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ELEZIONI IN SICILIA (3)

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Mariano Ferro
LA PAROLA A MARIANO FERRO

di Daniela Di Marco

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«Ecco perché ci arrabbiamo. Ci arrabbiamo e diciamo che se continua ancora così, il 16 gennaio 2013 è già pronto. La Grecia sta per ripartire, la Spagna altrettanto, la Sicilia sarà dietro perché i Forconi saranno coi greci e gli spagnoli».
 
«Se anche i Forconi riuscissero a superare il 5% ed entrare nel palazzo, con 2, 3, 4 persone, quante non importa, queste non potranno fare nulla, saranno stritolate nella gabbia del Palazzo se non avranno dietro il Popolo di Gennaio [La rivolta popolare del gennaio 2012, Nda]. Se non avranno dietro il popolo, sono destinate a scomparire ed a morire!».

Così Mariano Ferro durante uno dei suoi comizi a San Cipirrello, piccolo paesino in provincia di Palermo. Ferro e i suoi sono profondamente consapevoli delle loro scarse possibilità di successo e anche dei loro limiti. Sanno che rischiano, nonostante i mille sforzi prodigati, di non superare lo sbarramento del 5% per entrare all’Ars.

Ma non è questo che conta per loro. La campagna elettorale è una possibilità per parlare ai siciliani, per dire loro che poco o nulla debbono aspettarsi dalla elezioni, che occorre un cambiamento che può solo venire dal basso, con la lotta sociale. La campagna elettorale, per i Forconi, è soltanto un modo per dare seguito alla loro azione, iniziata con la sollevazione di massa del gennaio scorso.


Questa è la carta d’identità con cui i Forconi girano in lungo e largo l’Isola e, come oguno può facilmente capire, traccia una linea netta di differenza con tutti i partiti, come pure con il M5S di Beppe Grillo, che qui in Sicilia, più che altrove, è solo un movimento d’opinione, che certo potrà superare il forcaiolo sbarramento elettorale del 5%, che certo raccoglie la protesta dei cittadini, ma alla quale non sarà in grado di dare alcuna continuità, alcuna sostanza, tanta la sua distanza dal popolo in carne ed ossa.

Il dato più eclatante è questo: a 15 giorni dal voto l’area dei non votanti e/0 indecisi si attesta ancora intorno ad un enorme 50%.  Ferro si rivolge a questo “popolo profondo”, lo arringa con passione, molto spesso in piazze senza nemmeno un palco, con un semplice microfono. 

Per dare un’idea ai nostri lettori di quale sia il profilo della campagna elettorale dei Forconi, ci pare utile riportare stralci dei comizi di Mariano Ferro. Non aspettatevi discorsi teorici, di alta politica. Mariano Ferro non è un “politico”, è un autentico leader popolare, uno che è assurto agli onori della cronaca perché ebbe il coraggio di mettersi alla testa della grande rivolta popolare di gennaio. Se ho accettato di candidarmi coi Forconi è anzitutto per questo, perché sento così di dare un modesto contributo al riscatto dalla mia terra, che potrà avvenire solo se si continuerà sul solco della rivolta di gennaio.

Parla Mariano Ferro

«Preparatevi! Perché quanto avvenne a gennaio accadrà di nuovo. La concorderemo, perché  non vogliamo fare danni, ma di sicuro non possiamo stare in silenzio [applausi del pubblico]. Non c’è storia con queste elezioni, e lo dico io, paradossalmente, che sono candidato alla presidenza di questa regione e a deputato dell’Assemblea. Non ce n’è storia, stiamo scherzando, stiamo solo giocando: qui avremo un presidente, che sia Musumeci o Crocetta, che verrà eletto con il 15% del consenso dei siciliani, ben lontano dal rappresentare la maggioranza». 

«Ieri sera a Palermo c’era una festa “meravigliosa”, organizzata da uno dei candidati per le regionali, in una discoteca. C’erano tavolini, un bel rinfresco, un palco alla Vasco Rossi per la musica. Si saranno spesi 30/40 mila euro. Il signore che ha speso questi soldi si chiama Pino Apprendi [candidato del Pd. Nda]. Questo signore ha speso 30/40 mila euro per farsi eleggere, e qui vedo: “Casa del Popolo”. “Casa del Popolo Pio La Torre”, ma Pio La Torre con questi personaggi non ha niente da spartire… ieri sera si sono spesi 30 mila euro e il popolo muore di fame! Questa è la campagna elettorale che sta facendo il P..»

«Dicono che a Gennaio, coi blocchi stradali, i Forconi hanno arrecato danno alla Sicilia. Ah sì?, alzi quindi la mano, in questa piazza, chi ha un metodo diverso per mandarli a casa, uno che abbia un metodo. Nessuno ce l’ha perché altri metodi non ce n’è!

«Guardate che se prendiamo il 5%, nonostante che siamo senza una lira, nonostante che ci silenziano, qui in Sicilia scoppia una bomba! E’ così, se parte questo 5% in Sicilia, i Forconi avranno un’eco in Italia, se partono i Forconi in Sicilia, partono in tutta Italia, su questo non ho alcun dubbio.

Stiamo combattendo questa democrazia senza una lira, ed è il caso che voi riflettiate se una democrazia c’è oppure no.

«Questa è la democrazia di chi è più ricco, non dei padri di famiglia. A Siracusa c’è un deputato dell’Udc che sta facendo un disegno di legge sulla Serit per bloccare i pignoramenti, per far si che sulla bolletta non compaia la sanzione del 36 %, praticamente quello che noi Forconi avevamo chiesto a Gennaio, e l’Udc a gennaio era seduto al tavolo tecnico a Palermo.

«La domanda che nasce spontanea è perché questi provvedimenti non li hanno presi prima, e se ne occupano solo ora? Perché ora si deve prendere in giro il popolo siciliano, ora si devono prendere i voti. Ora è facile, troppo facile dire dobbiamo cambiare la legge sulla Serit, c’è troppo malessere e le persone non possono pagare aumenti così smisurati! Noi lo abbiamo detto a Gennaio, loro non l’hanno fatto, oggi vengono fuori questi disegnini di legge.

«Ecco perché ci arrabbiamo. Ci arrabbiamo e diciamo se continua ancora così, il 16 gennaio 2013 è già pronto. La Grecia sta per ripartire,  la Spagna altrettanto, la Sicilia sarà dietro perché i Forconi saranno coi greci e gli spagnoli.

«Siamo stanchi di essere presi per i fondelli. I candidati dei grandi partiti sono primi nei sondaggi, sappiamo perché! C’è gente che sta con i partiti per fare carriera, per fare i propri interessi. Per fare politica, nelle città, bisogna avere il potere,  e il potere ce l’hai se stai coi partiti che massacrano il popolo, che appoggiano il governo Monti.

«Centro destra e centro sinistra ci propongono le loro ricette per “salvarci”. Musumeci e Crocetta hanno le ricette… Ma qualcuno sa o ha capito le differenze fra le due ricette? Venga qui, prenda la parola, se lo ha capito.

«La Sicilia, e anche l’Italia, sono fatte da due società, una che soffre maledettamente: gli operai, gli artigiani, i commercianti, quelli che perdono il posto, sono in tanti, e soffrono. Poi ce n’è un’altra, che orbita intorno al potere, e da questo cerca di lucrare tutto quello che può per fini egoistici e personali, una parte che sta molto meglio e che si infastidisce se tu protesti.

«Ecco cosa vogliamo: ogni tanto i miei figli mi chiedono 10€ e io non ce li ho da darglieli. Chiedono al papà di trovargli un lavoro, e devo rispondere loro che non c’è, e che non c’è lavoro neanche per il loro padre.

«Dico a tutti quelli che si incazzano con noi, che si lamentano perché hanno perso, a causa della nostra protesta a gennaio, una settimana di lavoro, o perché hanno avuto un qualche danno, dico loro: amici miei il danno non è quello che ha fatto la settimana dei Forconi, il danno è quello che ci fa la Serit quando ti chiede la casa per mille euro di pignoramento, il danno è quello che fa il direttore di banca quando ti tratta come una pezza per i piedi, il danno è quando ti dicono con un sms che sei licenziato!

«Quello è il danno che fa male all’uomo, il danno è causato anche da chi non dice niente e se ne sta muto, torna a casa e non sa cosa dire ai figli. Allora, o torna la giustizia sociale in Italia, o a prescindere dal risultato delle elezioni, noi, pochi o tanti non lo so, non m’importa, ci riprenderemo la dignità, per poter guardare i figli, per guardarci allo specchio, contro queste persone che non si vergognano.

«Ricordatevi la mattina, quando aprite il giornale, che i partiti pagano per quello che c’è scritto, non è che mandi un comunicato stampa e te lo pubblicano, paghi 7/8 mila euro, ecco perché i Forconi sul gionale non ci sono, ecco perché andremo davanti al Giornale di Sicilia, perché questa si chiama Mafia, non c’è dubbio, il sistema deve saltare. Quando ci dicono che urliamo, certo che urliamo! Ma voi volete risolvere i problemi con le elezioni democratiche?

«Ma quale democrazia, picciotti!? Abbiamo un governo nazionale presieduto da un presidente del consiglio chiamato dal presidente della repubblica, abbiamo un parlamento nazionale nominato da 5 segretari di partito, e ancora oggi vedi Bersani applaudito in una sala da 200 o 300 persone, con le collane d’oro, il cachemire, o qualsiasi altro segno di benessere.

«Noi siamo disponibili a parlare e ad agire con chiunque voglia trasformare questo in un paese più giusto, dove  il buon senso è oppresso dagli interessi economici, in un pianeta che va a rotoli e dove un capitalismo malato ha trasformato il concetto di democrazia in un regime di sudditanza alle multinazionali e alle lobby finanziarie».

Così Ferro nei suoi comizi. La gente applaude, gli si stringe intorno, manifesta stima e apprezzamenti. I Forconi si meritano una vittoria, che sarà preziosa e importante perché darà coraggio a quella parte del popolo siciliano che si è ribellata. Una vittoria che darà ad esso una spinta a tornare a combattere.

3 pensieri su “ELEZIONI IN SICILIA (3)”

  1. Anonimo dice:

    Anonimo Geremia osservaIl 50 per cento di non votanti è un dato che fa paura ed è indicativo di un fenomeno che si verifica dovunque il cittadino smarrisca ogni fiducia e ogni speranza nei metodi cosiddetti democratici ma riferibili ad una democrazia fittizia fatta strumento di inganno e di oppressione a vantaggio di interessi particolaristici e negativi per la maggior parte della collettività. "Tanto, che vada su uno o vada su l'altro fanno sempre i loro interessi e non quelli della gente" Questa é l'amara convinzione di chi non va a votare;Che molti cittadini si astengano dal votare é invero uno degli elementi più favorevoli a chi detesta la vera libertà tanto da rappresentare un obiettivo da raggiungere infondendo nella gente scetticismo e sfiducia in una politica basata sulla democrazia. Tale scetticismo diffuso si ottiene anche "sputtanando" la "poltica" e i "politici" in generale con campagne denigratorie e accusatorie sapientemente concertate come avviene in questi giorni. Tuttavia non tutte le ciambelle riescono col buco; speriamo.

  2. Anonimo dice:

    Ci si astiene dal votare per due motivi, o per mero qualunquismo, o perché effettivamente votare l'uno o l'altro non fa differenza alcuna. Comunque penso che se in Sicilia vincerà l'astensione, sarà paura per la casta. Paura seria. E la qual cosa mi fa enorme piacere. Tremino tutti. Capiscano che devono sparire tutti dalla circolazione. E' ora di far posto non solo a gente onesta, ma a chi sa come guidare il paese fuori dalla crisi.Ps:Al posto dei Forconi, io avrei scelto di fare una campagna astensionista.Matteo

  3. ulisse dice:

    mi sà che sarnno i forconi a convocare dopo una buona affermazione tutti i movimenti antiliberisti e anti euro e far si che ci sia una presenza politica elettorale nazionale che utilizzando i mezzi della disinformazione di massa spiegare le nostre ragioni. per fortuna

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