11 visite totali, 1 visite odierne

Browse By

RIFONDAZIONE E IL DEBITO PUBBLICO

11 visite totali, 1 visite odierne

… che non si regge in piedi


F. come Ferrero, oppure come Fuffa


Un nostro affezionato lettore, ci ha indicato ieri sera un intervento, che in effetti ci era passato inosservato, del segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero. Lo ringraziamo per questa segnalazione. Consigliamo a nostra volta un’attenta lettura di quanto scrive Ferrero, e riproduciamo più sotto il suo articolo. Esso è apparso su Liberazione del 20 agosto, quindi dopo che la crisi del debito sovrano era esplosa in tutta la sua dirompente dimensione sistemica. La proposte di Ferrero sono a dir poco sorprendenti. Neanche una parola sulla cancellazione del debito. In altre parole, come esigono i “mercati”, i debiti vanno “onorati”. Colpisce la disarmante superificialità dell’analisi. Nessuna parola sulle cause del debito, su chi ci guadagni nell’onorarlo, sui perversi meccanismi speculativi a cui questo debito soggiace. Neanche una parola sul fatto che esso è per metà debito estero verso le banche d’affari e i fondi d’investimento. Bisogna pagare, punto e basta! Ma siccome lui è di sinistra, allora dice l’unica, sofferta e scontata cosa di sinistra che gli esca dal cervello: paghino “anche” i ricchi, con la patrimoniale.


Una proposta demagogica, che non è nemmeno, come forse il Nostro suppone, keynesiana o “riformista”. Ammettiamo infatti che siano i ricchi a pagare. Dove andrebbero a finire questi quattrini dal momento che i debiti vanno onorati? ma è ovvio, nelle tasche di altri ricchi, per l’esattezza nelle casse della grande speculazione finanziaria, per il 50% estera, che possiede il debito italiano! Quella di “far pagare i ricchi” non è quindi neanche l’ombra di una proposta “riformista”: è una proposta che sta comodamente nel perimetro dei neoliberismo.

Ferrero parla si di nazionalizzare le banche italiane, ma al contempo afferma (udite! udite!):
«E’ necessario fare un salto di qualità, rapido e radicale. Occorre cambiare radicalmente il ruolo della Bce, sottoponendola al potere politico e obbligandola a battere moneta per finanziare la riconversione ambientale e sociale dell’economia e la piena occupazione».

Non solo onorare il debito, ma pure l’euro, e quindi la Bce. Qui siamo all’esilarante. A quale potere politico dovrebbe essere sottoposta la Bce? Esiste forse un governo europeo? No che non esiste, e se esistesse ognuno può immaginare a quali forze oligarchiche sarebbe in mano. Se ne deduce che la Bce dovrebbe essere posta sotto il controllo politico di qualche organismo dell’Unione. Quale per l’esattezza? Della Commissione che nessuno ha eletto? Di un Parlamento che per statuto non ha poteri davvero legiferanti?

Ferrero butta lì la nazionalizzazione delle banche, ma proprio la butta lì, come a casaccio, perché se avesse solo leggicchiato i Trattati europei (liberisti) saprebbe che essi vincolano i paesi a tutelare il sistema privatistico e proibiscono ogni regime di monopolio, tanto più quello bancario. Chi viola questi dogmi è passibile di pesanti sanzioni se non addirittura di essere cacciato dall’Unione monetaria.

Quante giravolte, in nome di un sedicente “realismo”, pur di non affermare che l’unico «salto di qualità, rapido e radicale» è la cancellazione del debito e l’uscita dall’euro! Quante sciocchezze pur di restare avvinghiati al Pd, ovvero alla speranza di rientrare in Parlamento!



Diamoci da fare

22-23 ottobre
assemblea nazionale

Vi lasciamo alla lettura….

Signori, è il capitalismo che ha fallito
di Paolo Ferrero

Non c’è stato nessun rimbalzo. Ieri le borse non hanno recuperato il tonfo del giorno precedente. Si può fare una lunga disamina delle cause che hanno portato a questo: gli speculatori hanno paura della tobin Tax; visto che i titoli sintetici sono dei mostri ingestibili, che possono nascondere perdite enormi, i più furbi stanno togliendo le mani dalla tagliola e mettendo al sicuro il malloppo: oro e titoli di stato americani; il fatto che le economie sono rientrate in recessione e quindi ci si aspetta un periodo di vacche magre; molti titoli sono sopravvalutati e quindi la bolla speculativa si sta sgonfiando, ecc.


Si può fare un lungo elenco dei motivi del disastro attuale – e i giornali lo fanno con dovizia di particolari – ma il risultato non cambia: dopo tre anni di crisi e 15.000 miliardi di dollari sprecati dagli stati per salvare le banche private, siamo punto e a capo in piena recessione. Non solo, gli stati si sono indebitati per salvare le banche e poi gli stessi finanzieri hanno abbondantemente speculato sui debiti sovrani, fregando altri soldi agli stati (pardon, ai cittadini) come stiamo verificato di persona. Oltre al danno la beffa.
Non solo, come medici ubriachi gli esponenti dei poteri forti che siedono a capo dei governi – in particolare quelli europei – stanno continuando a dare al malato la medicina che l’ha portato in coma: tagli delle spese sociali e pareggio di bilancio inserito in Costituzione. Così la recessione è assicurata. La Merkel è stata così solerte a chiedere ed ottenere il taglio delle spese e il conseguente massacro sociale nei vari paesi europei che è riuscita nella mirabolante impresa di mandare la Germania in recessione: dove diavolo le vende le merci l’azienda tedesca se in Europa nessuno ha più i soldi per comprare? Il mitico Marchionne, che il Ministro Sacconi vuole trasformare nel patrono d’Italia, dopo aver usato a piene mani la speculazione nel far crescere il titolo di una azienda dedita non alla produzione di automobili ma alla distruzione dei diritti dei lavoratori e dei contratti nazionali di lavoro, si ritrova adesso con un pugno di mosche.

Il fatto che nessuno dei nostri governanti vuole ammettere – e con loro nessun manager e nessun commentatore economico o politico – è uno e uno solo: si chiama fallimento del capitalismo. E’ il capitalismo neoliberista che ha fallito e il moribondo non è in grado di riprendersi. Non solo: continuando a somministrare la medicina neoliberista, il malato sta sempre peggio, mentre vengono demolite le fondamenta del vivere civile.
Se il problema fosse un fatto privato degli speculatori e dei manager potremmo far finta di nulla. Invece questi delinquenti stanno applicando le loro assurde ricette ideologiche sulla nostra pelle, sulla pelle di milioni e milioni di persone.
E così, i loro esperimenti portano le persone a non avere i servizi sociali, a doversi pagare le cure mediche, a non trovare un lavoro; la società si ripiega su se stessa, nella paura e nell’insicurezza. Per questo diciamo chiaramente che il problema si chiama capitalismo e che occorre cambiare cura: occorrono misure di tipo socialista a partire dalla ripresa della piena sovranità degli stati sulla moneta e sulla finanza.

Il bivio è chiaro dinnanzi a noi: o gli stati sottomettono la moneta ed esercitano democraticamente la propria sovranità sul denaro demolendo i potentati finanziari costruiti in questi anni, oppure la finanza distruggerà le condizioni di vita sul pianeta producendo un pesante regresso della civiltà umana. Questo è il punto. Anche perché i poteri forti stanno portando allo sfacelo la società ma continuano ad avere il potere di farlo. Hanno i soldi per comprasi tutto: dalle università ai mezzi di comunicazione, al complesso degli operatori che concorrono a formare la pubblica opinione. Hanno i soldi per sfidare e piegare gli stati. O gli stati mettono la mordacchia al capitale finanziario o questo demolirà la società, realizzando l’utopia reazionaria della Thatcher che sosteneva per l’appunto che la società, semplicemente «non esiste».

Per questo, va bene parlare di eurobond, di Tobin tax e così via. Rischiano però, oramai, di essere misure largamente insufficienti. Per rimanere alla metafora medica, non basta un’aspirina quando il problema è il cancro. E’ necessario fare un salto di qualità, rapido e radicale. Occorre cambiare radicalmente il ruolo della Bce, sottoponendola al potere politico e obbligandola a battere moneta per finanziare la riconversione ambientale e sociale dell’economia e la piena occupazione. Occorre nazionalizzare le grandi banche e decidere democraticamente la gestione degli investimenti. Occorre rovesciare il trattamento fiscale del lavoro e della finanza: poche tasse sul lavoro e moltissime sulla finanza e sulle grandi ricchezze, a partire dalla patrimoniale.

Le nostre proposte concrete e praticabili, a partire dalla patrimoniale, che dobbiamo fare per rendere tangibile e non fumosa la nostra proposta, debbono quindi avere questo respiro e questa portata: il capitalismo neoliberista è fallito, si tratta di impedirgli di continuare a fare danni e indicare con chiarezza la prospettiva verso cui muoversi: il socialismo del XXI secolo.

6 pensieri su “RIFONDAZIONE E IL DEBITO PUBBLICO”

  1. Anonimo dice:

    sempre il solito problema.. dite le stesse cose, ma l'importante è differenziarsi, così dividendoci non otterremo mai nulla e faremo il gioco dei grandi usurai!! è ovvio che quando ferrero dice che si deve sottoporre la bce al potere politico, sta dicendo che si deve rivoluzionare il modo in cui si è concepita l'europa, o no?

  2. Anonimo dice:

    E' solo un venduto al capitale.Oramai, lo sanno anche i fessi.No forse mi sbaglio, perchè se lo sapessero anche i fessi, il Comunismo, non languerebbe.Vento…Rosso…

  3. redazione dice:

    Caro Anonimo uno, il problema è di contenuti, sai che ce ne frega di differenziarci! Il tuo argomentare, perdonaci, è sottilmente staliniano: se qualcuno diverge dal "capo" è perché vuole … "differenziarsi", quindi non merita dignità politica, Prova a rispondere nel merito. Se poi volesse davvero rivoluzionare l'Europa, non dovrebbe fare altro che dirlo, invece dice che occorre mettere la Bce sotto controllo (sic!) e comunque primo comandamento da Ferrero a Fini, passando per Napolitano e confindustria: pagare il debito! ALtro che rivoluzionare l'Europa!!

  4. satinioto dice:

    .. se x unità d'intenti si intende quella che persegue gli obiettivi di una sola parte, magari quella stessa che è passata dal quasi 7% a meno del 3,5%, questa non ci interessa: attendiamo il 22-23 ottobre!

  5. Anonimo dice:

    Quella parte non è passata dal 7 al 3,5(in verità 4.1 normalizzando le amministrative), ma all' 8,5 – 4,4(Sel) e 4,1 (Fds).Per il resto attendiamo il 22 ottobre.Er Pigna.

  6. viagra online dice:

    Prova a rispondere nel merito. Se poi volesse davvero rivoluzionare l'Europa, non dovrebbe fare altro che dirlo, se x unità d'intenti si intende quella che persegue gli obiettivi di una sola parte.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *