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UE: spunta la bomba atomica dei crediti bancari deteriorati di Tyler Durden*

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22 maggio. LA RELAZIONE TRA AUSTERITA’, DISOCCUPAZIONE E CRISI BANCARIE. Succede spesso che per leggere analisi serie sulla crisi dell’eurozona occorre attingere alla stampa finanziaria inglese. E’ questo il caso. Due tabelle davvero istruttive.
«Il problema dei crediti deteriorati o inesigibili in Europa tira in ballo come spacconata l’idea che la BCE possa effettivamente pigliarsi questa immondizia nel suo bilancio perché i politici si rendono conto che le sofferenze e i prestiti non esigibili non solo riducono la capacità delle banche di concedere prestiti, ma ostacolano il meccanismo di trasmissione della politica monetaria.

Le sofferenze consumano capitale e spingono le banche ad avversare il rischio, soprattutto per quanto riguarda i prestiti ai debitori ad alto rischio di rischio, anzitutto quelli delle piccole e medie imprese. L’Italia (con crediti deteriorati al 13,4% dei crediti complessivi concessi dalle banche) sta seguendo la stessa triste traiettoria lugubre dei crediti inesigibili della Spagna, il fenomeno è infatti in costante crescita (con un aumento medio annuo di circa il 2,5%).

AL LATO LA CURVA DEI CREDI BANCARI
DETERIORATI NEI PAESI PIIGS

La linea di fondo, in buona sostanza, viene ridotta ad un problema dei crediti inesigibili, al massimo al cattivo debito per cui tanto più grandi diventano i danni delle passività, inclusi i depositi.

Come abbiamo risposto tempo addietro la vera domanda in Europa è: a quanto ammonterà la riduzione di valore nelle varie nazioni europee prima che i depositi debbano subire un haircut? Con crediti inesigibili per un totale di 720 miliardi euro nella zona euro nel 2012, e 500 miliardi solo con le banche dei paesi periferici, sembra che l’haircut dei depositi attuato per Cipro da non-modello può davvero diventare il modello fondamentale.

In poche parole, più aumenta il tasso di disoccupazione più cresce  la pressione sulle banche affinché generino “profitti” con ogni mezzo possibile per coprire il deficit di capitalizzazione da sofferenze,fino al punto che l’haircut sulle passività è destinato a scattare.

Non è sorprendente che i paesi periferici dell’eurozona mostrino una curva che vede in aumento gli indici di crediti inesigibili. Ciò che preoccupa è la velocità di crescita, al 2,5% l’anno. Della periferia, la Grecia supera ogni record, con un indice di crediti in sofferenza del 25%, che non accenna a diminuire. L’Irlanda segue con un indice del 19%. In Italia l’indice (al 13,4%) è addirittura superiore a Spagna e Portogallo (che si attesta a circa il 10%).

PIU’ SOTTO LA CURVA DELLA DISOCCUPAZIONE
NEGLI STESSI PAESI PIIGS. Notate una relazione?
 

Il divario tedesco sta rendendo arduo il compito della Bce, sia in termini di definizione della politica monetaria per l’intera regione, sia riguardoa a come trattare una trasmissione monetaria alterata al di fuori della Germania. Draghi ha chiarito nella sua ultima conferenza stampa, che non è compito della BCE ripulire i bilanci delle banche, il che significa che i improbabile che la BCE è improbabile che si impegni con un prestito di 500 miliardi per far fronte al problema delle sofferenze in periferia.

·     *Fonte: zerohedgedel 17 maggio

·     **Traduzione a cura di sollevAzione

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