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IL VERTICE (QUELLO VERO) CHE DECIDE

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«Meglio una fine terrorizzante o un terrore senza fine?»


di Moreno Pasquinelli

Come spesso accade, le notizie importanti, sono quelle che vengono fatte passare in sordina. La bisca dove la finanza globale gioca a risiko coi capitali mondiali rischia —non solo a causa dell’agonia dell’euro ma dello stato comatoso del sistema USA— di saltare per aria.
Ecco dunque che al capezzale accorrono d’urgenza i sommi sacerdoti, creduti capaci, coi loro riti apotropaici, di scacciare i demoni della disgrazia e della morte. 

La notizia è questa: lunedì prossimo, 30 luglio, ci sarà un imprevisto summuit tra il governatore della bce Mario Draghi, il Presidente della BundesBank Jens Weidmann, il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ed infine il Segretario al Tesoro americano Timothy Geithner.

Non poteva esserci conferma più evidente che nelle stanze dei bottoni del capitalismo occidentale serpeggia il panico, anzi la paura non solo che l’eurozona imploda, ma che questo schianto, mentre l’Occidente imperialista è sull’orlo dell’abisso, gli dia la spinta finale.


Settimana decisiva davvero, quella che si apre lunedì. Visto che lo stesso giorno ci sarà una decisiva asta dei BOt e giovedì 2 agosto si riunirà il Consiglio direttivo della Bce. E qui si spiega il vertice vero, quello in questione con Geithner.


Le affermazioni roboanti di Draghi l’altro ieri hanno reso euforiche le borse: “finalmente anche la Bce, come la Fed e la banca centrale britannica, donerà anch’essa sangue fresco ai vampiri della finanza speculativa”. Tanto pagherà Pantalone: ovvero le masse popolari, i lavoratori salariati. I Mario Monti li hanno messi lì apposta.


L’euforia dei mercati finanziari, dicevamo ieri, ha il fiato corto. Alcuni, anche tra quelli che ci seguono, ritengono invece che la ierocrazia politico-finanziaria, alla fine, non solo ci metterà una toppa, non solo guadagnerà altro tempo. Ritengono che alla fine l’euro sarà salvo e che con esso avanzerà, con gli Stivali delle sette leghe, il disegno agghiacciante della dittatura dispiegata della finanza, il che implica il passaggio ad un super-Stato europeo.


Noi dubitiamo che questo disegno si realizzerà, anzitutto per le contraddizioni interne al disomogeneo blocco imperialistico e, in seconda battuta, perché i popoli opporranno una resistenza distruttiva (in forme inedite e non prevedibili) ad un piano che prevede un vero e proprio genocidio sociale. Ma niente. Il lato oscuro e pessimista della ragione prevale. Al fondo a noi pare ci sia sempre un pizzico della sindrome della Grande e imbattibile Cospirazione.


Il fatto è che questo pessimismo si alimenta anche grazie ai ballon d’assai o, se preferite, alle fanfaluche dei media di regime.


Non sono passate 48 ore che già si offre una nuova lettura del discorso di Draghi. 
“Non è affatto vero che la Bce comprerà titoli di Stato direttamente agli Stati”. “Non è detto che ne comprerà dosi massicce sui mercati secondari” (figuriamoci in asta!). “E’ incerto che la Bce avvii una terza LTRO”. Insomma, non è più certo nulla. Non siamo soli a considerare le parole di Draghi un mero annuncio.


Infatti la Buba, la Banca centrale tedesca, per bocca dello stesso Jens Weidmann, già ieri ribadiva il suo rotondo e secco NO agli acquisti di titoli di Stato sovrani. Di Quantitative easing nemmeno se ne parla, tantomeno di dare la licenza bancaria al fondo salva-stati, l’ESM/MES.


Turbinio di dichiarazioni e controdichiarazioni. La Merkel emetteva una nota congiunta con Hollande, che i media hanno spacciato come il semaforo verde ad una politica delle maniche larghe da parte della Bce. La BundesBank isolata? Uno scontro frontale in seno all’armata tedesca?


Sì’, i media così hanno presentato la cosa. E quindi hanno dato un risalto enorme ad una frase che avrebbe pronunciato il ministro delle Finanze di Berlino, Schäuble, che avrebbe dichiarato di «guardare con favore alla disponibilità della Bce a intervenire nel quadro del mandato della banca centrale». “Schäuble zittisce Weidemann”, battono alcune agenzie di oggi 28 luglio. Parole che sono state sufficienti ad arruolare surrettiziamente Schauble dallo schieramento dei falchi a quello delle colombe.


Vero? falso? Falso!

«Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha smentito ogni progetto di acquisto di bond da parte dell’Efsf nel quadro di un piano di aiuti europeo alla Spagna. Lo ha detto in un’intervista che sarà pubblicata domani dalla Welt am Sonntag. Schäuble ha definito «totalmente infondate» le indiscrezioni apparse sulla stampa francese e spagnola circa una richiesta di nuovo aiuto da parte di Madrid, che si tradurrebbe anche nell’acquisto di bonos da parte del fondo europeo Efsf al fine di frenare il differenziale tra i titoli spagnoli e il Bund tedesco». [Il sole 24 Ore del 27 luglio 2012]


Insomma: panico e caos regnano sovrani nei piani alti del potere politico-finanziario. sapranno trovare un compromesso? Probabile. Ma panico e caos sono cattivi consiglieri. Troveranno un compromesso pessimo e i mercati non attenderanno molto per segnalarlo.

9 pensieri su “IL VERTICE (QUELLO VERO) CHE DECIDE”

  1. Anonimo dice:

    La storia della "prossima settimana è decisiva ha stancato. E' diverso tempo che sento dire che la prossima settimana è decisiva…

  2. Anonimo dice:

    @AnonimoTi confondi con qualche altro blog o con altre situazioni, visto che dici di aver "sentito". E comunque, se Sollevazione non ti piace, puoi anche evitarlo. In ogni caso riposati, perchè se la prossima settimana dovesse essere decisiva, avrai la forza per rompere comunque le palle. Anonima.

  3. redazione dice:

    Questo commento è stato eliminato dall’autore.

  4. Anonimo dice:

    Supponiamo che i tedeschi credano davvero alla "virtuosità" del contenere l'emissione di moneta per finanziare i debiti insolvibili. Dopotutto è una convinzione razionale.Ma possibile che non vedano come il dollaro sta seguendo la strada opposta, mentre non è ancora del tutto maturata la sua caduta con la conseguente perdita di influenza sulle altre valute? Il cambio euro-dollaro è lì a dimostrarlo quotidianamente, neppure il più ottuso degli osservatori può ignorare questo fatto, accettato perfino dalla Svizzera che ne ha tratto le debite conseguenze inchiodando d'autorità la propria valuta alle sorti globali.Scartata l'ottusità cronica non restano molte altre interpretazioni alternative: c'è un preciso piano politico di egemonia locale e quindi globale, ne più ne meno come ai tempi di Hitler. E' fatica anche solo il pensarlo, ma la logica non da scampo. La guerra valutaria è in pieno svolgimento, sopra la testa dei popoli che non ne hanno neppure un adeguata percezione, se non per le conseguenze (effetti collaterali), attribuite però alle chimere pseudoideologiche mediaticamente assistite, come il TG7 di Mentana, simpatico personaggio dal "buon senso" rassicurante.Ma forse è meglio così, come quel tale che precipitando dal 10° piano, arrivato al 3° disse: "in fondo non è ancora successo niente, tutto sommato sto bene".Non è poi anche vero che queste "avventure" monetarie avvengono in un contesto del tutto virtuale, come nei sogni, anche quando diventano incubi?Anche chi è sveglio può sempre sognare che un bel giorno si arrivi a dire a reti unificate: "tranquilli, non è successo niente, abbiamo scherzato!" E via con un grande giubileo.Alberto Conti

  5. redazione dice:

    «Decisivo» non vuol dire solo che decide il destino, ma risolutivo nel risolvere risolvere una controversia. Siccome è stato detto ai quattro venti, in questi giorni, che "Draghi e la Bce salveranno l'euro", (questa sì una decisione sul destino) noi stiamo dicendo l'opposto, che non riusciranno a salvarlo e, quel che più conta. non potranno salvarlo. La morte dell'euro non è questione di settimane, ma il fallimento dei pronostici ottimistici sì.

  6. Lorenzo dice:

    Io credo che facciate troppo onore ai banchieri e ai loro servi della politica imputando loro mire egemoniche e progetti di grande respiro.Sono una feccia umana di cocainomani e arrangioni che sanno solo ribare a 360 gradi e mancano dell'intelligenza e della cultura, ma soprattutto dell'interesse per proiettarsi su vasti orizzonti. Sollevazione legge la crisi come crisi di un modo di produzione. Io la leggo come crisi di civiltà che determina il prevalere di un tipo umano degenerato, privo di qualsiasi dimensione in profondità, spirito di sacrificio e quindi interesse a una prospettiva di lungo termine.Tale crisi viene poi concettualizzata da questa stessa società alla luce della propria autocoscienza, interamente riversata sul versante economico. Qui le categorie marxiane di falsa coscienza e di sovrastruttura possono essere di qualche utilità.Sono tutti dei Trota, che con i privilegi che aveva e i grandi orizzonti che gli stavano davanti rubacchiava sul dentista e sulla benzina della macchina. Una classe dirigente dotata di un minimo di lungimiranza avrebbe visto arrivare la crisi da parecchi anni – come la vedevo arrivare io, povero uomo qualunque – e avrebbe preso provvedimenti in tempo utile.La prima caratteristica delle società in piena decadenza è di non avere più l'energia per riformarsi. Quel che è vero per i capi è vero anche per le masse. Per questo io prevedo un lungo stillicidio costellato di tracolli via via maggiori, mano a mano che pezzi dell'edificio crollano in testa ad abitanti troppo pigri e disinteressati per metter mano a un restauro degno di questo nome.Finché non crolleranno i muri portanti. Allora la forza della vita reale romperà la crosta di una meccanica irrigidita nella ripetizione (Carl Schmitt).

  7. redazione dice:

    @ Lorenzo:Non leggiamo questa crisi solo come crisi di un modo di produzione, ma come cristi storico-sistemica, quindi anche, vedi che siamo daccordo, come "crisi di civiltà", poiché quella eretta dal capitale è in effetti una civiltà. E questa civiltà è in declino, o decadenza. Solo riteniamo che tra i fattori che concausano questa decadenza c'è una gerarachia. O, almeno, noi attribuiamo un rango ai diversi fattori di crisi. Così non diciamo che in un sistema fondato sulla "crematistica", l'implosione avviene per lo sfaldamento delle sue fondamenta strutturali. QUi, se vuoi, pur non con approccio meccanicistico, siamo marxisti, ovvero la sovrastruttura di esrge pur sempre su una struttura di rapporto sociali.

  8. Francesco Salistrari dice:

    http://francescosalistrari.blogspot.it/2012/07/la-guerra-uropea.htmlUna risposta lunga che meritava un post a parte…un abbraccio a tutti i compagni dell' MPL…ci vediamo ad Agosto ad Assisi…

  9. redazione dice:

    caro Francesco,hai ragione a dire che tanti hanno previsto il crollo della moneta unica almeno cinque volte dopo il crack greco. Ora, a parte che l'euro è stato effettivamente sull'orlo della morte almeno tre volte (parole di Draghi), ti segnalo questo pezzo del febbraio 2010: SOPRAVVIVERA’ L’EURO FINO AL 2015?perché il collasso della Grecia rischia di travolgere con l’Italia tutta Eurolandia?http://sollevazione.blogspot.it/2010/02/sopravvivera-leuro-fino-al-2015.htmlCome potrai leggere, noi siamo consapevoli che alla spinta obiettiva alla consunzione esistono controspinte potenti. Vedremo chi la spunterà. Ma non metterci sullo stesso piano di tanti oracoli arraffoni.Poi resta che siamo in sintonia sul ritorno alla sovranità monetaria, poiché a noi interessa l'insieme, la soluzione politica.Moreno Pasquinelli

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