L’EURO E I FALCHI DELLA BCE
Sergio Cesaratto sarà uno degli oratori alla Assemblea del 22 e 23 ottobre |
Sovranità monetaria e democrazia
di Sergio Cesaratto*
Un grande primo ministro canadese, William Mackenzie King,[1] ebbe a dichiarare prima delle elezioni del 1935: «Una volta che a una nazione rinuncia al controllo della propria valuta e del credito, non importa chi fa le leggi della nazione. … Fino a quando il controllo dell’emissione della moneta e del credito non sia restituito al governo e riconosciuto come la responsabilità più rilevante e sacra, ogni discorso circa la sovranità del Parlamento e della democrazia sarebbe ozioso e futile».
La rinunzia alla sovranità monetaria è precisamente quello che il nostro paese ha fatto con l’adesione alla moneta unica. In verità, a ben guardare, l’aveva fatto già prima con il famoso “divorzio” fra il Tesoro e la Banca d’Italia nel 1981. Con quell’atto, compiuto attraverso un fait accompli – uno scambio di lettere fra Andreatta e Ciampi – in barba a qualsiasi decisione parlamentare, i governi della Repubblica rinunciavano alla prerogativa di determinare la politica monetaria, dunque moderare i tassi di interesse, con successive conseguenze disastrose per conti pubblici e distribuzione del reddito.[2]
Lo sconforto sarebbe attenuato se la sovranità monetaria fosse passata a una Europa politica che avrebbe potuto usarla al meglio. Non è stato invece così, avendo l’Europa inscritto persino nel proprio trattato costituzionale, com’è noto, che la banca centrale è indipendente dal potere politico avendo come solo obiettivo quello di stabilizzare il livello dei prezzi. Le conseguenze ultime di questa indipendenza si vendono nella indegna sceneggiata che si sta in questi giorni svolgendo fra le cancellerie europee e la BCE.
La BCE ha dovuto durante questa crisi, nolente o volente, assumere ruoli – quello di prestatore di ultima istanza ai governi (che non era in effetti nei suoi statuti) e alle banche, pena l’implosione del sistema finanziario europeo e globale. A parte l’implausibile ipotesi che la Grecia riesca a stabilizzare se il proprio debito pubblico a colpi di deflazione e di svendita del patrimonio pubblico, ipotesi a cui sembra incredibilmente dar credito solo la BCE attraverso l’ultra-falco Bini Smaghi, qualunque sia la strada alternativa prescelta dall’Europa – una ristrutturazione del debito o quella più razionale e meno dolorosa di europeizzazione del debito (per esempio qui) – la BCE sarebbe costretta a una politica monetaria accomodante. L’indipendenza della banca centrale è in generale, e in particolare nei frangenti attuali, sbagliata, e lo statuto della BCE va assimilato a quello della FED americana i cui esponenti mai e poi mai potrebbero permettersi di non collaborare alle decisioni dell’amministrazione.
Per quanto riguarda il nostro paese, esso sta pagando a quest’Europa dei prezzi elevatissimi in termini di disoccupazione crescente e di deindustrializzazione, e il futuro si presenta fosco. La consapevolezza di questo è ancora scarsa, spesso anche a sinistra dove, per cinismo o ignoranza, ci si appassiona ad altri temi che non siano quelli dell’occupazione e dei bisogni elementari della gente. Le proposte che l’Italia dovrebbe avanzare a Bruxelles le abbiamo esposte (qui, qui e qui), ma l’Europa prosegue in una cacofonia di voci e inadeguatezza di proposte che fa poco ben sperare.
La dichiarazione di Mackenzie del 1935, continua così: «Il Partito Liberale si dichiara in favore dell’immediata istituzione di una banca nazionale debitamente costituita al fine del controllo dell’emissione di moneta rapportata ai bisogni pubblici. Il flusso di moneta deve essere in relazione ai bisogni nazionali, sociali e industriali del popolo canadese». Le urne diedero al partito liberale una maggioranza senza precedenti. Dopo le belle vittorie di Milano e Napoli, i prossimi mesi potrebbero vedere la partecipazione della sinistra italiana al governo. Naturalmente il problema che si presentava a Mackenzie era quello, più semplice, di nazionalizzare l’emissione di moneta. Più complicato sarebbe se il Canada avesse stabilito una unione monetaria con gli Stati Uniti, come abbiamo fatto noi con la Germania. La consapevolezza di quanto dura è la battaglia a cui dovrebbe attrezzarsi una sinistra che volesse davvero sollevare le sorti del paese ci sembra, comunque, un primo, essenziale passo.
[1] William Lyon Mackenzie King (1874–1950), leader del partito liberale, un partito di centro ma con sensibilità ai problemi sociali, fu per tre volte primo ministro del Canada.
[2] Come ricordato da Aldo Barba in un interessante intervento al convegno per il 150mo su Sviluppo capitalistico e unità nazionale nei giorni scorsi.
[3] Bini Smaghi è arrivato a minacciare che la BCE possa imporre che i paesi membri dell’UME rimborsino la banca decine di miliardi di titoli greci che essa detiene. Contro i timori della BCE vedi Roubini.
Finalmente centrato il punto. Ottimo articolo, veramente ottimo articolo. Il problema è che questo articolo non sarà mai pubblicato su alcun quotidiano a tiratura nazionale, tipo Repubblica, il Fatto quotidiano. Anche se sono ormai in aumento le persone che hanno capito quale è il lurido giochetto con il quale questi ladri e corrotti hanno piegato il nostro paese, la maggioranza del popolo italiota non lo ha ancora capito ed io ho il timore che se anche glielo si spiegasse non lo capirebbero, data l'ignoranza dilagante. Non condivido quanto detto sulla sinistra, la quale a ben vedere, e forse paradossalmente anche più dei neoliberistio, negli ultimi 2 decenni ha lavorato nello stesso solco scavato da questa gentaglia: Vedi Amato, Prodi con la privatizzazione di ogni asset pubblico di rilievo a saldo e stralcio, Padoa Schioppa, etc…Mi volete fare credere che Bersani e Vendola siano i nuovi liberatori? Ahahaha, almeno Di Pietro un'interrogazione parlamentare sull'usurpazione della sovranità monetaria l'ha presentata. Il PD che ha fatto oltre a lottizzare vl'area Falck e a tangentare la Milano – Serravalle. Suvvia, siamo seri. Il neoliberismo in Italia , come altrove è+ morto, ma è morta anche la sinistra italiana, e purtroppo da tempo immemorabile….