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Il “piano complesso” della politica italiana

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Le alleanze possibili, le improbabili e quelle impensabili

di Fiorenzo Fraioli*

L’equazione €2+1=0 non ha soluzioni nel piano dei soli “interessi Reali”. Per risolverla, è necessario definire con maggior precisione il significato del termine.Ciò può essere fatto introducendo un nuovo asse, quello degli “interessi Ideologici”, sul quale questi vengono rappresentati senza che vi sia confusione con i primi.
Ragionando su una sola dimensione, quella che riduce la relazione tra interessi reali e ideologici alla banale dicotomia Destra/Sinistra, come collochereste voi Mario Monti, Pierluigi Bersani, Beppe Grillo e Silvio Berlusconi? Cosi?

Che ci sia qualcosa che non funziona è evidente. Una simile visione non può che suggerire una soluzione, ovvero che sia la coppia al centro (Monti-Bersani) quella sulla quale far convergere il consenso, essendo le due estreme (Berlusconi-Grillo) troppo lontane e, in definitiva, minoritarie. L’elettore, irretito da questa visione unidimensionale del problema, viene facilmente indotto ad operare una scelta di natura sostanzialmente centrista. La partita, insomma, viene ridotta alla scelta se, nella futura maggioranza, dovrà avere maggior peso la mezz’ala montiana o la mezz’ala bersaniana.


Tutto cambia se l’analisi viene sviluppata sul “piano complesso della politica, rappresentato nella figura seguente.

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L’asse orizzontale rappresenta gli interessi reali,popolari o élitari, quello verticale le ideologie,progressiste o reazionarie.

Le posizioni delle icone sono importanti. Mario Monti è posto all’estrema destra sull’asse degli interessi reali, ad indicare il fatto che egli rappresenta quelli delle élites finanziarie, e appena al di sotto dello zero rispetto all’asse delle ideologie. Una caratteristica delle élites finanziarie è, infatti, quella di essere portatrici di una visione laica e modernista, o se preferite tecnicistica, che non guarda con eccessiva ostilità all’ampliamento dei diritti individuali, purché ciò avvenga esclusivamente sul piano dei costumi sociali.
In una posizione intermedia troviamo Bersani, sostenitore di una visione ideologica più progressista di quella di Monti, in quando non limitata alla sola sfera dei costumi sociali, e meno vicina, sull’asse degli interessi reali, a quelli delle élites.
La collocazione di Silvio Berlusconi riflette il fatto che egli è portatore di una visione estremamente reazionaria sul piano ideologico, ma non priva di attenzioni rispetto agli interessi popolari, almeno quella parte di questi di cui sono portatori i piccoli e medi imprenditori.
Beppe Grillo, pur non essendo un vero campione degli interessi popolari, è tuttavia quanto di meglio, oggi, questi possano trovare sul mercato politico. Dal punto di vista ideologico le sue posizioni sono, invece, molto progressiste.
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Se questo è il quadro, quali sono le possibili soluzioni, ammesso che esistano? La figura seguente mostra, in verde, gli accoppiamenti possibili, in rosso quelli impossibili, e in blu le possibili “strane alleanze” post elettorali. Sono impossibili le alleanze tra Berlusconi e Bersani e tra Grillo e Monti, in entrambi i casi per l’impossibilità di giustificare la scelta al proprio elettorato di riferimento. Le “strane alleanze” post elettorali sono tre. Esaminiamole una per una.
  1. La “strana alleanza” Grillo-Bersanipuò essere giocata sullo scambio, reso possibile dalla sostanziale ambiguità di Grillo sul tema dell’Unione Europea e dell’euro, tra le posizioni ambientaliste del M5S e le aspirazioni europeiste dei bersaniani. Questa alleanza prevede che il M5S appoggi l’asse Bersani-Monti contribuendo, con i suoi voti, alla formazione di un governo nel quale alcune posizioni ambientaliste del movimento vengono poste in primo piano, lasciando in ombra e rimandando “sine die” il tema dell’euro.
  2. La “strana alleanza” Berlusconi-Monti può essere giocata sullo scambio tra la tutela degli interessi strategici (e personali) di Berlusconi e la necessità di indebolire un eventuale eccessivo peso di Bersani nel governo. L’ipotesi prevede che Bersani diventi Primo Ministro e Monti salga al Quirinale, mentre a Berlusconi sarebbe garantita la tranquillità necessaria alla cura dei suoi affari, nonché ulteriori spazi di espansione alle sue aziende nei nuovi media.
  3. La “strana alleanza” Grillo-Berlusconi è, senza dubbio, l’ipotesi più intrigante. La sua praticabilità implica che Grillo e Berlusconi ottengano un successo tale da consentire all’alleanza, alla quale potrebbe aggiungersi la Lega Nord, di essere maggioranza di governo. Affinché essa venga accettata dagli elettori dei rispettivi schieramenti, sarebbe necessario un passo indietro da qualsiasi carica istituzionale di Berlusconi, mentre Bobo Maroni potrebbe diventare il Presidente del Consiglio, e un giovane del M5S il prossimo Presidente della Repubblica.
Fantapolitica? Staremo a vedere. Quel che è certo è che mai, come in questo momento, le preferenze del corpo elettorale sono state in movimento. Il tema della crisi, e delle sue cause così intimamente connesse al folle progetto di unione monetaria ma, ciò nonostante, tenute nascoste all’opinione pubblica, sarà al centro del confronto. Esso può determinare un riposizionamento clamoroso delle intenzioni di voto, accelerando la perdita di importanza del voto dato per senso di appartenenza, elemento sul quale si è fondata la seconda repubblica.
Grazie alla maggiore informazione garantita dalla rete, siamo alle porte di una fase politica nella quale il consenso verrà conquistato, in misura crescente, in base a una combinazione tra voto di appartenenza (ideologia) e voto di convenienza (interessi reali). Alla semplificatrice dicotomia Destra/Sinistra occorre dunque sostituire, come abbiamo cercato di argomentare in questo articolo, uno strumento di analisi leggermente più complesso, che tenga conto sia degli interessi reali in gioco che delle ideologie storicamente determinate.

7 pensieri su “Il “piano complesso” della politica italiana”

  1. Anonimo dice:

    Secondo me manca un'asse alle cui estremità collocare repubblicani/patrioti/democratici e dall'altra traditori/europeisti/collaborazionisti…..Martin Pescatore

  2. Anonimo dice:

    GeremiaQuesta analisi, basata su elementi di matematica come la teoria degli insiemi, dei grafi ed altre, é di una chiarezza ineguagliabile e l'Autore dimostra una capacità di comunicazione così originale ed eccellente per la quale non vi sono abbastanza elogi. Complimenti vivissimi perché mi sembra sia la prima volta che in queste pagine viene impiegata una metodologia tanto intelligente dal punto di vista analitico e divulgativo.Ovviamente la matematica non é solo topolgia, ma anche quantificazione e, inevitabilmente, essendo le caratteristiche e le dinamiche dell'animo umano impossibili da quantificare, gli assi non possono recare graduazioni metriche !I collocamenti qualitativi mi sembrano comunque congrui sebbene non "millimetrici" !.La metodologia comunicazionale é in ogni caso "entusiasmante".Forse si possono formulare delle osservazioni sulle previsioni di possibili alleanze, (intendo pure quelle in Parlamento) anche perché la cosa sarebbe prematura dato che i dati numerici delle preferenze elettorali sono ancora "in corde Jovis".Qualcosa di azzeccato tuttavia mi sembra ci sia. Per esempio le possibili alleanze post elettorali evidenziate nel grafico che, sia pure un po' impropriamente, si potrebbe quasi definire stereometrico ponderale (!!!) .Indovinata la previsione di possibilità dell'alleanza Berlusconi-Monti la quale, dovrebbe però ammettere la "fissa" Monti-Bersani diventando Brlusconi-Monti-Bersani; il che implica delle incognite essendo la previsione di alleanza Berlusconi-Monti esclusa per ipotesi da quelle possibili.L'alleanza Grillo-Bersani mi sembra invece improbabile, mentre un'alleanza Grillo-Berlusconi potrebbe avere qualche chance di realizzazione, comunque limitata solo a determinati argomenti (europeismo, no Euro, sovranità monetaria).Invece non escluderei del tutto un'alleanza Berlusconi-Monti-Bersani, almeno su certi temi. La Lega non compare nel grafico, ma, nel gioco delle alleanze esemplificato, viene data per scontata la configurazione Lega-Berlusconi.Un Lettore auspicherebbe, direi intelligentemente, l'introduzione di un terzo asse relativo ad una uletriore dimensione dedicata agli orientamenti europeistici, nazionalistici, libertari, imperialistici, collaborazionistici ecc., cioé idelogici di ampio spettro. Ci vorrebbe però un computer speciale per configurare un grafico che potesse tener conto di tanti e complessi fattori. Comunque si potrebbe tentare includendo le immagini in campi circolari suddivisi ciascuno in settori di colori diversi a seconda degli orientamenti dei personaggi.

  3. appunto dice:

    Un'analisi d'avvero molto chiara e innovativa.Farei solo un appunto, ma con durezza: Berlusconi va messo alla destra della linea verticale e non alla sinistra. Che segua gli interessi popolari è inaccettabile dopo quello che ha fatto: blocco degli stipendi pubblici, aumento iva, tagli alla scuala. Niente a che vedere con la mattanza apocalittica delle manovre di Monti, che merita la sua collocazione nella freccia orizzontale. Ma certo, pur se in basso, io collecherei Berlusconi in basso a destra e non certo in basso a sinistra.Cazzo

  4. Ecodellarete.net dice:

    Ho messo Berlusconi in quella posizione perché a me sembra un dato di fatto che una parte rilevante del suo elettorato possa essere considerata, ragionando sull'asse degli interessi reali, posizionata su quella coordinata. Capisco che la "composizione" della coordinata R(eale) con quella I(deologica) possa condurre a risultati sorprendenti, ma la validità di un approccio innovativo si misura anche dalla sua capacità di far emergere elementi nuovi. Si tenga sempre presente che quello che ho cercato di "misurare" non sono gli interessi e le ideologie dei leaders, bensì quelli del loro elettorato di riferimento. Uno dei problemi della sinistra è il fatto che parte del suo elettorato, progressista dal punto di vista "Ideologico", è invece conservatore dal punto di vista degli interessi Reali. Il contrario per quel che riguarda buona parte l'elettorato di Berlusconi.

  5. Lorenzo dice:

    Bah… con rispetto parlando mi sembrano chiacchere, per tanti motivi.- Un conto sono gli interessi reali della gente, un altro quelli percepiti. Va da sé che il gregge non capisce niente, ma soprattutto oggi, in un’epoca di spoliticizzazione e rincorsa della superficialità, vota spessissimo sulla base di uno spot azzeccato o di una battuta ben riuscita.- Bersani è un nemico del popolo (se vogliamo trasfigurare quest’ultimo in soggetto pensante) e un servitore della dittatura europea quanto Monti, solo per la sua provenienza remota e quindi per la complessione del suo elettorato medio deve dissimulare un po’ di più.- Quando poi si parla di popolo bisognerebbe chiarire se al suo interno si comprendono i soli lavoratori italiani o anche la selva extracomunitaria presente e a venire, gli interessi degli uni e degli altri essendo contrapposti. Nel primo caso la posizione di Grillo va spostata di qualche tacca a sinistra, essendo l’unico che si oppone alla concessione della cittadinanza ai figli degl’immigrati. Nel secondo caso… l’ascissa orizzontale a sinistra del punto di intersezione perde significato.- Sulla collocazione e le alleanze dei vari partiti credo avrà un’influenza decisiva lo svilupparsi della crisi, di cui a mio avviso stiamo intravedendo i primi barbagli. Davanti al ‘caso serio’ tutte le chiacchere dei tempi grassi possono rovesciarsi nel volgere di un giorno.- Progressista o reazionario? Che significa nell’epoca del pensiero unico? Forse la migliore rappresentazione sarebbe un’asse unitario in cui a un estremo sta l’ossequio al regime plutocratico e all’altro il suo rifiuto. Questo approccio avrebbe il merito di sottolineare la diversità del M5S.

  6. Ecodellarete.net dice:

    Troppa insistenza nel valutare le posizioni delle quattro iconcine: ognuno può metterle dove meglio crede. Il senso del contributo consiste nell'invito a non ragionare SOLO in termini di interessi ideologici o SOLO in termini di interessi reali. La proposta (a prescindere dalle mie personali valutazioni) consiste nel fare lo sforzo di considerare entrambi gli aspetti del problema. I quali non sempre si sommano, anzi, spesso si elidono del tutto. Abbiamo infatti operai precari che votano per partiti reazionari, e pensionati con metodo retributivo, ottimi redditi e magari qualche centinaio di migliaia di euro in titoli e azioni, che votano per partiti della sinistra cosiddetta radicale. Insomma, gli schemini non sostituiscono il ragionamento, ma aiutano a non perdersi alla prima curva. Sono delle mappe, non il territorio.

  7. Lorenzo dice:

    Buona risposta. Rimane il fatto che sulla definizione di popolo e sulla significanza delle ideologie tradizionali (contrapposizione destra/sinistra) si gioca il significato delle due assi e quindi la verosimiglianza dell'intero schema.Se io ad es. ritengo che la contrapposizione destra/sinistra sia diventata insignificante, una foglia di fico buona a coprire l'universale asservimento della politica alla finanza, l'asse verticale perde la sua ragion d'essere.

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