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SENTITE E GUARDATE CHE DICEVA IL “MORTADELLA”….

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29 gennaio

Vedremo come andrà a finire questa stucchevole pantomima dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. 
UNA PRIMA COSA ci rincuora: chiunque egli sarà, difficilmente potrà fare peggio di Napolitano.

UNA SECONDA COSA appare chiara: quale che sia il coniglio che Renzi tirerà fuori dal suo cappello, sarà appunto un “coniglio”, un Presidente “debole”, che non dovrà disturbare l’autista. Nell’assetto post-democratico che viene fuori dalle modifiche istituzionali e dalla nuova legge elettorale Italicum, emerge infatti un sistema in cui l’esecutivo, quindi il Presidente del Consiglio, concentrerà nelle sue mani le leve decisive del potere. Una forma sostanziale e anti-costituzionale di presidenzialismo in cui il dominus è il Premier. Per cui: niente dualismo di poteri.

Anche per questo Prodi non sarà il nuovo Presidente, e non solo perché è la bestia nera di Berlusconi.

Tuttavia proprio Romano Prodi —il boiardo che curò dal 1982 al 1994 lo smembramento dell’IRI e le privatizzazioni di Alfa Romeo, della siderurgia pubblica, infine la scandalosa vendita a prezzi stracciati della SME a De Benedetti; uno degli artefici dell’euro come Presidente del Consiglio (dal 1996 al 1998), poi Presidente della Commissione europea dal 1999 al 2004— è stato scelto come uno dei papabili dal Movimento 5 Stelle.


Una scelta a dir poco scandalosa, quali che saranno i voti che gli attivisti di M5S gli attribuiranno nell’altra pantomima che è il voto in rete.

Una cosa è certa: i Cinque Stelle non potevano giocare in modo più maldestro la partita del Quirinale. Prima han detto: “Renzi faccia i nomi e poi noi li facciamo votare dalla rete”. Hanno cioè giocato di rimessa, offrendo a Renzi un ruolo che la Costituzione non gli assegna affatto, quando avrebbero dovuto proporre in maniera decisa un candidato che rappresentasse la diffusa esigenza di una rottura col passato, con la casta e con le politiche austeritarie euriste.
Poi si sono decisi ad entrare in partita, ma peggiorando le cose, ovvero fornendo nove nomi tra cui appunto quello di Prodi. Un’abile tattica? Per niente: una gran cazzata, segno ulteriore di insipienza e dabbenaggine politica.

Ora godetevi lo spettacolo per rendervene conto…

2 pensieri su “SENTITE E GUARDATE CHE DICEVA IL “MORTADELLA”….”

  1. Vincesko dice:

    Accuse da propaganda di destra. Per quanto riguarda le “colpe” di Prodi sulle privatizzazioni, in qualità di presidente dell’IRI, tanto sbandierate da anni, mi limito ad osservare che egli allora non aveva responsabilità politiche e le privatizzazioni furono fatte in esecuzione e di direttive UE e di leggi emanate dal Parlamento italiano e sotto lo stretto controllo del Ministero del Tesoro e del Ministero delle Partecipazioni Statali. Certo, nessuno è perfetto, e neppure le privatizzazioni lo furono, ma non sono mai emersi profili penali e le valutazioni – il “capital budgeting” è problema complesso (v. ad es. il caso SME), non da Bar Sport – venivano fatte da consulenti di rango sotto il controllo degli advisors. Sul tema, allego:a) questa ottima e dettagliata ricostruzione: Privatizzazioni b) le voci di Wikipedia sull’IRI e sulla SME (con alcune note critiche attendibili, che pur all’epoca e successivamente ci sono state) IRI SME In generale: la valutazione d’azienda ed il “capital budgeting” rappresentano una problematica molto complessa, roba da esperti, da società specializzate. Valutazione d’aziendaCompito del commercialista o comunque, del perito in genere, è, dunque, quello di attribuire un valore economico al complesso organizzato dall’imprenditore. Tale processo, è bene ribadirlo, viene condizionato da molteplici fattori, quali la tipologia d’attività svolta, il luogo, il tempo, i dati disponibili e naturalmente, lo scopo che s’intende perseguire e di conseguenza, il metodo valutativo prescelto.Circa quest’ultimo aspetto la dottrina ha elaborato dei criteri di stima che, sostanzialmente e con le loro ulteriori specificazioni, possono essere così sinteticamente elencati:a) Metodo patrimoniale (semplice e complesso)b) Metodo redditualec) Metodo finanziariod) Metodi misti Valutazione d’azienda Capital BudgetingDefinizione: Analisi volta a valutare il tasso di remunerazione di un investimento e il costo per sostenerlo. Il capital budgeting, attraverso l’utilizzo di alcuni strumenti analitici (metodo del valore attuale netto, metodo del tasso di rendimento interno, pay-back period, residual income), consente di confrontare e successivamente scegliere le migliori forme d’investimento. Finanza d’impresa (continua)

  2. Vincesko dice:

    (segue)IRI-ALFA ROMEO. Io ero dipendente IRI e non mi risulta che Prodi l’abbia distrutta o svenduta, come si dice, anzi. I media di centrodestra, e gli agit-prop e milioni di allocchi che ripetono a pappagallo, sostengono che Ford voleva strapagare l’Alfa Romeo e Prodi ha regalato l'Alfa Romeo agli Agnelli. E’ una balla sesquipedale, che resta tale anche se è ripetuta ossessivamente dalla propaganda di centrodestra. L’Alfa Romeo perdeva centinaia di miliardi ogni anno, finanziati attingendo dai fondi di dotazione alimentati dallo Stato, quindi pagati in definitiva dai contribuenti italiani. Persino sul Giornale, il 20 agosto 2003, fu pubblicato un articolo che raccontava abbastanza fedelmente la vicenda. La vendita dovette passare anche al vaglio della Commissione europea, che eccepì soltanto sugli aiuti di Stato e non sulla congruità dell’offerta. Certo, tutto è opinabile, ma le valutazioni d’azienda sono un problema complesso e sofisticato che di solito coinvolge advisor di rango, l’importo complessivo era congruo, le altre condizioni dell’offerta Fiat erano complessivamente migliori, altro discorso fu il vantaggio per la Fiat del pagamento rateale. Nulla in Italia avviene senza l’intromissione della politica, e questo valeva ancor più per l’IRI (di cui l’Alfa Romeo e la Cirio facevano parte), che era di proprietà dello Stato e controllata politicamente dal Ministero delle Partecipazioni Statali. L’intervento dei politici sul caso Alfa Romeo (e più tardi sul caso SME , che era la finanziaria del settore alimentare) fu pesante. La proposta Ford prevedeva un taglio ai due stabilimenti Alfa Romeo, anche per questo fu preferita la proposta Fiat.

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