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CHE SUCCEDE A BENGASI?

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Nei due filmati qui sotto le Dichiarazioni del Governo ad interim di Bengasi

Il Governo ad interim invoca l’intervento USA-NATO?


Qui il sito degli insorti libici col testo fondativo del
Consiglio Nazionale Provvisorio

di Campo Antimperialista*

Il 2 marzo scorso, a 13 giorni dalla insurrezione libica, pubblicavamo un articolo dal titolo: «Con l’insurrezione fino a prova contraria. Via Gheddafi, senza se e alcuni ma».**



In buona sostanza vi si affermava, in piena sintonia con tutte le forze della Resistenza antimperialista della regione, il pieno sostegno all’insurrezione iniziata il 17 febbraio a Bengasi e Tobruk allo scopo di rovesciare il regime, ovvero il clan Gheddafi. Questo sostegno, vista la paventata minaccia di un intervento imperialistico a fianco degli insorti, era tuttavia condizionato.
Più esattamente si poteva leggere:

«Abbiamo spiegato che ove gli ex-protettori imperialisti di Gheddafi, oltre a mettere il cappello sulla rivolta, osassero sbarcare in Libia schierandosi con gli insorti allo scopo di schiacciare la resistenza di Tripoli, non esiteremo un attimo a condannare questa alleanza e, per quel che ci compete, ad aiutare la Resistenza stessa. Non è pura la rivolta cirenaica, men che meno lo sarà l’eventuale resistenza tripolitana. Se ciò accadesse gli insorti si trasformerebbero in truppa di complemento dell’armata imperialista, la guerra, da conflitto interno si trasformerebbe in conflitto di magnitudo internazionale, la Cirenaica e la Libia diventerebbero avamposti del Moloch euro-atlantico, a tutto svantaggio non solo delle Resistenze arabe, ma di tutti i popoli, anzitutto di quelli tunisino ed egiziano che hanno appena rialzato la testa».



Accanto all’articolo pubblicavamo una foto che ci pareva  significativa: lo striscione in lingua inglese, appeso su quello che sarà il palazzo del Governo ad interim, formalmente costituito il 5 marzo dal Consiglio Nazionale Provvisorio, che suonava: «No all’intervento straniero. Il popolo libico può farcela da solo». 
Secondo alcune fonti tedesche questo striscione è stato rimosso. La fonte, pur non provandolo, sostiene che la rimozione è avvenuta dopo un’aspro scontro in seno alla direzione degli insorti. Se le cose stessero davvero così,  la rimozione avrebbe un valore altrettanto simbolico quanto l’atto dell’averlo esposto.

Se questa vicenda fosse vera —che ripetiamo, non possiamo confermare (non ce n’è traccia né nel sito web del Governo ad interim, né da altre parti)—, essa starebbe a significare che nel movimento degli insorti non solo ci sono frazioni ideologicamente filo-occidentali e/o nostalgiche della monarchia (il che ci pareva addirittura ovvio, com’era ovvio nelle rivolte tunisina e egiziana, com’è ovvio in ogni movimento popolare improvviso e di massa). 

Se questa vicenda fosse vera, dicevamo, essa potrebbe significare che queste componenti hanno preso la testa, se non dell’insurrezione, quantomeno del Governo ad interim
Ciò che potrebbe implicare che Bengasi, vista la controffensiva delle più agguerrite e meglio armate milizie gheddafiste, non solo non respinge più, ma perora, l’intervento e l’aiuto delle armate imperialiste. 

Se questo malauguratamente accadesse, come già da noi segnalato, il conflitto, da interno si trasformerebbe in internazionale e gli insorti diventerebbero, né più e né meno, che una truppa ausiliaria di un’aggressione neo-colonialista, per quanto mascherata da “intervento umanitario”. Pare che in effetti la Casa Bianca e i comandi NATO si stiano preparando alla bisogna. Ma se questo accadesse ciò non potrebbe non avere conseguenze all’interno dello stesso fronte degli insorti, il quale potrebbe fratturarsi tra coloro che abbracceranno i “liberatori” occidentali, e coloro i quali, considerandosi della stessa sostanza dei combattenti in Palestina, Libano, Iraq, Egitto o Yemen, li considereranno “sgraditi occupanti” interessati al petrolio e a fare della Libia un avamposto degli USA e della NATO.

Mentre scriviamo (tarda serata del 8 marzo) le agenzie comunicano che il Tribunale penale internazionale dell’Aia, starebbe ratificando un mandato di cattura contro Gheddafi, con la solita accusa di genocidio. Si tratta di un gesto sconsiderato o della premessa necessaria all’aggressione? Staremo a vedere. Di certo è una pesante interferenza di un organismo imperialista negli affari interni della Libia, di un Tribunale al quale, per altro, gli stessi USA non riconoscono alcuna legittimità—ovvero gliela riconoscono solo quando fa loro comodo.

* Fonte: Campo Antimperialista
** Questo articolo è stato pubblicato anche su questo blog

Un pensiero su “CHE SUCCEDE A BENGASI?”

  1. Anonimo dice:

    a conferma che questa sollevazione libica è ben diversa da quelle tunisine ed egiziane

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