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SPAGNA: LA SINISTRA CONTRO L’EURO AVANZA

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23 aprile. Nel maggio dell’anno passato pubblicammo il Manifesto per l’uscita dall’euro sottoscritto, oltreché da Julio Anguita, storico dirigente comunista, da una serie di noti intellettuali spagnoli. Gran parte della sinistra italiana mise in atto una vera e propria congiura del silenzio. Quell’omertà era un sintomo. Mentre più della metà degli italiani pare abbia compreso che l’euro è stata una fregatura e ben un terzo ritenga che l’uscita sarebbe salutare la sinistra italiana, compresa quella “radicale” continua a tacere e se parla, farfuglia a difesa dell’euro, condanna ogni discorso sulla sovranità come “reazionario”. Chi voglia avere la misura del colpevole ritardo sugli eventi e della autolesionistica stupidità della sinistra italiana, guardi ai passi avanti compiuti da quella spagnola. Si svolgerà a Valenza, dal 9 all’11 maggio un importante convegno, al quale andremo, qui sotto il testo del Frente Civico che lo convoca.


«Il Fronte Civico discute del recupero della sovranità e dell’uscita dall’euro

Il Fronte Civico ha iniziato una campagna per trovare un’uscita sociale dallo stato d’eccezione nel quale si trova il Paese, uscita impossibile sotto la dipendenza delle politiche dell’UE e dei suoi governi.

Fin dalla sua Assemblea Costituente del luglio 2013, il Fronte Civico “Siamo Maggioranza” (FCSM) ha sostenuto che la società spagnola ha bisogno di discutere l’architettura politica ed economica della zona euro e l’influenza che esercita sulla situazione d’emergenza sociale che stiamo affrontando, ciò al fine di decidere davanti al bivio di fronte al quale ci troviamo: restare dentro al “sogno europeo” o riacquistare la sovranità politica ed economica.

A quel tempo noi esortammo a risolvere «la questione dell’euro e del suo impatto sulla nostra situazione economica e sociale. Il dibattito circa l’uscita della Spagna della moneta unica non è solo una questione spagnola, ma riguarda molti altri paesi. Come Fronte Civico dobbiamo affrontare con decisione e volontà di comprendere questa questione, che è fondamentale e deve diventare elemento costante della nostra preoccupazione e del nostro impegno».

In questo momento in cui si assiste ad una massiccia campagna di marketing politico a favore delle attuali istituzioni europee, riteniamo necessario avvertire che il sogno di integrazione europea è diventato un incubo che impone un duro presente e preannuncia un futuro cupo.

Julio Anguita

L’euro è un sistema di potere che concentra e riassume il tipo di Unione europea che è stata costruita: un sistema che sancisce politiche di austerità, il controllo dei deficit pubblici, l’indipendenza della BCE e, soprattutto, l’immenso potere del capitale finanziario in Europa. Inoltre, le tendenze strutturali alla divisione dell’Europa tra centro e periferia si sono intensificate con l’euro, alimentando uno sviluppo ineguale che aggrava e approfondisce le disparità dell’economia europea.

Questa Europa di Maastricht, del tutto estranea ai principi di coesione e collaborazione solidale, richiede un dibattito pubblico che ponga in una maniera motivata la necessità di lasciare l’euro per evitare il collasso finale del paese. E’ a questo obiettivo che il FCSM concentrerà i suoi sforzi su nelle prossime settimane attraverso una campagna pubblica che, con il titolo “Per il recupero della sovranità: Uscire dall’euro”, affronti la questione in profondità e tutte quelle che possono sorgere nel suo sviluppo .

La campagna inizierà con una serie di articoli di opinione in cui diverse personalità di riconosciuto prestigio condivideranno le loro opinioni sui possibili percorsi di recupero della sovranità nazionale e, dopo conferenze nelle diverse città, si concluderà con le giornate che si concluderanno a Valenza il 9, 10 e 11 maggio».


* Fonte: Frente Civico
** Traduzione a cura della Redazione

3 pensieri su “SPAGNA: LA SINISTRA CONTRO L’EURO AVANZA”

  1. Anonimo dice:

    In Italia l'uscita dal l'euro e' rimasto a un punto morto perché affrontato particolarmente su un piano prettamente economico .Abbiamo visto avvicendarsi sulla questione molti economisti come Bagnai,Borghi ,Brancaccio e premi Nobel senza invece mettere a Fuoco come di dovere l'aspetto Politico,cioè la dipendenza degli stati membri europei dal Potere Finanziario e dei pericoli evidenti per la Democrazia .Io credo che ciò non sia stato sufficientemente affrontato e le rappresentazioni degli economisti paradossalmente non hanno contribuito alla comprensione dei reali pericoli per i Popoli.

  2. Daniele Nurisso dice:

    Walter Hallstein, primo presidente dell'Unione Europea, fu il giurista nazista che definì le leggi per sottomettere le nazioni europee conquistate da Hitler. Lo stesso Walter Hallstein fu poi tra i padri fondatori della Unione Europea, ne fu il primo presidente e fu presidente della commissione europea per nove anni, dal 1958 al 1967. Walter Hallstein per nove anni, dal 1958 al 1967 fu l’architetto in capo della costruzione dell’Unione Europea, comandando un’armata di migliaia di burocrati al di fuori di ogni controllo democratico. L'Unione Europea di Bruxelles non è una democrazia ma una dittatura perché il popolo non può eleggere la Commissione Europea che non può nemmeno essere destituita. ebook gratuito a: http://www.relay-of-life.org/it/chapter.html

  3. enea dice:

    Credo che l'anonimo delle 10:46 abbia detto una triste, inoppugnabile e cruciale verità.Capire certi meccaninismi di questa crisi era necessario, ma è di capitale importanza non cadere in un economicismo astratto e potenzialmente fuorviante dal punto di vista politico.Oltretutto approfondendo maggiormente il discorso sulle ragioni di insostenbilità democratica di un "super-stato" europeo, che non può avere una costituzione perchè sotto a farla nascere non c'è un demos ( ma ce ne sono due decine, di pari dignità, alcuni dei quali risulterebbero inevitabilmente schiacciati ) e che poi non può essere democraticamente governato perchè non ci sono né una opinione pubblica comune né corpi sociali intermedi sovranazioni che possano mediare il rapporto tra cittadini e istituzioni, emergerebbero anche e con maggiore evidenza le ragioni della differenziazione tra la critica all'esistente da destra e da sinistra.Perchè è in queste dettagli che si nascondono differenze macroscopiche circa tematiche cruciali non meno della moneta, quali eventualmente la concezione autoritaria del potere e delle istituzioni.Al lettore mi sentirei di suggerire l'agile libricino di Badiale e Tringali, che più ancora che sulle questioni economiche dell'euro in realtà parla diffusamente proprio delle ragioni di insostenibilità democratica dell'UE.Ed anche gli articoli sulla UE di Aldo Giannuli, che proprio su queste questioni non sono molto precisi, consequenzialmente e logicamente rigorosi.In ogni caso, in generale, è vero che la questione andrebbe sviscerata più a fondo, e fatta maggiormente oggetto di controinformazione.Per carità è importante capire come funzioni una bilancia dei pagamenti, ma tanto per fare un esempio a ridosso delle elezioni europee, qua un po' tutti a parole vogliono riscrivere i trattati ( finanche il PSE i cui componenti ne sono i maggiori responsabili ), ma le persone a discuterci insieme restituiscono una plastica evidenza del fatto di non avere neanche vagamente idea di come venga scritto un trattato comunitario, di come entri in vigore, e di come eventualmente si possa riscriverlo.Lo sapessero a tanti verrebbe il dubbio che questa UE è architettata come il celebre "comma 22", e che il comma 22 non è per definizione democratizzabile dall'interno.http://siamogeek.com/wp-content/uploads/2014/01/comma22_1.gifMa la realtà è che quasi nessuno ne è consapevole.

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