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ASPETTANDO GODOT

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Isabella Bufacchi. Un fotogramma del suo video-intervento
questa mattina su ilsole24ore.com. Previsioni del tutto sballate.

La Bce non fa il miracolo, anzi!

crolla la borsa, spread a 510

di Moreno Pasquinelli



Ci siamo sorbiti l’attesissima conferenza stampa di Mario Draghi, a conclusione del Consiglio direttivo della Bce. Vi risparmio il pistolotto sulle tecnicalità del suo intervento. Conta il succo politico del discorso, e delle sue risposte ai giornalisti. Chi si attendeva il miracolo, cioè la decisione della Bce di ricorrere alle “armi non convenzionali” se non per risolvere la crisi dell’euro, per tamponarla ed evitare la tempesta finanziaria e monetaria in arrivo, è rimasto deluso.
Si capisce dunque che oggi pomeriggio le borse stiano precipitando e gli spread risalendo. Mi pare che io avessi ragione quando, a commento delle dichiarazioni roboanti fatte a Londra da Draghi (“l’euro è irreversibile e faremo tutto quanto servirà per salvarlo”), dissi che c’era puzza di bluff, che quindi: (1) l’euforia si sarebbe smosciata presto, (2) che in seno al direttivo della Bce non sarebbe stata vinta la tenace resistenza di tedeschi e alleati; (3) che quindi la Bce non avrebbe adottato le misure per sventare lo spettro della tempesta finanziaria incombente.


Per avere un’idea della “grandi aspettative” e delle cantonate colossali prese da tanti analisti (compresi gli italiani affetti da eccesso di zelo verso il trio Napolitano- Monti-Draghi) sentiamo quel che diceva solo ieri Walter Riolfi: «Ci si aspettano, dunque, grandi cose dalla Bce domani: dalla semplice riapertura del programma SMP di acquisto titoli, che, in realtà, non aveva dato prova di grande efficacia; ad un vero Quantitative easing (senza sterilizzazione) sul modello della Fed». [Il Sole 24 Ore del 1 agosto 2012].



Ancora questa mattina gli analisti erano in preda ad un’ottimistica attesa. Sopra un fotogramma dello spot di Isabella Bufacchi su Il Sole di questa mattina. La Bufacchi esordiva dicendo che la Bce aveva una panoplia di arnesi a disposizione per salvare l’euro e  li indicava in un pannello alle sue spalle. Il succo era che la Bce avrebbe di sicuro deciso cose grosse, non solo un nuovo SMP (acquisto di titoli di stato), ma un nuovo e più potente LTRO, ma anche la compera di azioni delle banche in cambio di condizioni più lasche. Mai pronostico fu più sballato.


E’ sintomatico che non appena chiusa la Conferenza stampa di Draghi sullo stesso sito la Bufacchi sia stata costretta e svolgere un nuovo intervento video. E qui l’analista non nascondeva la sua delusione e, per camuffare la cantonata, con faccia tosta, diceva che tutto sommato… lei non era delusa. Guarda caso il video-intervento precedente è sparito dalla schermata e occorre ora andarlo a ripescare in archivio.


Mi sono permesso di segnare con delle croci le misure disattese da parte della Bce. Come vedete tutte, tranne l’eventuale SMP, l’acquisto di titoli di stato, che Draghi ha spiegato sarà diverso da quelle precedenti, poiché saranno eventualmente comperati solo titoli a scadenza breve.

Nel grafico di Credit Suisse le misure attese dalla Bce
e il gradimento dei mercati finanziari. Clicca per ingrandire



Altro che Quantitative easing, Draghi ha ribadito, segno evidentissimo della vittoria dei falchi monetaristi tedeschi, che la Bce agirà solo ed esclusivamente nell’ambito del suo mandato, il cui primo dogma è il controllo dei prezzi e sventare l’inflazione (sic!).


Ma egli ha aggiunto anche tre altri concetti cruciali: (1) che l’eventuale SMP2 ci sarà solo dopo che i governi avranno attivato l’ESM (quindi tutto rimandato a dopo la decisione della Corte costituzionale tedesca del 12 settembre); (2) non è affatto detto, ammesso che i governi europei diano licenza bancaria all’ESM, che la Bce darà soldi all’ESM; e (3) che non spetta alla Bce risolvere la crisi dell’eurozona, che per lui non dipende affatto dalla moneta unica (sic!) ma dai governi e dagli organismi europei.


Più chiari di così si muore. 


L’euro resta dentro le sabbie mobili e lo spettro di una imminente tempesta finanziaria aleggia sulle economie europee. Per ultimo osservate il grafico qui sopra. Esso da un’idea di quello che si attendeva la grande finanza (che certo vuole salvare l’euro e poco digerisce i rifiuti della BundesBank). Ebbene: dopo il discorso di Draghi siamo in pieno rosso, si capisce dunque la fulminea reazione negativa dei mercati finanziari. Osservo soltanto che se lo spread tra i titoli spagnoli e italiani continuasse a salire per qualche giorno, tutti e due i paesi sarebbero obbligati a ricorrere ufficialmente ai piani di salvataggio, col che le tensioni sui mercati salirebbero alle stelle.


Altro che l’uscita dal tunnel promessa dal pataccaro Monti! Qui siamo al buio pesto.

5 pensieri su “ASPETTANDO GODOT”

  1. Anonimo dice:

    Ho letto l'intervento di Beppe Scienza sul blog di Grillo e mi chiedo: come si fa a pretendere che i tedeschi diano fiducia ad una classe politica come quella italiana e facciano da bancomat agli enormi sperperi di denaro pubblico che hanno da sempre caratterizzato tutta la politica finanziaria italiana?E' vero che i tedeschi hanno tratto vantaggio dall'euro, ma non è certo questo un buon motivo per pretendere che foraggiano all'infinito la cialtroneria finanziaria degli italiani.

  2. redazione dice:

    L'approccio è sbagliato, viziato da una fastidiosa morale… calvinista. La moneta unica ha permesso un drenaggio di capitali enorme verso la Germania, la quale ha permesso un'enorme avanzo nelle partite correnti (interscambio di merci e capitali). Con paesi a monete sovrane un riequilibrio sarebbe stato d'obbligo, inevitabile. Con l'euro è impossibile. Per di più da qualche anno, proprio grazie alla forza esportativa il capitale tedesco gode del doppio e immenso vantaggio (spread tra i titoli) di finanziarsi i a costo zero, ciò che affossa i suoi concorrenti e taglie le gambe alla loro produttività sistemica. Anche, qui, con l'euro nessun riequilibrio è consentito. Dulcis in fundo: Berlino chiede ai paesi che ha accoppato, che per "risorgere" applichino salassi recessivi in virtù di irrazionali dottrine monetariste e liberiste. Ovvero che vadano al diavolo. Altro che "bravi tedeschi"! Qui è uno strozzinaggio neocoloniale sotto mentite spoglie.

  3. Anonimo dice:

    grande Pasqui.

  4. roberto b dice:

    Parto da un presupposto: Draghi non è uno sprovveduto, ma sa quello che fa. Per cui se prima dalla Bce promette misure eccezionali di intervento, e dopo, nella conferenza successiva, non dice nulla, ma si rimangia implicitamente tutto, mi pare che ci sia sotto un gioco sporco a livello consapevole, ossia che l'altalena della borsa che i suoi discorsi producono, e l'innalzamento dello spread dovuto alla "delusione" dei mercati non sia imputabile solo a sue dichiarazioni "azzardate", Draghi non azzarda nulla, ma da grigio impiegato fa il lavoro per cui lo hanno messo lì alla Bce, e non è così ingenuio da non conoscere già in anticipo la negativa opposta dai falchi monetarsiti tedeschi. Per cui mi sembra che tutta questa faccenda sia un gioco delle parti, allo scopo di mettere ancor più in ginocchio l'economia italiana, e di far sì che i suoi compari al governo italiano, ossia l'Algido & C., accelerino il processo di vassallaggio dell'Italia al capitalismo del Nord. Il prossimo passo sarà di andare in tela di braghe a chiedere l'aiuto del fondo salva-stati (MES), con conseguente perdita ulteriore di sovranità nazionale e la distruzione di ogni nostra residua autonomia di politica economica. Perché questi personaggi sanno che di tempo non ne resta molto per realizzare il loro progetto neo-coloniale, e che se danno tempo al tempo, con – facendo i conti della serva – i 45 miliardi annuali del fiscal compact e con gli 80 miliardi da sborsare per il pagamento degli interessi sul debito (oltre alla devastante recessione che stiamo attraversando), qualcosa di brutto (per loro) dovrà pur succedere. Per cui sanno che se vogliono trasformare l'Italia e il sud Europa in territori vassalli devono sbrigarsi a fare gli ultimi passi. E come fare ce l'hanno chiaro in testa, mentre il buio pesto sul che fare lo lasciano a noi cittadini.

  5. redazione dice:

    Esatto Roberto!Analisi (curiosamente ma spietatamente) confermata da Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera di oggi, domenica 5 agosto. L'euro non è una moneta unitaria, ma unica, ovvero dei paesi "forti". E col salvataggio si inasprirà il commissariamento del paese. Vine da ridere ad ascoltare le discussioni tra Bersani e Vendola… Se questi cialtroni vanno a fare loro i Quisling, verranno tritati, fatti a pezzi…. E dopo o svolta radicale sinistra o svolta radicale a destra.

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