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TARANTO: MIRACOLO DA INCUBO di Maurizio Fratta

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20 maggio. Chi scrive su questo blog continua a pensare che la crisi economica che viviamo sia una evidente manifestazione della crisi dei valori della civiltà occidentale.
Per avere idea del suo dissolvimento riproduciamo qui un video, proposto ieri nel corso dell’intervento che Maurizio Pallante ha tenuto al Convegno “Raccontare la Terra la Terra si racconta” indetto dalla Libera Università della Autobiografia,fondata da Saverio Tutino e da Duccio Demetrio.

In un documentario di cinquant’anni fa si dà conto della distruzione di uno dei territori più straordinariamente ricchi di bellezza e di civiltà del nostro paese: la campagna dove sorgerà il polo siderurgico e petrolchimico di Taranto.

Sono gli anni del cosiddetto “miracolo economico”, effetto mirabolante di quello sviluppo —acriticamente accettato da tutto il ceto politico del tempo— che nel corso di mezzo secolo condurrà alla catastrofe dei nostri giorni.

Di sviluppo e miracolo economico ha scritto in proposito Massimo Bontempelli :

«Lo sviluppo economico è considerato il più imponente progresso umano anche e addirittura soprattutto, da socialisti e comunisti, i quali, proprio per questo, dapprima non ammettono, contro l’evidenza, che ci sia, dato che non possono assumersene il merito, essendo fuori dal governo del paese, e poi ne sottovalutano la portata, perché altrimenti avrebbero dovuto, in totale contraddizione con l’ideologia esplicitamente propugnata, valorizzare il capitalismo che di quello sviluppo è il motore».

Dalla americanizzazione della società italiana, travolta da un consumismo umanamente impoverente, sino alla spoliticizzazione delle masse e ad alla annessione al sistema dominante della stessa classe operaia il passo, dopo mezzo secolo, appare totalmente compiuto.

Alla annessione reale al sistema economico imperiale  corrisponderà la concessione di una sovranità nazionale puramente formale.

Se ne possono ora compiutamente  contemplare le rovine.

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