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GIORNI DECISIVI PER LA CRISI UCRAINA di Emmezeta

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2 settembre.

Mentre le truppe di Kiev sono in ritirata, Lady Pesc fa subito l’antirussa

Nella foto: a sinistra, Donald Tusk, Federica Mogherini e Herman Van Rompuy (ansa)

Si annunciano giornate decisive per il futuro dell’Ucraina. Le forze di Kiev sono in ritirata, Putin parla apertamente di una “nuova statalità” nel sud-est del paese, l’Europa prepara sanzioni più pesanti per Mosca, mentre la Gran Bretagna sta allestendo una forza di “rapido intervento” insieme ad altre 6 nazioni.

In questo quadro si tiene oggi a Minsk una nuova riunione del “gruppo di contatto”. Per il ministro degli esteri russo, Lavrov, l’obiettivo è il “cessate il fuoco” immediato. Dopo la precedente riunione nella capitale bielorussa, tenutasi il 26 agosto, alcuni commentatori avevano improvvidamente parlato di una possibile “svolta” verso una soluzione politica. Si è visto con quale riscontro nella realtà.

Stiamo dunque ai fatti, che bastano ed avanzano per descrivere una situazione di una gravità straordinaria.



La situazione sul terreno


Non solo i fascisti di Kiev, ma pure i governi occidentali, ovviamente spalleggiati dall’intero apparato mediatico, continuano a sostenere la tesi dell’intervento diretto nel conflitto di alcune migliaia di militari russi, specie nel nuovo fronte sul mar d’Azov a pochi chilometri da Mariupol. Ad oggi nessuna prova è stata portata a sostegno di questa accusa, tuttavia i media continuano a rilanciarla, sia pure in maniera assai più prudente.


Interessante il caso del pur pessimo Fabrizio Dragosei, sul Corriere della Sera di stamattina. Il giornalista non rinuncia alle solite insinuazioni, ma riconosce l’avanzata dei ribelli della Novorossiya, dimostrando, pur senza ammetterlo, quanto fossero fasulle le cronache delle settimane scorse che davano Donetsk e Lugansk in procinto di cadere.


Leggiamo:

«Sul terreno la situazione per le forze regolari si sta facendo disastrosa dopo che i ribelli hanno ricevuto uomini e mezzi passati attraverso la frontiera. E’ per lo meno molto probabile che si tratti di aiuti russi diretti (la Nato parla di ben più di mille uomini con tank e blindati), ma ormai non è più questo il punto. Nel settore di Lugansk i governativi hanno dovuto abbandonare un importante centro riaprendo il collegamento con i valichi di frontiera (da dove possono arrivare nuovi aiuti). Hanno subito ingenti perdite e sono quasi in rotta. A Donetsk i filorussi si apprestano a riconquistare l’aeroporto, anche se la battaglia sarà durissima. Nel sud, lungo la costa, è atteso da un momento all’altro l’attacco a Mariupol; dopodiché la via per la Crimea sarà aperta. Kiev spera nell’assistenza militare europea ma è chiaro che l’idea di vincere sul terreno è del tutto velleitaria».

Eh già, peccato che fino a qualche giorno fa Dragosei, ed i suoi gemelli sparpagliati nelle redazioni mainstream, sostenessero esattamente il contrario… 

Le provocazioni occidentali si intensificano


Naturale che in questo quadro l’occidente sia in fibrillazione. Pensavano che per controllare l’Ucraina bastasse prendere il controllo di Kiev, addirittura affidandone il governo alla peggior  destra in circolazione. Le cose si sono rivelate come minimo un po’ più complesse, ed ora la situazione sta rapidamente scivolando verso un possibile punto di non ritorno.


Da qui le nuove provocazioni nei confronti della Russia. L’idea dell’Unione Europea – che in questa fase sta facendo il muso duro senza che gli Usa la debbano spingere troppo – è ancora quella di colpire la Russia con le sanzioni. Nelle parole della Merkel, l’Europa ha “dato i sette giorni” a Putin. Il quale ha risposto ricordando la forza militare russa ed evocando per la prima volta la possibilità della nascita di un nuovo stato. Per il capo del Cremlino, Kiev deve negoziare direttamente con i rappresentanti della Novorossija «non su questioni tecniche, ma sull’organizzazione politica della società e sulla statalità del Sud Est dell’Ucraina».


Perché stupirsi di queste parole? A Mosca andrebbe benissimo un’Ucraina federale e neutrale. Ma è proprio questa prospettiva ad essere respinta dal governo di Kiev. Dunque, perché no ad una secessione di popolazioni che non potrebbero sentirsi al sicuro nell’Ucraina di oggi? Se questa possibilità viene presa in considerazione da Putin, figuriamoci dagli insorti. Essi combattono tenacemente ormai da mesi, hanno vittime e città semidistrutte. Potrebbero ora accettare un compromesso al ribasso? Dubitarne è il minimo.

Il ruolo di Londra


Nella politica guerrafondaia dell’Europa un ruolo particolare lo vuol giocare il governo inglese. Trattandosi dell’avamposto europeo dell’imperialismo a stelle e strisce la cosa non può certo stupire. Tuttavia, l’iniziativa partita dal governo Cameron è di una gravità inaudita. La sua proposta verrà portata al vertice della Nato, che si terrà in Galles il 4 e 5 settembre.


In pratica si tratta della costituzione di una forza di “intervento rapido”, formata da forze speciali ben addestrate e ben armate da tenere immediatamente pronte per un intervento in Ucraina. Inizialmente si parla di 10mila uomini, facilmente aumentabili, posti sotto comando britannico. Al momento hanno aderito al progetto inglese altri sei paesi della Nato: Danimarca, Olanda, Estonia, Lituania, Lettonia e Norvegia. Una specie di alleanza del nord Europa, nella quale potrebbe confluire il Canada. 


Come si può ben capire, altro non sarebbe che un nucleo Nato che agirebbe lasciando per il momento formalmente al di fuori l’Alleanza Atlantica in quanto tale. Una mossa ovviamente concordata con Washington, dove certamente si sono già calcolati i pro e i contro dei possibili scalini dell’escalation in corso. 

Intanto Lady Pesc…


Federica Mogherini, altrimenti detta Lady Pesc, ovvero più pomposamente «Alto Rappresentante per gli affari Esteri dell’Unione europea», ha iniziato il suo lavoro mettendosi subito in prima fila nella propaganda antirussa. «Putin non ha mai rispettato gli impegni presi», questo il suo approccio molto ma molto diplomatico alla questione Ucraina (intervista al Corsera di oggi). Oh bella! Ma non si diceva di costei che sarebbe stata troppo filo-russa? Chissà, sarà stata folgorata sulla strada di Bruxelles…


Ma Lady Pesc non si ferma a questo. La politica russa in Ucraina sarebbe solo un mix di aggressione militare e di provocazioni. E, provocazione per provocazione, cosa tira fuori la Mogherini? Niente meno che la vicenda dell’aereo malese. Vicenda ormai nel dimenticatoio in occidente. A proposito: come mai non ci dicono nulla sulla scatola nera che pure gli occidentali hanno nelle loro mani? Qualcosina da nascondere? E’ quel che pensano le persone normali, ma Lady Pesc no. Per lei Putin «ha sprecato l’opportunità di dare una svolta, esercitando la sua influenza sui separatisti, in occasione dell’abbattimento dell’aereo malese».


Già, Putin avrebbe dovuto consigliargli di prendersi una colpa quasi certamente non loro. Ad ovest del Dnepr sarebbero stati (quasi) tutti contenti.


Questa è Lady Pesc. Ma almeno di questo non allarmiamoci troppo. Non passerà molto che ci saremo dimenticati della sua stessa esistenza.

12 pensieri su “GIORNI DECISIVI PER LA CRISI UCRAINA di Emmezeta”

  1. Luca Tonelli dice:

    ma scusate, al di là di tutto, qui sopra quindi si sostiene che non ci sono soldati russi nelle fila dei ribelli?mi pare un pò improbabile. essendo che nessuno di noi è nato ieri…la fanteria meccanizzata per sfondare le postazioni dell'esercito di Kiev è stata tenuta in naftalina per mesi e tirata fuori dal cilindro adesso per fare una sorpresona ad effetto?l'offensiva verso Mariupol sarebbe partita dalle forze separatiste prima asserragliate su Donetsk e Lugansk? secondo l'autore è plausibile che abbiano fatto un "giro largo" tornando al confine, poi scendendo verso sud, e infine solo dopo spingendosi verso ovest?boh….io penso che si debba anche "noi" riconoscere la realtà. lo scenario ucraino è per ora terreno di scontro Usa-Ue vs Russia. uno scontro per il mantenimento dei propri interessi nell'area. si tratta di imperialismo. da ambo le parti.

  2. Anonimo dice:

    Mi pare sia ben chiaro che la ribellione dell'Ucraina è solo un "Golem" per mettere in difficoltà la Russia, già abbastanza impegolata con la questione degli Islamici sul territorio dell'ex URSS. Si è tirata fuori la storia degli ex nazisti, ma la verità potrebbe essere ben più tragica ora che anche l'Inghilterra ci mette la sua pezza proponendo un coinvolgimento delle forze militari Nato e quindi anche dei soldati italianiCioè, come ormai molti giudicano, si spinge per innescare l'Armagheddon.IL confronto invero è provocato come sempre dal rischio che è in corso sempre più accanita una guerra delle monete e nel contempo una competizione economica insidiosissima per America e Soci.

  3. Luigi dice:

    @Luca TonelliChe la Russia non sia l'URSS è un fatto conclamato, che come esistano influenze occidentali sulle rivolte di Kiev è altrettanto vero che esistano spinte sul fronte opposto. E allora che fare? L'ingresso nell'UE e nella NATO creerà problemi in primis agli ucraini e in ultima istanza a noi. Perchè se USA e UE ottenessero (improbabile) questo successo l'Unione si stabilizzerà dando un altro colpo a chi prova ad uscirne dalla gabbia. In più avremmo frontierre sempre più aperte e sempre più manodopera a basso costo.Qui non si tratta di patteggiare per un imperialismo o per l'altro. Si tratta di vedere innanzitutto cosa conviene a noi. A noi conviene l'Ucraina? A loro conviene? No.A noi conviene l'embargo alimentare? Non credo affatto.E' una questione di opportunità, sembrerà brutale ma è così.

  4. Mich Paga dice:

    quello che sappiamo noi è solo propaganda, noi, come popoli, non contiamo nulla.Se veramente vogliamo capire come stanno le cose osservate i fatti:1) aereo malese abbattuto = colpa di putin ma stranamente dopo sette settimane e da 4 che analizzano le scatole nere trovate intatte non si sa più nulla; 2) colpo di stato in ukraina fatto dagli americani con soldi ed armi (in rete ci sono telefonate riservate che dicono come stanno i fatti).3) chi tocca l'egemonia del dollaro muore: vedi Saddam che voleva vendere petrolio non in dollari, Gheddafi che voleva il dinaro d'oro per gli scambi in africa, ed ora la creazione di una banca mondiale fondata dai BRIC (è troppo).Personalmente ritengo che i media e tutta la stampa occidentale stia indirizzando ed ammaestrando i popoli per una guerra (ad esclusivo vantaggio usa).

  5. Anonimo dice:

    Le forze corazzate della Novorussia sono quelle che ha perso Kiev nell'ultimo mese!

  6. Luca Tonelli dice:

    allora all'esercito ucraino sarà venuta una forma rara di influenza chiamata "abbandonite"….che si traduce nell'abbandono di tutto punto di armamenti sul posto proprio mentre si sta ponendo un assedio a una città….e dunque mentre si è in teorica posizione di forza.@Luigi: ma ci mancherebbe. fosse per me l'Ucraina nella UE non vi entrerebbe mai e poi mai. io non avrei preso dentro neanche l'est europa oltre la polonia e cecoslovacchia.il punto è che non possiamo, dato che gli USA sono il "nostro" imperialismo (nel senso quello da cui dobbiamo liberarci), dimenticare la realtà o idolatrare senza motivo altri paesi imperialisti quale la Russia solo perchè hanno interessi che li portano a scontrarsi con gli USA.ci vuole obiettività x essere credibili. un pò di obiettività rende più credibili di mille riforme renziane 😀

  7. Anonimo dice:

    " Chi tocca l'egemonia del dollaro muore: vedi Saddam che voleva vendere petrolio non in dollari, Gheddafi che voleva il dinaro d'oro per gli scambi in Africa, ed ora la creazione di una banca mondiale fondata dai BRIC (è troppo)."Il guaio è che moriranno i nostri soldati sotto le bandiere della Nato. Si profila un nuovo caso Jugoslavia.Ma noi nella Costituzione cosa abbiamo scritto:? "L'Italia ripudia la guerra …."La Costituzione non è ancora stata abolita!!!Il Presidente della Repubblica faccia rispettare la Costituzione poiché Lui ne è garante. Altrimenti potrebbe essere alto tradimento.

  8. Redazione SollevAzione dice:

    Rispondendo a Luca Tonelli.In realtà nell'articolo non si sostiene che non vi siano russi a fianco dei ribelli, ma soltanto che non vi sono prove di una presenza diretta di militari russi. Il che è un fatto.Lo so, la questione può apparire di lana caprina, ma non lo è affatto.Oltre alla fornitura di armi, ci sono diversi modi per appoggiare una forza combattente: presenza diretta, con contractors, con volontari.Il governo di Kiev denuncia un giorno sì e l'altro pure la presenza sul suolo ucraino di forze regolari dell'esercito russo. Su questo però non ha fornito alcuna prova.Detto questo, sono d'accordo che ad oggi l'aspetto principale è quello dello scontro geopolitico tra Usa-Ue da una parte e Russia dall'altra. Proprio per questo la situazione è a mio modesto avviso gravissima.La geopolitica non deve però impedirci di vedere due cose: la natura nazistoide del regime di Kiev, la piena legittimità della resistenza popolare delle popolazioni del Donbass. Infine, anche se non abbiamo nessuna simpatia per Putin, non possiamo mettere sullo stesso piano il progetto espansivo della Nato e la risposta russa, obiettivamente del tutto difensiva.Nessuna equidistanza dunque: il nemico sono gli Stati Uniti, la Nato e l'Unione Europea.

  9. Anonimo dice:

    Dire "il nemico" può essere impreciso. Meglio invece il termine di "aggressore".Come sempre ha una certa importanza definire chi "ha cominciato per primo" ed è chiaro che sono stati gli "Atlantici".

  10. Horacio Parenti dice:

    ESTADOSUNIDOS, PERO COMNO NOSOTROS ESTAMOS DOMINADOS POR ESTADOS UNIDOS, DEBEMOS APOYAR A RUSIA. SI USTEDES MUCHACHITOS, NON HAN ENTENDIDO ESTO, DEDIQUENSE A ESTUDIAR, COMO DECIA LENIN.

  11. Horacio Parenti dice:

    Debemos apoyar al enemigo de nuestros enemigos. Me parece que alguien aquì no sabe la diferencia que existe entre "tàctica" y "estrategia"

  12. Redazione SollevAzione dice:

    Rispondiamo in italiano per rispetto alla grande maggioranza dei nostri lettori.(1) D'accordo che gli Stati Uniti, con la NATO sono il principali nemico dei popoli oppressi e il principale guardiano dell'ordine capitalistico mondiale.(2) Vanno quindi sostenute quelle forze che contrastano l'ordine monopolare e imperialistico statunitense.(3) Non tutte queste forze, tuttavia, sono antimperialistiche. Alcuni stati e potenze capitalistiche e imperialistiche minori vanno in rotta di collisione con gli USA. (4) non siamo certo indifferenti rispetto a questo conflitto: un'ordine policentrico è preferibile a quello monopolare.(5) ma con questo non ci fa scambiare lucciole per lanterne, non ci fa ritenere Putin un antimperialista; ne ci spinge a svolgere il ruolo di truppe ausiliarie di potenze e stati capitalistici. I loro interessi di fondo sono molto diversi dai nostri.(6) Appunto, non confondiamo la tattica con la strategia!

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