradici blocchi bipolari. Una crisi che è solo ai suoi inizi e che crea già l’humus per un Terzo Polo Rivoluzionario.
SECESSIONE SUBITO !!!PADANIA LIBERA !!!La PADANIA scenderà in piazza, e sicuramente andrà come in Iugoslavia negli anni novanta.SECESSIONE SUBITO !!!PADANIA LIBERA !!!
Nell'articolo prima stigmatizzavate il fatto che Asor Rosa se la prendesse con gli elettori, ora parlato di "ira funesta del Popolide dei sinistrati".Posso anche essere d'accordo sulla tematica del rifiuto del voto, di certo Pasquinelli e Asor Rosa dovrebbero scendere dal piedistallo.Amen