Marchionne-Camusso
Abbiamo avuto modo di parlare della segretaria in pectore della CGIL, Susanna Camusso, una funzionaria fabbricata nelle linee di montaggio della burocrazia CGIL e fervida assertrice del sindacato concertativo, a suo tempo cacciata dalla FIOM e ripescata proprio da Epifani. Che ella diventerà, per decisione della inamovibile nomenklatura sindacale, la nuova segretaria confederale, la dice lunga su quale sarà la linea del maggiore sindacato.
Una linea, appunto, di concertazione, ovvero di piena collaborazione coi padroni, di zelante rispetto della compatibilità capitalistiche, proprio mentre la crisi sistemica determina per i salariato condizioni neoschiaviste. Qual’è dunque la funzione che il capitalismo in crisi assegna ai sindacati? Addomesticare la forza lavoro, sterilizzare il timido risveglio operaio, spegnere i fuochi della rivolta. Questo è il segnale arrivato dalle parole di Epifani al convegno genovese della Confindustria dello scorso fine settimana, pronto, Epifani, a siglare un nuovo patto sociale, intruppando quindi la CGIL nel fronte che assedia la FIOM alo scopo di ottenerne la resa.
Il messaggio di Epifani, ovvero il posizionamento 90° dei vertici CGIL, è stato immediatamente raccolto dal neo-buono Marchionne. Quest’ultimo, intervenuto all’assemblea annuale degli industriali ANFIA di lunedì 27 settembre. Che ha detto Marchionne? “Che ben venga il dialogo!” Ovvero un accordo con la CGIL, alle sue condizioni ovviamante. Il Marchionne-pensiero è condensato in questo passaggio: «Per me è fondamentale garantire la governabilità degli stablimenti che la FIAT ha in Italia, aggiornare i mezzi di produzione per renderli più competitivi ed eliminare un handicap storico ch ci trasciniamo da anni. la modalità con cui ci arriviamo non mi interessa minimamente. Voglio solo il risultato». (Il Sole 24 Ore del 28 settembre).
Evviva l’efficientismo pragmatico, bando alla ciance e… bando alla FIOM.
La CGIL ha risposto al Marchionne: “Va bene, si proceda, alla FIOM ci pensiamo noi”. Il nuovo clima politico, segnato dal tramonto del berlusconismo, dalla debolezza del PD e dall’avanzare dell’ipotesi di un governo di salvezza nazionale, aiuta la CGIL a riallinearsi con CISL e UIL. Tornando alla vicenda Pomigliano, ciò che Epifani contesta, alla fine dei conti, non è il contenuto, ma la modalità con cui la direzione FIAT ha portato avanti il suo piano, tra cui il proseguire sulla via degli accordi separati con CISL e UIL. Ora che Marchionne e Confindustria si son resi conto che gli stablimenti non si governano contro la CGIL, questa non vede l’ora di essere riammessa nella corte dei miracoli sindacal-confindustriale.
E a propositio di contenuto, Epifani si fa forte dell’esempio della chimica, dove il suo sindacato di categoria (grazie ad un “padrone illuminato” come Giorgio Squinzi) ha rinnovato gli ultimi sette contratti di categoria senza un’ora di sciopero e, quel che è decisivo, avendo introdotto sin dal 2006, il meccanismo delle deroghe al contratto nazionale.
A consacrare questo nuovo inciucio c’ha pensato bene Luca Cordero di Montezemolo, candidato in pectore anche lui, ma alla guida del futuro governo. Nel suo sito Italia Futura leggiamo: «la generosa apertura alla CGIL da parte di Bombassei e Marcegaglia e la risposta di Epifani lasciano intravedere la possibilità di larghe e costruttive relazionai industriali».
Per celebrare il sodalizio manca solo l’uscita di scena di Berlusconi. Amen.