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CRONACA DI UN FLOP di C. Su.

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1 febbraio

Riceviamo e pubblichiamo

Ieri, a Roma, ho fatto un salto al Seminario di Rifondazione Comunista dal titolo “Crisi, Euro, Italia, Europa”. [Vedi immagine più sotto]

Purtroppo sono stato presente soltanto il pomeriggio e, quindi, il mio resoconto sarà molto parziale e sintetico.

Presenti: malgrado il nutrito parterre, pochi, molto pochi. Per darvi un’idea la sala (la stessa del Centro Congressi Cavour dove abbiamo svolto domenica scorsa il convegno “Oltre l’euro. Contro le politiche neoliberiste“) era mezza vuota e composta, per il novanta per cento, da militanti di Rifondazione Comunista. In altre parole: attrattiva vicina allo zero. Suppongo che nella sessione mattutina ce ne fossero ancora meno vista la concomitanza dell’elezione del Presidente della Repubblica…

Interventi:

Haris Golemis (Comitato Centrale Syriza): sembra quasi abbiano fatto apposta a scegliere il peggior elemento di Syriza. Non tanto e non solo per la solita fuffa “Syriza non vuole uscire dall’euro, vogliamo cambiare l’Europa“, ma soprattutto per la sua valutazione sulla crisi Ucraina perché “noi non siamo contro le sanzioni, siamo contro il metodo“. 

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Fortunatamente Syriza è anche altro.

Eleonora Forenza: qui stenderei un velo pietoso. Già l’inizio “io non capisco nulla di economia ma…“. Per continuare con “il nostro orizzonte è l’Europa“. “Noi dobbiamo essere contro l’austerità, ma per l’Europa“. “Insieme a Barbara Spinelli stiamo facendo un grande lavoro in Europa” (colpa mia che non ne ho avuto notizie). Penso basti.

Loris Caruso (Ricercatore Università Bicocca di Milano). Questo è stato probabilmente, insieme ai soliti noti, uno degli interventi migliori. In particolare sull’analisi della vittoria di Syriza e Podemos che ha sintetizzato in tre punti 1) Estraneità al ceto politico (in altre parole: no alleanze ora che ci sta Renzi, ma no alleanze col centrosinistra);  2) Novità (al netto delle differenze tra Syriza e Podemos) nella forma, nell’identità e nel linguaggio; 3) Messaggi chiari, netti e radicali. Interessante, poi, è stata la sua valutazione sulla riappropriazione delle parole “Patria, Comunità e Nazione”, da non lasciare alla destra che le articolerà non nel senso dell'”emancipazione” ma in quello della chiusura.

Dino Greco e Ugo Boghetta hanno detto per molti versi ciò che diciamo noi della “Sinistra contro l’euro”: per un’uscita da sinistra dalla crisi e dall’euro. Dino Greco ha lasciato il testo del suo corposo intervento.

Luciana Castellina: senza dubbio il peggior intervento. Non somo bastate, evidentemente, le sconfitte seriali, la perdita di militanti ed elettori per non far rinunciare all’alleanza (non esplicita, ma evidente) col centrosinistra… Castellina: “il nostro obiettivo è l’unità della sinistra” (con chi? Non si sa) a “Gli elettori e i militanti del Partito Democratico sono la nostra gente” per concludere in gloria: “L’elezione di Mattarella è una vittoria della sinistra“. 
Non ho proprio alcun commento da fare.

Per non dimenticare le genialate di questa sinistra

Si è infine concluso il seminario con l’intervento di Paolo Ferrero. Che per certi versi è stato uno dei meno peggio. Non posso negare di aver condiviso l’80% del suo intervento, il problema è che il 20% era quello fondamentale. E dunque è risultato contraddittorio e, a volte, anche privo di senso logico. Vi trascrivo letteralmente e senza modificare alcunché ciò che ha detto e giudicate voi.

Non dobbiamo opporre astrattamente l’internazionalismo proletario all’internazionalismo del capitale, ma difendere la sovranità nazionale e popolare“; “La nostra prospettiva non è l’Italia ma dobbiamo difendere le sovranità nazionali rimaste“; “Voglio gli Stati socialisti d’Europa” (e quindi Paolo? Io voglio la rivoluzione comunista mondiale. Che giochiamo a chi la spara più grossa?); “Noi non siamo per l’euro, non difendiamo l’euro, ma non diciamo neanche di uscire dall’euro” (ah beh…); “Noi diciamo che l’uscita dall’euro è una domanda imposta dalle destre“; “Noi non dobbiamo essere contro l’euro, ma contro il liberismo” (che l’euro sia lo strumento per imporre il liberismo in Europa è un dettaglio, vero Paolo?). 

Per concludere con “Non capisco perché ci accusano di essere contraddittori sull’euro” (eh già non lo capisco proprio….).

8 pensieri su “CRONACA DI UN FLOP di C. Su.”

  1. Anonimo dice:

    No un momento mettiamo le cose in chiaro.La mattina io c'ero e Brancaccio ha affermato testualmente con molta decisione:"Il discorso "euro sì-euro no" è un discorso di destra"Ma ha aggiunto che si può cercare di riformare l'UE nel senso di una vera unione fiscale MA E' UN TENTATIVO CHE HA SENSO ENTRO UN CERTO TEMPO. Al di là di questo termine temporale bisognerà rendersi conto che non è realizzabile.E a quel punto ha detto:"Quindi se i greci trarranno il dado dell'uscita dall'euro noi li sosterremo costi quello che costi"La cosa agghiacciante sono stati gli altri relatori, l'introduttrice – una certa disastrosa signora di nome Roberta – Pizzuti e Mazzetti che esprimevano darammaticamente l'anima più profonda di PRC, quella vecchia, burocratica, incapace di stare al passo con la modernità, indecisa e con le pezze al culo.Giacchè è molto bravo ma Brancaccio ha una percezione molto più chiara della gradualità del percorso politico.Ferrero è bravo, serio e coraggioso ma non ha un grammo di fuoco nel sangue e questo lo rende inadatto al ruolo di leader.P.S.: non so quanti ne fossero al pomeriggio di spettatori; al mattino la sala era piena a metà ma a parte quattro cinque ragazzi si trattava di signori di mezza età se non addirittura vecchi.

  2. Anonimo dice:

    Scusate sono l'anonimo delle 19:45.Devo correggermi: ho scritto sala piena per metà ma è stato un lapsus digiti, volevo dire per tre quarti.

  3. Ippolito Grimaldi dice:

    Credo che anche qui da noi prima di vedere una qualche reazione seria della sinistra dovremo attendere i licenziamenti di dipendenti pubblici, tagli delle pensioni e le tasse inserite nelle bollette della luce, del gas e forse anche dell' acqua.

  4. Luca Tonelli dice:

    noi italiani come solito ci ritroviamo in una posizione particolarmente difficile.i movimenti che possono opporsi efficacemente al regime continentale ed interno sono necessariamente di due tipi:- nati come aggregazione spontanea dal basso e quindi popolari nel vero senso della parola. come podemos e syriza.- provenienti da tradizioni di forte opposizione al sistema e strutturati da militanza pluridecennale come FN e per certi versi UKIP.noi in italia abbiamo, oltre ovviamente ai media pilotati che mantengono gli italiani in stato catatonico, due tappi che per ora chiudono a dovere entrambe le possibili strade.quella popolare dal basso è ad oggi castrata dal M5S, forza che attrae quel tipo di dissenso ma attualmente lo sterilizza tramutandolo in una massa di incapaci e incompetenti e sconosciuti inaffidabili in parlamento. diretti male da DUE PERSONE e che quindi mai potrà, pur se armati della buona volontà, incidere sulla politica nazionale.la strada dall'alto diciamo, è preclusa anch'essa perchè i partiti una volta antisistema in italia, legati alla galassia della sinistra comunista, sono stati i primi a tradire proprio perchè visti come possibile inizio della trasformazione a socialdemocrazia europea truffaldina come le altre. e così è stato. e le stesse correnti minoritarie e più critiche come possono essere SeL e rifondazione hanno contribuito a screditare talmente tanto l'idea della sinistra di partito in italia che al momento non è possibile un loro riposizionamento di successo.non so effettivamente cosa abbiamo fatto di male noi italiani per meritarci sempre lo scenario peggiore di tutti quelli possibili al mondo.ma rischiamo davvero di diventare il paese più arretrato d'europa tutta nel medio termine. se non riusciremo a cavare uno dei tappi.un aiuto ce lo darà l'implosione della zona euro che verrà probabilmente poco dopo la salita al potere di podemos….ma qualcosa DOVRA' NASCERE anche internamente.altrimenti piomberemo nel medioevo.

  5. Anonimo dice:

    "Non dobbiamo opporre astrattamente l'internazionalismo proletario all'internazionalismo del capitale, ma difendere la sovranità nazionale e popolare" Parole chiare di Ferrero che andrebbero meditate.Poi mi piace il richiamo alla "sovranità nazionale": la prima significherebbe autonomia e indipendenza; la seconda significherebbe "rispetto della Costituzione", a costo di farne un feticcio idolatrico, e proporzionale puro alle elezioni.Bravo Ferrero.

  6. Anonimo dice:

    Qualcuno sa se sono disponibili i video degli interventi?

  7. Anonimo dice:

    Qui il testo dell'ottimo intervento di Ugo Boghetta: https://sinistranoeuro.wordpress.com/2015/02/

  8. Anonimo dice:

    Ragazzi, ma vi rendete conto delle S. Mentaliche vi state facendo ?Continuate a suonare inutilmente il violino sul ponte mentre la nave affonda.La scialuppa di salvataggio, l'unica, si chiama M5S, le frecie che la indicano lampeggiano impazzite …Cosa aspettate a buttare a mare i violini e dare una mano per mettere in acqua la scialuppa ?Un caro saluto.

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