Politicismo straccione
di Piemme
Si conclude oggi a Roma l’assemblea generale di Sinistra ecologia e libertà. Il parterre degli invitati di spicco la dice lunga sul senso dell’operazione di Nichi Vendola. Vediamo: Luigi De Magistris sindaco di Napoli, Michele Emiliano sindaco di Bari, Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, Maurizio Landini, segretario generale FIOM, Rossana Dettori, segretaria generale FP CGIL e Mimmo Pantaleo, segretario generale FLC CGIL. Ceto politico, tutto ceto politico-sindacale.
Non un esponente dei movimenti sociali, nemmeno un’operaio Fiat o Fincantieri o delle tante fabbriche in agitazione contro la chiusura, nessun rappresentante dei comitati di lotta dei precari. Dio ce ne scampi da un leader del Movimento dei Forconi siciliano, nessun rappresentante del sindacalismo di base. E, ovviamente, nessun leader di Rifondazione comunista, figurarsi dell’estrema sinistra.
Vendola se la prende sempre contro il “politicismo”, contro le “formule politiciste”, ad indicare l’astrattezza delle formule politiche, dei giochetti partici, distanti mille miglia dalle reali esigenze e istanze popolari. Ma cosa c’è di più politicista del suo attaccamento al cadavere del centro-sinistra?
Vendola ha infatti risposto chiaro e tondo che ad un “quarto polo”, nel caso ad un’alleanza con Idv e Prc in competizione col Pd, non ci pensa neppure. Lui, ha affermato, ha un’ambizione molto più grande, quella di “costruire il primo polo, di governare il paese”.
In effetti, quanto ad ambizione, Vendola ne ha da vendere. Il problema è che lui mette la sua ambizione egocentrica davanti a tutto, al punto non solo di essere evasivo sulle questioni dirimenti, al punto di precipitare nella demagogia al pari dei politicanti che lui dice di combattere.
Nella sua tetragona volontà di stare appiccicato al Pd c’è tutta la miseria dell’operazione che ha portato alla fondazione di Sel: l’ambizione, non solo sua, ma della pletora di trombati della sinistra che fu, di trovare uno strapuntino nei palazzi del potere e nelle loro adiacenze. Nessuno ci toglie dalla testa che Sel è anzitutto un’agenzia di collocamento per migliaia di disoccupati di lusso, campati per anni e decenni come parassiti sul corpo, prima del movimento operaio, poi della sinistra popolare.
Non sfugge a nessuno che difendendo l’alleanza col Pd Vendola difende indirettamente il governo Monti, a cui strizza l’occhiolino affermando che egli rappresenta la “borghesia illuminata”. Vendola non se la mena a caso con la consunta con la categoria di “borghesia illuminata”, gli è funzionale appunto a rientrare nei giochetti politici parlamentari, per saziare la sete di gloria e trovare appunto un posto al sole a tanti dei suoi supporters. E’ chiara infatti la ragione della sua pelosa politica di “né aderire né sabotare” il governo Monti: un’opposizione dura a questo governo tecnico pregiudicherebbe l’alleanza elettorale col Pd, prospettiva questa, che Sel mette avanti a tutto. Se questo non è politicismo cos’è?
Ma un “politicismo”, se mi è consentito, di bassa lega, anzi d’accatto. Un politicismo straccione. L’Europa, è sull’orlo del baratro, le masse popolari vengono aggredite con virulenza, in alcune zone del paese, come la Sicilia, ci sono sussulti di rabbia destinati ad estendersi, al Nord una Lega in via di sfarinamento cerca di risorgere guidando la protesta contro i tagli alle pensioni e l’inqua tassa sulla casa. In questo contesto minaccioso, Vendola
condanna i germi di una sollevazione popolare, vede solo la “minaccia reazionaria”. Un alibi per giustificare la sua politica di piccolo cabotaggio.
Non che non esista una “minaccia reazionaria”, ma questa prende corpo appunto anche a causa di una sinistra che ha ormai divorziato dal popolo lavoratore, dalla gente che soffre, dai milioni di italiani gettati sul lastrico. Una sinistra la cui insensibililità alla rabbia e ai sentimenti della povera gente e indirettamente proporzionale all’attenzione servile verso i dominanti.
E’ vero Vendola! c’è il rischio di una svolta a destra nel paese. Ed è vero che occorre sventarla. Proprio per questo bisogna tagliare i ponti con politicanti della tua risma.
Bozza di Manifesto del MPL
Verso l’Assemblea del 4-5 febbraio
cari compagni vogliamo davvero tagliare i ponti con tutta la sequela dei vendola?; ed allora non diamo loro più peso di quanto non ne abbia la spazzatura inquinante; vendola se ci fate caso appare sempre meno nei salotti televisivi, non gli interessa ormai più di tanto; salotti che sono lanciati da due mesi a propagandare in tutte le salse, quanto è buono mario monti, alias, "l'affamatore del popolo!".