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Marchionne-Pinocchio mente

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[ 25 ottobre 2010 ]

Tutti i quotidiani di oggi, 25 ottobre, mettono in grande evidenza quanto dichiarato da Marchionne ieri sera, dalla tribuna offertagli da un vergognosamente servile Fazio. Stando a lui l’Italia, seconda potenza industriale d’Europa e tra le prime dieci nel mondo, sarebbe un luogo maledetto per i capitalisti. Ecco perché quella di Marchionne è una grande menzogna.

Contro-inchiesta su produttività e salari in Italia

Riguardo ai bassi utili FIAT negli stablimenti italiani è facile spiegare che ciò dipenda, nel contesto di una strutturale sovrapproduzione del settore auto, (a) dal fatto che Fiat ha investito meno in Italia e più all’estero; (b) dai bassi salari elargiti ai suoi addetti (tra il 50 e l’80% più bassi di quelli dei loro colleghi della zona euro); (c) dalla scelta FIAT di concentrarsi sui modelli di bassa gamma dove la concorrenza è spietata; (d) dai pochi modelli sfornati negli ultimi dieci anni (più o meno la metà dei suoi concorrenti). Se c’è una colpa della crisi FIAT essa non è dunque da addebitare agli operai, ma al suo management.

2 pensieri su “Marchionne-Pinocchio mente”

  1. Anonimo dice:

    Marchionne ha detto cose un po' differenti da quelle riportate dal breve articolo ( Pinocchio). Dal suo punto di vista ( giusto o sbagliato che sia) egli dice che è possibile ripartire in Italia se si finisce con assenteismo, di abbastanza, e scioperi improvvisi di pochi che bloccano le linee . Ha riconosciuto i bassi salari e altro. Indubbiamente ci sono reali errori del management Fiat, ma l'accordo va trovato, con i diritti garantiti ovvio. Se non c'è produzione non c'è lavoro . Grazie. (g.paolo)

  2. Rivoluzione Democratica dice:

    caro Gianpaolo,non entriamo nemmeno nel merito delle clasuole vessatorie incorporate nel piano per Pomigliano. Marchionne ieri sera, per sostenere la sua terapia d'urto produttivistica, ha detto testualmente che "siamo fuori dall'Europa" (il che è francamente iperbolico) e ha citato dati secondo cui saremmo al 118° posto per efficienza del lavoro e al 48° per competitività. Per questo segnaliamo la nostra contro-inchiesta: perché è una grande bugia. E lo dimostriamo coi dati, che come tutti i dati, vanno interpretati.

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