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DOVE PORTANO LE CRITICHE ANTI-GIACOBINE A BEPPE GRILLO?

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3 aprile. Nota è l’affermazione di Beppe Grillo per cui “Siamo la rivoluzione francese senza ghigliottina”. Non è andata giù a certi anti-giacobini a cavallo tra De Maistre e Bakunin. Tal Mincuo s’incazza perché Grillo ha imposto ai suoi di definirsi giacobinisticamente (orrore!) “Cittadini” e non “Onorevoli” —titolo onorifico che il nostro difende ad ogni costo. Il nostro parte da lontano ma attacca Beppe Grillo perché imporrebbe dall’alto la linea a M5S e “addirittura” ai gruppi parlamentari. La questione ne solleva altre: il vincolo di mandato degli eletti ad esempio. Questo per la Cosituzione non c’è, essendo che ogni “Onorevole”, pur essendo eletto nelle liste di un partito, può spezzare questo vincolo come e quando gli aggrada in quanto rappresenterebbe “tutta la nazione”. Questioni di forma e galateo? Per niente. La politica…. Noi tiriamo un sospiro di sollievo ogni volta che Grillo rimette in riga gli ingenui neoletti di M5S.

La rivoluzione francese, i giacobini e Grillo

di Mincuo*

Tutte tre le parole: libertè, fraternitè ed egalitè, che riassumevano in un motto gli ideali Illuministi sono state tradite fin da subito dal Giacobinismo.
Solo per fare un esempio la libertà è divenuta subito il divieto di culto, che è una se non la libertà fondamentale, e la fraternità ha corrisposto fin dal primo momento a un’odio mai visto prima nella società.
Ma la parola realmente travisata e il cui portato nefasto dura fino ad oggi è egalitè.

Nel pensiero Illuminista l’eguaglianza, oltre alle ovvie considerazioni su diritti e doveri, aveva un portato molto profondo: significava il dialogo su basi paritarie e sulla base della ragione, e non di un pregiudizio o di una dottrina, verso le altre culture, le altre genti, gli altri costumi, le altre idee.
Attenzione, il confronto e il dialogo non significava per nulla l’annullamento della propria diversità o specificità, né la perdita delle altre diversità, anzi il contrario.

Era proprio l’amore per la diversità, la comprensione della diversità, l’apprezzamento della diversità, il rispetto della diversità, e la nozione che la cultura si sviluppa grazie ai contributi di ogni diversità e specificità culturale.
Infine era il concetto che nessuno dispone di una verità da imporre e quindi l’Illuminismo, proprio nel concetto di egalitè, si poneva assolutamente su un piano anti-dottrinario.

I Giacobini sono stati invece il primo esempio di fanatismo laico, seguito poi da tanti altri fanatismi laici, tutti caratterizzati da una componente di indottrinamento e intolleranza spaventosi. E anche quello è uno scivolamento di un termine, da laico a laicista.
Da cosa nasce questo? Da tante cose, ma in particolare dall’aver mutato il termine uguaglianza in egualitarismo.

L’egualitarismo è l’imposizione di un modello “uguale” stabilito però da uno che è “più uguale” degli altri e si pone in diritto di sancire e imporre cosa deve essere “uguale” per tutti e a tutti i costi, e in diritto di demonizzare, escludere condannare, perseguitare chi non è “uguale”.

Questo nelle sue forme più radicali. Ma anche nelle sue forme più blande è perlomeno l’idea di un compromesso al ribasso fino a trovare un comun denominatore, in cui ognuno annacqui le sue specificità fino ad arrivare a un modello uniforme, che però è guidato e imposto.
E così per ogni aspetto culturale e sociale.
Successivamente questo lo si porta man mano a norma intangibile.
E’ il politically correct.
Il quale però come ho detto viene imposto.

Noi abbiamo visto varie versioni di questo disegno Orwelliano: “l’uomo nuovo” Giacobino, che ad esempio ha cambiato il calendario, una tradizione millenaria ma non “egualitarista”.

E ha poi cambiato anche il sistema di misure, millenario, inventando il sistema metrico decimale. Eccetera. Poi abbiamo avuto l’”homo Sovieticus” che ne ricalca e ne amplifica molti aspetti e infine “l’homo Americanus” apparentemente più soft ma ugualmente pervasivo e dottrinario.

Grazie anche alla creazione di Istituti mondiali (ONU, WTO, FMI, BIS, W.B. Ecc…) spacciati per dei consessi in cui ascoltare le varie voci, ma in realtà tutti costituiti con una struttura rigidamente oligarchica in cui 5 membri permanenti (cioè non eletti e in carica eternamente per diritto divino) decidono tra le tante cose anche cosa deve essere “uguale” per ognuno.
E per ognuno deve essere “uguale” un modello di società, di sessualità, di morale, di costumi, di credenze, di modi di vivere, di giustizia, di organizzazione politica.

Arrivando anche in base a questo “uguale” tramutato anche nei famosi “diritti umani” (cioè i diritti umani secondo una sola versione) ad aggredire Stati che non si uniformano ai dettami del più ”uguale” di tutti e con ciò scavalcando le basi stesse del Diritto Internazionale che avevano sempre impedito di impicciarsi delle regole e degli ordinamenti che una Nazione si dà.
La società poi in generale viene allevata in una forma bigotta che non si era mai vista, un bigottismo laicista in cui vengono continuamente fissati dogmi e modelli, e molti di questi sono nel solco appunto dell’ uniformità, con incorporata la nozione che divergere da questa uniformità è sacrilego.
E’ una condizione imposta addirittura nell’inconscio delle persone, che infatti normalmente non se ne rendono conto.

Ed è in realtà un modello fanatico-religioso, fondamentalista.
Nella sostanza e in base grazie anche all’egualitarismo dal proletario universale bolscevico in conflitto con il consumatore universale capitalista si arriva o si arriverà al consumator-proletario o proletario-consumatore.
E’ l’Hegeliana tesi, antitesi e sintesi.

Cosa c’entra tutto questo con Grillo?

Io ho votato il M5S. Spiegando il perchè. In sintesi non per un programma, che a mio avviso non esiste, o meglio non esiste niente che io intenda un programma o che possa confrontarsi coi conti della Ragioneria Generale dello Stato.

L’ho votato per la possibilità di un cambiamento culturale.
E sperando che tra questi ci fosse il recupero di alcuni valori, tra cui il recupero del senso delle parole, della competenza e anche della diversità.
E questo nonostante non mi sfuggisse come era stato creato e alcune sue caratteristiche.

Non è che per ora abbia avuto grandi riscontri, anzi ho avuto alcune brutte sensazioni, ma c’è tempo, è giovane.

Due cose però mi hanno colpito, per il portato culturale.
Durante un intervista un Parlamentare Grillino, tale Crimi, accenna a una collega, tale Lombardi, chiamandola Onorevole. Lei lo corregge e dice “cittadina”, non “onorevole” con un sorriso di sufficienza per questo “errore” del collega.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Consultazioni-Lombardi-corregge-Crimi-Cittadina-non-onorevole-VIDEO_3238472959.html 

Non sapevo proprio però che fosse una scelta del M5S di rifiutare il titolo di Onorevole e di assumere il vecchio Giacobino “cittadino”.

Immagino che tutti saranno contenti e approveranno questa scelta ed invece per me è una cosa orribile che va nel solco del solito egualitarismo, e non promette niente di buono riguardo a un cambio di cultura, che era l’unico motivo per cui li ho votati, non essendoci null’altro in realtà per me.
E’ ben vero che Onorevole, che si riferisce ai Parlamentari, è un termine largamente sputtanato, perchè abbiamo avuto tanti Parlamentari incapaci o anche disonesti e che di onorevole non avevano molto.
Ma non è rifiutare il termine e farsi chiamare “cittadino” la soluzione.
E’ anzi una miseria intellettuale, e spero anche che non sia peggio, non una soluzione.

La soluzione è ripristinare il significato di Onorevole.
Perchè quello era il suo significato. Persona di onore, di specchiata onorabilità, e proprio per questo scelta a rappresentare l’elettore.
Quindi semmai avrebbero dovuto puntualizzare “davvero Onorevole” “realmente Onorevole” “certamente Onorevole” ma non certo “cittadino”.
Io non voglio un “cittadino” qualunque a rappresentarmi, altrimenti faccio un’estrazione a sorte.

Io voglio proprio un cittadino “Onorevole”. Un primus inter pares.
Veramente vorrei anche uno competente e non un’analfabeta che non sa nemmeno cosa sia la BCE, ma su questo ho chiuso un occhio dato che, a differenza di quanto sbandierato in campagna elettorale, ritengo che siano stati volutamente scelti i più sprovveduti della compagnia, per governare meglio il movimento.

La seconda, che riguarda lo stesso Crimi, è relativa al fatto che lui, eletto in rappresentanza di un Movimento, viene smentito in ogni dichiarazione da Grillo il quale però non è stato eletto da nessuno, che io sappia, e ufficialmente fa il portavoce.

Ma la cosa grave è che poi i Grillini si sono lanciati in frizzi e lazzi contro questo Crimi, il quale è un Parlamentare da loro eletto, che si assume una responsabilità Istituzionale, e in termini più chiari non è Grillo che dovrebbe smentire lui ma lui semmai smentire Grillo, se la Costituzione ha ancora un senso.

Che poi questo Crimi invece dovrebbe parlare solo dopo accordo preventivo col guru dietro le quinte, questo ha a che vedere col fatto che magari lui è un incapace, ma non cambia la sostanza.

Cosa voglio dire: che proprio chi si propone il ripristino della legalità, della Costituzione, e delle regole, lo fa a partire da un Parlamentare eletto che prende ordini pubblicamente e viene smentito pubblicamente dal signor Giuseppe Grillo da Genova, che è un Pinco Pallino, Istituzionalmente parlando.
Agghiacciante.


* Fonte: Il Ribelle

7 pensieri su “DOVE PORTANO LE CRITICHE ANTI-GIACOBINE A BEPPE GRILLO?”

  1. U.S. dice:

    Il vincolo di mandato deve essere dal basso all'alto. Ogni soviet è libero in ogni momento di revocare l'incarico al delegato e di inviare un altro incaricato all'assemblea. In ogni momento!Il vincolo di mandato di Grillo, invece, è dall'alto al basso. Lui e Casalleggio danno gli ordini e i burattini, come voi, obbediscono.

  2. Palme Palmester dice:

    Studia le regole U.S. Espulsione dal gruppo parlamentare del M5S:I parlamentari del M5S riuniti, senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l’espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza. L’espulsione dovrà essere ratificata da una votazione on line sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch’essa a maggioranza. Grillo e Casaleggio No..è chiaro che in questo momento danno una direzione politica con il portale ma aggiungerei per fortuna!!!

  3. U.S. dice:

    Rimane il fatto che non si tratta del vincolo di mandato dell'eletto nella fabbrica o nel quartiere tale…ma un vincolo con il gruppo, come voleva berlusconi: una legge dove solo i capigruppo votano come fossero proprietari di quote in un cda.

  4. keoma08 dice:

    Conosco un pò Mincuo per i suoi interventi in particolare su Comedonchisciotte.Ed è decisamente un tipo particolare.Spesso recita dogmi neoliberisti, sostenendo però che il liberismo non esiste proprio.Francamente, fermo restando che certamente Mincuo è su posizioni di destra economica, tatcheriana per intenderci, anche se certamente se interpellato negherebbe pure che esiste una destra economica, a me dà soprattutto l'impressione, come del resto molti bloggers di ogni tendenza, anche alcuni vicini al M5S, di voler a tutti i costi stupire gli intelocutori.Mi sembra quindi eccessivo dare tanto spazio ad una sua, una delle tante pressochè quotidiane, presa di posizione estemporanea.A me poi questa cosa del "cittadino" piace molto.Non tanto per il richiamo alla Rivoluzione Francese, che peraltro non poteva non essere "giacobina", ma perchè il termine marca nettamente una distanza.Vero però che un movimento col 25% dei voti dovrebbe lasciare più spazio ai suoi "eletti da popolo" … e forse anche scegliere meglio i propri capigruppo, anche se, a quanto ho capito, questi due – francamente impresentabili – sarebbero già a metà del loro mandato, visto che dovrebbero ruotare ogni tre mesi.Ma il problema di fondo, a mio giudizio, è un altro.E cioè il concentrarsi dei 5 Stelle, almeno in questa fase, solo sui problemi dei "costi della politica" o giù di li.Sono ben altri i motivi per cui hanno preso quel 25% e dovrebbero saperlo bene.E se certi problemi, a partire dal no ai vincoli europei, fossero stati rimarcati di più, come peraltro in campagna elettorale era avvenuto, sarebbe stato anche più chiaro e comprensibile il loro rifiuto alle avances di Bersani.

  5. Anonimo dice:

    Keoma te l'ho detto questi non servono a niente. Meglio che ognuno faccia le barricate per i fatti suoi. Tra l'altro i grillini si opporrebbero alle barricate, in nome di una fittizia non violenza fine soltanto al potere costituito. La non violenza di Grillo non ha niente a che fare con la non violenza di Gandhi

  6. Anonimo dice:

    Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

  7. Anonimo dice:

    Inoltre mi è piaciuta la tua critica a Mincuo, sulla negazione dell'economia di destra e sinistra. Peccato che la maggior parte dei grillini la pensa anche in questo modo. No ideali ma solo idee. Rimembri?

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