SOLIDARIETÀ COI PASTORI SARDI
Esprimiamo, a nome de Su Sindacadu de sa Natzione Sarda, tutta la nostra solidarietà e vicinanza, in particolare a quanti sono stati feriti dalle gratuite bastonate delle forze di polizia durante l’orribile rappresaglia.
Conosciamo i pastori e conosciamo il loro dignitoso manifestare e sappiamo della loro caparbia determinazione. Abbiamo imparato a capire quanta fatica sia necessaria per allontanarsi dalle campagne e lasciare gli ovili sguarniti per andare a manifestare la propria difficoltà che, in quanto tale, dovrebbe essere rispettata e condivisa.
Non sappiamo, invece, quanto abbia influito l’assenza di professionalità espressa in questa giornata e non sappiamo quanta crudele consapevolezza ci fosse nel voler determinare un livello di scontro “più alto”. Sappiamo, però, che usare la violenza e le tecniche antiguerriglia “urbana” di fronte ad un popolo “di campagna” è insensato e provocatorio.
I Pastori rappresentano la parte viva dell’economia di questa terra sarda e rappresentano noi stessi: la struttura produttiva della Sardegna, la parte dei Sardi che crea ricchezza vera in questa nostra Isola.
Su Sindacadu de sa Natzione Sarda ritiene che l’iniziativa di oggi, 19 Ottobre 2010, in tutta la sua drammaticità, deve rappresentare un punto nodale di questa esperienza di lotta dei lavoratori delle campagne. Da oggi è necessario – crediamo – riflettere profondamente sui prossimi passaggi che questa lotta richiede e, prima di tutto, ci sentiamo in dovere di suggerire al Movimento dei Pastori di non rimanere isolato.
La lotta dei pastori e la lotta dei lavoratori dell’industria rappresentano la lotta del popolo sardo. L’agricoltura e la pastorizia si trovano oggi “sotto attacco” da parte del sistema imperiale, come è, palesemente, “sotto attacco”, il sistema industriale sardo, che è stato definitivamente smantellato senza che nessuna forza politica o sindacale italiana battesse ciglio.
Una Sardegna senza agricoltura e pastorizia e senza industria è una terra economicamente debole, soggetta a maggiore “dipendenza” dall’esterno. E’ una Sardegna senza forza contrattuale che non può che arrendersi di fronte a qualunque progetto gli venga proposto, sia che si tratti di centrali nucleari, sia che si tratti di altra speculazione turistica o sia che si tratti di ulteriori servitù militari.
L’aspetto reale del potere, che finora non si era manifestato, oggi si è rivelato in tutta la sua avventata prepotenza.
Su Sindacadu de sa Natzione Sarda ritiene che siano maturi i tempi per ragionare sulla convocazione dello SCIOPERO GENERALE DELLA SARDEGNA e propone al movimento dei pastori, ai lavoratori dell’industria in lotta, in cassa integrazione o licenziati, ai lavoratori della scuola, ai giovani in cerca di occupazione la convocazione degli Stati Generali dei lavoratori (non delle sigle politiche o sindacali) per realizzare a Cagliari una grande manifestazione contro la crisi e l’inadeguatezza che la classe politica esprime nel volerla fronteggiare, per il LAVORO.
* Il Portavoce – Anghelu Marras. Martedì 19 ottobre