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CHI È PIER CARLO PADOAN? di Emiliano Brancaccio

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22 febbraio. E’ nato il Primo Governo Renzi, ovvero il Governo Napolitano 3. Vedremo lunedì, quando Renzi si presenterà alle Camere, cosa questo governo prometterà di “fare”. 
La scelta di Padoan all’economia è tuttavia la cifra di una sostanziale continuità con le politiche austeritarie che hanno portato alla fame tanti italiani. 
Chi si illude che Renzi farà la “grande svolta” si disilluderà presto. Le classi dominanti si giocano l’ultima carta. Dopo si giocherà la partita vera, quella dell’alternativa.

«Pier Carlo Padoan fu uno dei miei professori durante i corsi del master in Economia del Coripe Piemonte, presso il Collegio Carlo Alberto. Sebbene fosse un master rigorosamente “mainstream”, ricordo che le lezioni di alcuni docenti, come Luigi Montrucchio e Giancarlo Gandolfo, suscitavano il nostro vivo interesse e alimentavano le discussioni. Tra i docenti c’era pure Elsa Fornero,  che nel ruolo di professoressa rendeva indubbiamente molto meglio che in quello successivo di ministra. Rammento che invece non eravamo particolarmente entusiasti delle lezioni di Padoan. Forse a causa degli alti incarichi che all’epoca già ricopriva, in aula appariva un po’ distratto, vagamente annoiato, non particolarmente persuaso dai grafici che egli stesso tracciava sulla lavagna. Di una cosa tuttavia il nostro pareva convinto: la sostenibilità futura della nascente moneta unica europea era da ritenersi un fatto ovvio, fuori discussione.
Era il 1999, data di nascita dell’euro, e Padoan guarda caso teneva il corso di Economia dell’Unione europea. Una volta gli chiesi cosa pensasse delle tesi di quegli economisti, tra cui Augusto Graziani, che esprimevano dubbi sulla tenuta dell’eurozona; domandai, in particolare, quale fosse la sua valutazione di quegli studi che già all’epoca criticavano l’idea che gli squilibri tra i paesi membri dell’Unione potessero essere risolti a colpi di austerità fiscale e ribassi salariali. A quella domanda Padoan non rispose: si limitò a scrollare le spalle e a sorridere, con un po’ di sufficienza.
All’epoca in effetti l’atteggiamento di Padoan era piuttosto diffuso. L’euro veniva considerato un fatto definitivo, discutere di una sua possibile implosione era pura eresia. Ben pochi, inoltre, si azzardavano a dubitare delle virtù taumaturgiche dell’austerità. Da allora evidentemente molte cose sono cambiate.
Sulla capacità delle politiche di austerity di rimettere in equilibrio la zona euro, in accademia lo scetticismo sembra ormai prevalente. Come segnalato anche dal “monito degli economisti” pubblicato sul Financial Times nel settembre scorso, esponenti delle più diverse scuole di pensiero concordano nel ritenere che le attuali politiche stiano in realtà pregiudicando la sopravvivenza dell’Unione. Persino il Fondo Monetario Internazionale critica la pretesa di riequilibrare l’eurozona puntando tutto su pesanti dosi di austerity a carico dei paesi debitori. Insomma, la dura realtà dei fatti costringe i più a rivedere i vecchi pregiudizi. Ma Padoan, che oggi si accinge a lasciare l’OCSE e ad assumere l’incarico di ministro dell’Economia, ha cambiato la sua opinione?
Non direi. In un’intervista rilasciata poco tempo fa al Wall Street Journal, il nostro ha affermato che la crescente sfiducia verso l’austerity è solo “un problema di comunicazione” visto che a suo avviso “stiamo ottenendo risultati”. E ha aggiunto: “Il risanamento fiscale è efficace, il dolore è efficace”.
Ci sono due modi per interpretare questa affermazione. Il primo è che Padoan stia cinicamente interpretando l’austerity come fattore di disciplinamento sociale. Dal punto di vista dei rapporti di forza tra le classi sociali ci sarebbe del vero in questa idea. Mettendola in questi termini, tuttavia, Padoan sottovaluterebbe il fatto che l’austerity sta anche contribuendo alla cancellazione di ogni residua istanza di coesione tra i popoli europei. Il secondo modo di interpretare Padoan è che egli ritenga tuttora che le attuali politiche aiuteranno il rilancio dell’economia. In questo caso avanzerei il sospetto che Padoan sia stato sedotto dai risultati di un suo ardimentoso studio recente, secondo il quale i paesi che passano da una situazione di indebitamento ad una di avanzo estero, e che immediatamente attivano politiche di austerity in grado di abbattere il rapporto tra debito e Pil, hanno maggiori probabilità di aumentare la crescita della produzione. Ora, anche volendo trascurare gli enormi limiti di significatività di questo studio, il problema è che esso entra in contraddizione con le evidenze oggi disponibili: non ultimo il fatto che l’austerity non sta affatto determinando una riduzione del rapporto tra debito e Pil [1].
In un caso o nell’altro, non deve meravigliare che Paul Krugman abbia tratto spunto dalla improvvida dichiarazione di Padoan per commentare che “certe volte gli economisti che occupano cariche pubbliche danno cattivi consigli; altre volte danno pessimi consigli; altre ancora lavorano all’OCSE”. E altre volte ancora, aggiungiamo noi, diventano ministri dell’Economia di un governo che anziché fare uscire il Paese dalla crisi rischia di affondarlo definitivamente».
                                                                       
NOTE   
[1] de Mello, L., P. C. Padoan and L. Rousová (2011), “The Growth Effects of Current Account Reversals: The Role of Macroeconomic Policies”, OECD Economics Department Working Papers, No. 871, OECD Publishing.

5 pensieri su “CHI È PIER CARLO PADOAN? di Emiliano Brancaccio”

  1. Anonimo dice:

    Penso che il dott. Brancaccio sia nel vero a vedere nubi oscure all'orizzonte : non si poteva cascare peggio.

  2. Anonimo dice:

    Ottimo articolo di Brancaccio; faccio solo una semplice riflessione: Nino Galloni alla Camera nel dicembre 2013 tracciava le basi di una politica espansiva con una manovra da 70 miliardi di euro, circa il 4,80% di pil -cito a memoria- e considrando il moltiplicaore fiscale arrivava in pochi anni ad in 116% debito su pil. Ora mi chiedo: se con le politiche di austerità il pil diminuisce + del bebito come fa il rapporto a diminuire?

  3. Anonimo dice:

    Galloni in quella sede disse anche una cosa molto importante che forse a molti è sfuggita lui disse che le politiche di austerità non servono a risanare l'economia degli stati ma ad imporre ai popoli una sofferenza inutile e gratutita.Bene per chi si è degnato di approfondire la questione (purtroppo quasi solo esclusivamente a destra)ha scoperto che passando per i vari Bilderberg,Aspen Istitute, Trilateral commission, Skull And Bones ecc..tutte le più grandi banche e multinazionali si arriva sempre ad un ristretto gruppo di famiglie(di origine ebrea ma questo è un particolare che ha una spiegazione religiosa nel sionismo talmuldico)che di fatto tengono in mano l'economia (attraverso l'indebitamento degli stati)dei paesi occidentali.Ora qui vi è qualcosa di pù dell'avidità umana qui siamo di fronte a personaggi che detengono tali ricchezze da poter mettere in crisi addirittura gli stati ( il caso Soros nè è un chiaro esempio )quindi è ipotizzabile che non sia il desiderio di guadagnare più denaro che gli spinga ad agire così.Questi personaggi attraverso un organizzazione piramidale che agisce per vie occulte (studiate la massoneria ed il ruolo occulto che ha svolto nella storia) riescono a mettere i loro uomini nei posti chiave delle più potenti organizzazioni economiche mondiali /fondo monetario, banca mondiale ecc)ed anche nei posti chiave ed ai vertici dei governi nazionali (Monti,Papademus,ecc..) che da quelle posizioni applicano politiche volte a favorire gli interessi di quei gruppi di poteri occulti ora io so che questo commento susciterà nei più ilarità e sbeffeggiamenti come la suscitò a me quando in ambienti di destra mi vennero proposte queste tesi ma purtroppo dopo aver studiato seriamente la questione l'ilarità mi è scomparsa per lasciare il posto allo sconcerto,qui siamo davanti ad un gruppo di pazzi che hanno una visione mistica e distorta del loro appartenere al popolo eletto e che attraverso un piano studiato e applicato nei minimi particolari stanno portando gran parte dell'economia mondiale e quindi della vita dei cittadini sotto il loro controllo infliggendoli sofferenze gratuite .Per chi pensasse che io sono un complottista fuori di testa vi garantisco che è lo stesso che pensavo io quando alcune persone mi paventarono questa ipotesi ma poi con il tempo e lo studio ho dovuto ammettere che le cose stavano effettivamente così.Domandatevi solo come è possibile che sulla banconota da un dollaro vi sia stampata la piramide con l'occhio ogniveggente e la scritta novo ordo seclorum, ora o alla zecca della federal reserve sono dei burloni ed hanno voluto scherzare oppure questa organizzazione è talmente sicura dei loro mezzi da aver stampato sulla banconota più diffusa negli stati uniti il loro folle piano contando sul fatto che il popolo in genere è una massa di beoti( e purtroppo spesso è così)e quindi non potrà fermarli.Ora in conclusione dopo che leggendo questo commento vi sarete fatti un sacco di risate vi consiglio di andare su youtube e cercare il documentario "The money masters ita"e poi "il segreto di oz ita " sono entrambi documentari circostanziati e dove il secondo ha vinto anche alcuni premi internazionali e dimostrano come alcune famiglie hanno di fatto preso il controllo della federal reserve con il federal act atto firmato alla viglia di natale con il parlamento vuoto inoltre i documentari dimostrano come nei secoli ci sia stata una battaglia senza esclusione di colpi per portare il controllo della banca centrale sotto il controllo di alcune potenti famiglie.Prima di sbeffeggiarmi guardatevii documentari altrimenti astenetevi perchè parlate senza sapere di cosa si parla.

  4. Anonimo dice:

    interessantissma intervista all'economista Nando Ioppolo il quale spiega e dimostra come l'euro, e il liberismo ovvero le due cose che hanno in 20 anni distrutto il welfare che con tanto sacrificio e lotte i nostri genitori e nonni si erano conquistati siano basati su teorie economiche completamente false e sbagliate ma che sono state insegnate e spacciate come verità nelle aule universitarie da uomini fedeli a certi circoli (sarebbe meglio dire logge)che poi ripagano questi uomini fedeli con incarichi prestigiosi e ben renumerati e da dove possono continuare a curare gli interessi di quei circoli (ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale)https://www.youtube.com/watch?v=cUKNnj6tTcw

  5. Paolo dice:

    Brancaccio dice il vero.Io penserei, no, penso che Padoan (e gli altri della stessa, diciamo, "corrente") non siano propriamente Economisti ma piuttosto seguaci od apostoli di una Religione.Non lo dico per puro intento polemico ma perché mi sembra che costoro trascurino i "Fatti", ciò che concretamente accade, sorvolino sui "Grafici" (non particolarmente persuaso), persi in una loro visione futura.In pratica sono idealisti ma, ahimè, della specie peggiore, più letale, perchè ciò che fanno ha a che fare con la carne ed il sangue delle persone, noi.In effetti anche i Nazisti inseguivano un ideale, no ? la pura razza ariana (mai esistita)

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