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NON E’ SUFFICIENTE

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Note sulla seconda assemblea nazionale 
del coordinamento “No debito








di Massimo De Santi

L’Assemblea di Roma “No debito No Monti”, svoltasi Sabato 17 dicembre a Roma, è stata sicuramente un momento importante per far incontrare Comitati locali, gruppi, associazioni, partiti, movimenti che si battono contro il pagamento del debito e che si sono  costituiti negli ultimi mesi.


La stessa Assemblea però è stata anche una cartina di tornasole per verificare che non c’era, negli intervenuti, quella carica di entusiasmo giusta che a mio avviso avrebbe dovuto caratterizzare un movimento di opposizione, anzi l’unico strumento di opposizione al governo Monti esistente oggi in italia.
Pur considerando che in contemporanea si svolgeva a Firenze la manifestazione nazionale per i tragici
fatti dell’uccisione dei due senegalesi per mano razzista, la partecipazione all’assemblea di Roma è stata insufficiente e ciò dovrebbe aprire una riflessione all’interno del Comitato nazionale.

Soprattutto scarsa era la presenza operaia e dei lavoratori e questo è l’altro elemento di debolezza che ancora permane all’interno del processo di aggregazione di forze.
Questo probabilmente perché, da parte dei lavoratori e degli sfruttati, non c’è ancora
piena coscienza della fase che stiamo vivendo e dall’altra perchè il movimento No debito
non ha ancora assunto quella credibilità sufficiente per essere punto di riferimento sicuro.

Troppi gli interventi di apparato e dei soliti noti, che riappaiono tirando in ballo di nuovo il vecchio
discorso dei NoGlobal in stile Genova e che non hanno certo portato un valore aggiunto all’Assemblea.
Nonostante tutto ciò, alcuni interventi importanti e significativi ci sono stati. A partire dalla relazione introduttiva di Cremaschi, che ha aperto anche alla possibilità di andare anche oltre i 5 punti della piattaforma iniziale, e di agire di più a livello territoriale. Segnalo quanto detto dal Comitato di Venezia che chiedeva di essere più presenti nelle fabbriche e quanto sostenuto dal Comitato di Milano, che ha evidenziato le enormi difficoltà incontrate a far decollare il Comitato insistendo sul fatto che molti operai sono disillusi.

Molto interessante poi l’intervento scritto inviato all’assemble a dall’economista Loretta Napoleoni la quale ha sostanzialmente detto che la stangata Monti non risolverà nulla e che anzi dobbiamo ipotizzare
un’uscita programmata dall’euro per riprenderci la sovranità monetaria. Aggiungendo anche che
se non facciamo questo la nostra forza lavoro sarà massacrata e cinesizzata.

Il sottoscritto a nome del nascente Movimento Popolare di Liberazione ha avuto modo di porre due
temi urgenti all’assemblea. Il primo è stato quello dell’euro, sottolienando che si pone oggi la necessità di inserire come punto aggiuntivo nel programma quello dell’uscita dall’Euro e dall’Europa attraverso un “default programmato” se vogliamo recuperare sovranità monetaria e conseguentemente sovranità popolare e dignità nazionale. 

Il secondo quello di essere più incisivi, mirando a seguire di più gli eventi in corso sui territori e operando per favorire il sorgere di una sollevazione democratica a livello popolare. Ho infine evidenziato l’importanza di trasformate la forma Assemblea verso la costituzione di un Fronte di Emergenza Popolare che miri ad essere alternativa al disastro sociale del governo Monti e dei suoi principali alleati neoliberisti globalizzati: banche e alta finanza internazionale.

Ritengo che le conclusioni di Cremaschi siano state positive, cogliendo un minimo comun denominatore:
– partecipare a tutte le iniziative in corso a partire dallo sciopero generale dei sindacati di base del 27 Gennaio fino a quello dell’11 Febbraio della FIOM
– manifestazione nazionale del Comitato per fine febbraio a Milano con corteo dalla Bocconi alla Borsa
– valutare la possibilità di svolgere una iniziativa a Napoli sul tema del mezzogiorno
– preparare una contestazione a Roma quando sarà fissata la data dell’incontro Monti- Merkel- Sarkozy

In definitiva ritengo però che avremmo dovuto con forza chiedere uno sciopero generale che blocchi il paese per far discutere ai cittadini dell’inganno Monti e della sua macelleria sociale e programmare in assenza di ciò una grande manifestazione nazionale a Roma chiedendo ai lavoratori delle fabbriche in crisi, ai licenziati, ai precari, ai giovani del mondo universitario e delle scuole di parteciparvi per salvare il paese dal disastro in cui si trova. 

Un po’ più di autostima non guastava. Questo non è avvenuto, ma credo che nella prossima riunione nazionale di Coordinamento ciò sarà posto.

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