ASSEMBLEA DI CHIANCIANO
Un momento dell’Assemblea |
UN PASSO NELLA GIUSTA DIREZIONE
La mozione conclusiva
di Sollevazione
L’assemblea «Fuori dall’euro! Fuori dal debito!» è stata un successo. Non lo diciamo solo noi, che siamo stati tra i suoi promotori, questa è l’opinione pressoché unanime dei presenti.
150 tra compagne e compagni per due giorni hanno seguito con estrema attenzione le prolusioni dei diversi oratori che si sono succeduti; che non sono stati fruitori passivi di contributi di grande complessità teorica, che hanno partecipato attivamente ai dibattiti, non limitandosi a porre domande, sempre pertinenti, ma anche avanzando opinioni e posizioni mai banali.
Debito, euro, Unione europea, sovranità monetaria, crisi finanziaria e bancaria, default; questioni difficili e controverse, sulle quali i relatori non si sono soffermati in maniera accademica e astratta. L’hanno fatto, pur nelle differenze, sempre nella cornice politica della necessità di una fuoriuscita dal marasma. Prima possibile metteremo in rete, ce lo hanno chiesto in molti, le riprese filmate dei lavori dell’assemblea, gli interventi dei singoli oratori, i momenti di dibattito. Ognuno potrà così farsi un’idea della qualità dell’assemblea, usando questi verbali anche come materiale di formazione politica e teorica.
Di alto profilo teorico la prima giornata, occupata dalle prolusioni di economisti competenti come Cesaratto, Bagnai, Screpanti, dagli interventi di D’Andrea, Badiale, Pagliani e Pasquinelli. I temi della crisi e delle sue cause, del debito, dell’euro e delle possibili misure economiche, politiche e sociali per evitare a questo paese la catastrofe verso cui la spingono le oligarchie europee.
La sera di sabato si è sviluppato un dibattito senza rete, appassionato ma ordinato, sull’evento del 15 ottobre, manifestazione che ha fatto emergere due tratti principali: il ripudio del debito come idea largamente maggioritaria, da una parte e, dall’altra, un’altra forma di ripudio, quello verso le tradizionali rappresentanze politiche di sinistra, un rifiuto non antipolitico, com’è ovvio, ma tutto politico, che prelude all’insorgenza di nuove dinamiche della rappresentanza e di organizzazione, delle idee e del conflitto. In questo ambito particolarmente viva la discussione sugli incidenti verificatisi, con il confronto tra due posizioni: coloro che ritengono che l’uso della forza, che ha contraddistinto la grande manifestazione, abbia danneggiato la stessa e la possibilità di costruire un consenso di massa attorno alle ragioni dei manifestanti e chi, al contrario, ritiene che l’uso della forza sia stato non solo giustificato ma legittimo.
Da sinistra: Marco Rizzo, Leonardo Mazzei, Paolo Babini e Fernando Rossi |
La giornata di domenica, proprio com’era nelle aspettative dei promotori, è stata dedicata ad un confronto squisitamente politico sul da farsi. Abbiamo iniziato con Maurizio Tani, in collegamento audio da Reykjavik, che ha raccontato come, dopo la bancarotta del sistema bancario locale, la protesta popolare abbia portato ad un cambio politico, all’assemblea costituente e quindi al sostanziale ripudio del debito. Sono poi intervenuti come previsto Paolo Babini del Partito dei Carc, Alberto Lombardo, Marco Rizzo di Comunisti-Sinistra Popolare e Fernando Rossi di Per il Bene Comune. Leonardo Mazzei ha tratto le conclusioni, rispondendo alle obiezioni, segnalando come sui punti decisivi fosse emersa dall’Assemblea una preziosa unità d’intenti e ha quindi efficacemente ribadito le ragioni e le proposte dei promotori.
L’Assemblea si è conclusa con l’approvazione per acclamazione di un Ordine del giorno, che qui sotto pubblichiamo, non senza prima ringraziare gli oratori, tutti i partecipanti ed ovviamente coloro che hanno contribuito ad organizzare l’evento.