ANCORA DUBBI SULL’USCITA DALLA UE?
Abbiamo sostenuto che Le decisioni del vertice europeo del 9 dicembre sono state un sostanziale fiasco in quanto esso non è riuscito ad adottare le quattro fondamentali misure attese dai pescecani dei mercati finanziari.
Per la precisione: «(1) permettere alla Bce di stampare denaro in deroga ai Tratti di Maastricht e Lisbona (2) consentire alla Bce, anche in questo caso in deroga ai Tratti, di comprare ad libitum titoli di debito degli Stati al limite dell’insolvenza, (3) consolidare il Fondo salva-banche-salva-stati ben oltre i 500-600 miliardi, (4) emettere finalmente i benedetti eurobond».
Tuttavia il vertice del 9 dicembre una decisione l’ha presa: quella di anticipare di un anno, esattamente al luglio 2012, l’entrata in vigore del Meccanismo Europeo di Stabilità (in inglese European Stability Mechanism, Esm).
Ma cos’è l’Esm? Un fondo per soccorre gli Stati in difficoltà finanziarie o in procinto di andare in default. [1] Detta così sembra un’opera benemerita. In verità esso nasconde una trappola e l’ennesimo attentato alla sovranità degli Stati e viola palesemente i più elementari principi democratici. La trappola è che la dote dell’Esm, più che a sostenere gli Stati, «servirà più probabilmente per ricapitalizzare le banche che non riusciranno a reperire mezzi freschi sul mercato». [Walter Riolfi, Il Sole 24 Ore del 20 dicembre 2011]
L’attentato è appunto quello alla sovranità degli Stati e alla democrazia, quindi le implicazioni giuridiche, istituzionali e politiche dell’Esm, che è, a tutti gli effetti, un Trattato supplementare rispetto a quelli di Maastricht (1993) di Amsterdam (1999), di Nizza (2003) e di Lisbona (2009). Il Comitato direttivo dell’Esm (board) sarà plenipotenziario, le sue decisioni insindacabili e i Parlamenti nazionali non avranno alcuna possibilità di sindacare sulle decisioni del Comitato direttivo, immediatamente esecutive, fino al pignoramento e alla confisca dei beni dei singoli paesi in caso di violazione delle clausole o di non rispetto delle scadenze di rimborso dei prestiti. Il tutto, beninteso a vantaggio nuovamente delle banche, visto che son loro a detenere la gran parte del debito pubblico degli stati.
Nota bene: il trattato diventerà operativo solo dopo la ratifica dei Parlamenti nazionali, ratifica che quello italiano deve ancora fare e che farà senz’altro visto chi lo compone. Cerchiamo almeno di non far passare in sordina questo atto scellerato.
Tecnicamente l’Esm sostituirà i fondi European Financial Stability Facility (Esfs) e European Financial Stabilisation Mechanism (Efsm) attualmente ancora in vigore, nati per salvare Portogallo e Irlanda, investiti dalla crisi economico-finanziaria del 2008-2009.
NOTE
[1] L’Esm sostituirà i fondi European Financial Stability Facility (Esfs) e European Financial Stabilisation Mechanism (Efsm) attualmente ancora in vigore, nati per salvare gli stati di Portogallo e Irlanda, investiti dalla crisi economico-finanziaria. L’Esm sarà attivo a partire da luglio 2012 e avrà una capacità di 500 miliardi di euro compresi i fondi residui dal fondo temporaneo europeo, pari a 250-300 miliardi.
L’Esm sarà regolato dalla legislazione internazionale e avrà sede a Lussemburgo. Il fondo emetterà prestiti (concessi a tassi fissi o variabili) per assicurare assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà ma a condizioni molto severe. Sono previsti interventi sanzionatori per gli stati che non dovessero rispettare le scadenze di restituzione i cui proventi andranno ad aggiungersi allo stesso Esm.
Il fondo sarà gestito dal Consiglio dei governatori formato dai ministri finanziari dell’area euro, con diritto di voto, e dal commissario Ue agli Affari economico-monetari e dal presidente della Bce nel ruolo di osservatori. Le decisioni del Consiglio dovranno essere prese a maggioranza qualificata.
L’European Stability Mechanism emetterà titoli simili a quelli che l’Efsf ha emesso per erogare gli aiuti a Irlanda, Portogallo e Grecia (con la garanzia dei paesi dell’area euro, in proporzione alle rispettive quote di capitale nella Bce) e potrà acquistare titoli di stati dell’euro zona sul mercato primario e secondario. È previsto l’appoggio anche delle banche private nel fornire aiuto agli stati in difficoltà. In caso di insolvenza di uno stato finanziato dallo Esm, quest’ultimo avrà diritto a essere rimborsato prima dei creditori privati.