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ARGENTINA: L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

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Beunos Aires, 24 dicembre.
Uno dei tanti saccheggi ai supermercati

Brutale repressione contro la rivolta dei poveri

di sollevAzione

Il 20 novembre scorso l’Argentina è stata paralizzata da uno sciopero generale. Sindacati e lavoratori si opponevano all’aumento delle tasse sui salari e chiedevano anzi un aumento dei salari. Il successo dello sciopero dimostrava il crescente malessere dei lavoratori contro un governo che mentre non ferma l’inflazione tiene duro nella politica di blocco dei salari e degli stipendi.

E’ l’altra faccia della medaglia della medaglia della politica del  governo della Kirchner. Il malcontento popolare, soprattutto degli argentini che vivono in condizioni penose, ammucchiati nei sobborghi delle grandi città è esplosoA a ridosso delle feste natalizie.

L’Argentina è stata scossa da un fenomeno di straordinaria potenza: il saccheggio in massa di decine e decine di supermercati da parte dei cittadini in preda alla povertà.

La risposta delle autorità è stata durissima: una dura repressione poliziesca culminata in centinaia di feriti e 700 arresti. Il governo ha addirittura parlato di una “mega cospirazione” organizzata da “cricche che vogliono rovesciare il governo nazionale e popolare”. Non ha riconosciuto che i saccheggi nascono dalla indigenza, ha anzi parlato di “vandali, delinquenti e provocatori”.

Come i nostri lettori sanno abbiamo difeso la politica sovranista del governo argentino, contro i ricatti di Fmi e Banca mondiale. Ma c’è sovranismo e sovranismo. Quello del governo Kirchner non fuoriesce affatto dalle compatibilità capitalistiche. I frutti della crescita che l’economia argentina conosce da un decennio non sono stati distribuiti “equamente” e sono andati ad ingrassare quasi esclusivamente la classe dominante, i ricchi. I lavoratori e soprattutto la povera gente esclusa dalla “crescita” e afflitta dalla disoccupazione presenta il conto.

Gli accadimenti argentini siano di lezione anche a noi italiani, ai popoli europei che, vittime del regime euro domani saranno costretti a riconquistare sovranità politica e monetaria. Una riconquista della sovranità fine a se stessa, che non fosse impugnata dal popolo lavoratore, finirebbe per diventare un vantaggio solo per il capitale nazionale.

La qual cosa ci riporta alla questione del fronte. il Mpl è per un fronte ampio, che leghi la sovranità nazionale alla difesa degli interessi e dei diritti dei lavoratori e degli strati sociali falcidiati dalla crisi. Non faremo nessuna alleanza con quelle forze che non mettono nero su bianco che la ricchezza nazionale dev’essere distribuita anzitutto verso chi ne ha più bisogno. In particolare nero su bianco che in caso di ritorno alla lira, dovranno essere (1) reintrodotta la scala mobile allo scopo di proteggere i salari dalla inflazione e (2) assicurato per legge un salario minimo garantito e (3) ed infine un reddito minimo per i disoccupati.

4 pensieri su “ARGENTINA: L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA”

  1. Anonimo dice:

    Bisognerebbe star attenti a non fare il gioco di chi vorrebbe l'Argentina prostrata e distrutta come la Grecia e certe informazioni forse sono diffuse allo scopo di mettere quel paese sul banco degli accusati per qunto concerne il "sociale". Si leggono in rete notizie contrastanti alcune delle quali, dando un'occhiata alla prima fotografia qui riprodotta, troverebbero conferma nei pacchi caricati sui carrelli dei saccheggiatori e che non sono certamente di pane e pasta.L'Argentina é quasi riuscita a svincolarsi dalla piovra dell'imperialismo finanziario internazionale che l'aveva ridotta alla pietà (tutti: anche i ceti cosiddetti di destra) e, dato che il merito pare sia dell'attuale governo "nazionalista" (derivato un po' dal Peronismo), allora i poteri dei banksters sfidati e un po' anche snobbati, scatenano la bagarre anti governativa persino mediante l'incentivazione (prezzolata, a quanto pare ) di sommosse pseudo popolari. Certamente occorrerebbe raccogliere sul posto inoormazioni circostanziate, ma, per adesso, sembra proprio che là si voglia esportare il modello "Siria". Invece, dovunque c'é resistenza al potere imperialistico finanziario internazionale, là si tenta di innalzare una bandiera di libertà. Magari non quella ottimale, ma sempre di libertà si tratta, preferibile a quella dell'imperialismo sfruttatore e oppressore (come stiamo per avere definitivamente qui nei nostri Stati Europei di zona Euro, Italia compresa; O si ritiene preferibile la bandiera di Wall Street?Una volta che questa sventoli al di sopra di tutte le altre, ricordiamocelo, "La Liberté est meurte" . E può essere per sempre, pure.Felice Anno Nuovo a Tutti!

  2. masto pesto dice:

    concordo in gran parte con anonimo, sono stato a lungo in argentina, sicuramente c'è ancora molta povertà, del resto l'attacco al governo di Cristina Kirchner non è senza conseguenze, i saccheggi possono essere anche spontanei e giusti (anche se si prelevano tablet, non è che si viva di solo pane…) però la strumentalizzazione che ne fanno le forze antinazionali della destra liberista filoimperialista e della sinistra "cipaya" (ossia al servizio delle multinazionali) è disgustoso, pertanto se concordo con la tesi politica di fondo sul sovranismo, a condizione che sia orientato a garanzia prima di tutto degli interessi proletari e "plebei", non utilizzerei questo esempio argentino come paradigma, certo esiste uno strato borghese "nazionale" e di classe media inferiore che è quello che ha guadagnato di più dai provvedimenti del governo peronista di sinistra, però senza di loro non si sarebbe potuto fare nulla

  3. osva dice:

    Si ma questi che cacchio saccheggiano? Dalle foto si vedono solo televisori al plasma…

  4. Anonimo dice:

    e secondo te? Cosa cazzo dovrebbero rubare, le patate? Rubano le merci che hanno un più alto valore di scambio. Ti passa per la zucca che potresti rivenderle al mercato nero per comprare con un Tv plasma da mangiare per tutta la famiglia per due settimane?

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