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CHE FIGURA DI MERDA

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1 settembre. Che quello Napolitano-Letta fosse un governicchio lo diciamo da quando è entrato in carica. L’altro ieri Mazzei smontava come infingardo il decreto legge sull’IMU, spiegando come e perché gli italiani, alla fine, avrebbero pagato più tasse. Ma il concentrato di dabbenaggine, imperizia e stupidità politica che sta venendo a galla sulla questione della presunta abolizione dell’IMU, supera anche la più fervida immaginazione. Sono stati proprio gli organi di stampa della classe dominante che, spulciando tra la pieghe del decreto sull’IMU, ne hanno scoperte di tutti i colori. Cosa ne vien fuori? Un governo composto da imbecilli prigioniero della tattica del cerino tra il Pdl e il Pd, ovvero del potere di interdizione di Berlusconi. In poche parole il governo si è dato da solo la zappa sui piedi, ed ora è più debole che mai. Meglio così.

PASTICCI E NODI VERI
di Fabrizio Forquet*

Un pasticciaccio. A due giorni dall’approvazione in Consiglio dei ministri il decreto sull’Imu torna ad essere un cantiere. Anzi uno “gnommero”, un groviglio, per stare al romanzo di Gadda. La bufera politica sul ritorno della tassazione Irpef sulle seconde case sfitte non solo ha costretto Governo e maggioranza a una goffa retromarcia, ma ha di fatto smontato la copertura del decreto per il 2014. A farne le spese, così, sono state le imprese, che non solo continueranno a pagare l’Imu per intera (anzi da quest’anno maggiorata) ma che hanno visto anche saltare quella parziale deducibilità dell’imposta che era prevista nella versione del decreto approvata in Consiglio dei ministri.

È vero che il Governo ieri ha assicurato di voler recuperare la norma in favore delle aziende già nei prossimi mesi, in parallelo alla legge di stabilità. Ma si tratta comunque di un nuovo rinvio, dopo quello con cui, all’inizio dell’estate, il Governo si impegnava a intervenire entro agosto.
Il nuovo casus belli è esploso ieri mattina. L’innesco è stato tutto politico. Alla lettura delle critiche dei giornali sulla rinnovata tassazione sulle seconde case sfitte, infatti, qualcuno nella maggioranza (più dalle parti del Pdl) è stato preso da improvviso ripensamento. Il rischio di un autogol con l’elettorato è stato giudicato troppo alto, meglio non farne niente. Eppure la norma era da giorni nel testo del decreto. Era conosciuta da tutti (Il Sole 24 Ore ne parla almeno da martedì scorso) ed era stata approvata in Consiglio dei ministri mercoledì.

C’è anche chi, dopo aver contribuito a scrivere, correggere, rivedere, limare il testo in decine di riunioni, ieri fingeva stupore e indignazione per la presenza di quell’articolo. Delle due l’una: o quella norma era davvero sfuggita – ma allora c’è molto da preoccuparsi sulla serietà con cui politici e tecnici di lungo corso seguono la stesura dei provvedimenti di legge – oppure siamo davanti all’ennesima ipocrita retromarcia dopo che si è stati presi con le mani nella marmellata e bacchettati dalla propria opinione pubblica.
Di fatto a due giorni dall’approvazione del decreto in Consiglio il testo è tornato in alto mare. La norma sulla tassa sulle seconde case sfitte, infatti, non era un comma di dettaglio. Era una parte importante della copertura in vista del 2014, alla quale contribuiva per ben 1,6 miliardi. Saltata questa, è dovuta saltare anche la deducibilità per le imprese e l’Economia ha dovuto riaprire tutto il lavoro sulle coperture.

Se ne riparlerà più avanti, con il provvedimento in arrivo a ottobre sulla service tax. Una tassa che a questo punto rischia sempre di più di diventare una supertassa, tale da far impallidire la stessa Imu che va a sostituire. Ciò che è peggio è che intanto si continua a rinviare la riflessione (e a questo punto anche il lavoro dei tecnici ministeriali che devono predisporre i testi) sui provvedimenti utili ad affrontare i nodi veri dell’economia, quelli del cuneo fiscale, della tassazione record su produzione e lavoro, della revisione della spesa, del rilancio degli investimenti, dell’acceso al credito. Il Sole 24 Ore ieri chiedeva un salto di qualità, per ora è arrivato un salto all’indietro.

* Fonte: Il Sole 24 Ore del 1 settembre 2013

Un pensiero su “CHE FIGURA DI MERDA”

  1. Giovanni dice:

    Un OT ma mi pare rilevante. Mentre il mondo prosegue l'economista twitta: "Meglio colonia francese che colonia tedesca". Questa sì che è una affermazione pro-domo galliarum, come ha recentemente titolato il suo amico Quarantotto (in post di critica alla moneta comune che poteva essere pure condivisibile). Che anche l'economista sia un uomo alla ricerca … delle coperture? Per fortuna qualcuno gli risponde.Il tweet, come si può vedere dal link, era in risposta a Giulia Innocenzi soddisfatta per il primo presidente donna del Senegal. Quell'emancipazione illusoria e di sola immagine di cui da anni si ammanta la nostra politica, PD in testa.Per chi ancora non avesse chiare le ragioni della sua veemenza contro i sovranisti questo dovrebbe rnderle evidenti.Chiudo l'off-topic. Buon Senegal a tutti.

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