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L’IDEOLOGIA DEL “GENDER” di Diego Fusaro

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[ 20 marzo ]

«Anche i signori capitalisti dicono, guarda caso, che non esiste alcuna ideologia capitalista e che quello da loro propugnato è il modo naturale di essere al mondo dell’uomo. Il comunismo non è riuscito a realizzare la società senza classi. L’odierno monoteismo del mercato sta invece riuscendo, per ironia della storia, a realizzare la società senza sessi: la società asociale degli atomi unisex interscambiabili, dotati di una sola identità, quella del consumo».

È una domanda certo pertinente quella riguardante il vero carattere della teoria del gender: è un’ideologia oppure no? A sentire i suoi difensori, ovviamente, non è un’ideologia. È, anzi, una teoria scientifica, che mira a dimostrare e a tradurre in comportamenti conseguenti la visione secondo cui la scelta del sesso è storicamente e socialmente determinata: per natura, invece, non esisterebbero sessi. Ciascuno potrebbe, dunque, scegliere liberamente cosa essere. Di qui l’esigenza, difesa a spada tratta dagli adepti della visione gender, di decostruire la prospettiva tradizionale secondo cui esisterebbero maschi e femmine, bambini e bambine.

Tali decostruttori scriteriati aspirano a rieducare la popolazione a partire dalle fasce più giovani, cioè dai bambini delle elementari: rieducandoli in un modo che farebbe ridere se non facesse piangere (giochi di gender, scambio di vestiti tra bambini e bambine, esempi gender nei problemi di matematica, ecc.): Orwell e Huxley erano dilettanti nel descrivere la società totalmente amministrata e manipolata!

Che piaccia o no, l’umanità esiste, da sempre, tramite la dicotomia uomini/donne: il genere umano è unitario e si riproduce tramite la differenza sessuale tra uomini e donne, parti diverse e ugualmente appartenenti al genere umano (dunque portatori di eguale dignità e di eguali diritti). È una banalità, ma occorre ripeterla: nel tempo della menzogna planetaria, occorre lottare perché anche le cose ovvie e banali non vengano negate fino in fondo dalla manipolazione organizzata.

Ora, senza entrare nel merito della questione, mi limito a prendere rapidamente in esame la tesi in questione: la tesi, cioè, secondo cui quella del gender non sarebbe un’ideologia. Lo dico apertamente: tra le categorie più divertenti di persone che abbia incontrato recentemente vi sono indubbiamente coloro i quali sostengono, convintamente, che “non esiste alcuna ideologia gender”. Ogni ideologia – Marx docet – si regge esattamente sul tentativo di negare il proprio carattere ideologico: ossia sul tentativo di mostrare la propria “naturalezza”.

Anche i signori capitalisti dicono, guarda caso, che non esiste alcuna ideologia capitalista e che quello da loro propugnato è il modo naturale di essere al mondo dell’uomo. Il comunismo non è riuscito a realizzare la società senza classi. L’odierno monoteismo del mercato sta invece riuscendo, per ironia della storia, a realizzare la società senza sessi: la società asociale degli atomi unisex interscambiabili, dotati di una sola identità, quella del consumo.

Se Marx invitava alla rivoluzione orientata alla riappropriazione dei mezzi di produzione, oggi siamo giunti al paradosso di dover lottare per la riappropriazione dei mezzi di riproduzione!


4 pensieri su “L’IDEOLOGIA DEL “GENDER” di Diego Fusaro”

  1. Anonimo dice:

    20 marzo 2015 "Ebbene, non vi è limite all’idiozia. Non vi è altro da aggiungere."Sembra che le formiche e le api operaie, o meglio è proprio così, non abbiano "genere". Cioè non sono né maschi né femmine. Eppure tanto le società di api che di formiche funzionano, cioè assolvono perfettamente la loro finalità naturale di perpetuare la specie. Ma, occorre tenerlo ben presente, la sessualità non è esclusa, bensì rigorosamente limitata, meglio dire irreggimentata, monopolizzata dai fuchi e dalle regine. Ai fini eugenetici? Forse.Se il paradigma fosse applicato all'umanità, dovremmo avere tre generi: maschile femminile e neutro come per api e formiche- Che sia una delle idee basi in programma per il N.W.O. ?In verità nell'attuale realtà vediamo i nostri giovani che si sposano sempre meno e la natalità segna flessioni impressionanti: fra mancanza di lavoro, assenza di welfare, commistione di "generi", assidua propaganda per l'omosessualità … Chiunque si accorge che si tratta di concezioni applicate in vista di una diminuzione della popolazione. O di uno sterminio?Agenda 21, dice niente questa sigla?Sterminio totale non credo, ma falcidia selettiva senz'altro.Ai fini eugenetici?Mah!E se fosse a fini razzistici?

  2. Anonimo dice:

    un popolo senza ideintità di genere,di nazionalità, di tradizioni, di cultura è un popolo in balia dei media e dei padroni del mondo che ne sono propietari,l'ideologia gender rientra in questo progetto creare nuove generazioni senza nessun riferimento e senza nessuna speranza a quel punto la soluzione proposta da chi ha creato il problema sembrerà agli occhi delle masse la giusta soluzione Un unico governo con un unica moneta ed un unica religione.Non a caso il motto dei massoni è "solve et coaugula"

  3. Anonimo dice:

    Non per far polemica gratuita ma il Fusaro guardandolo in tv non mi dà l'idea del super macho totale

  4. Anonimo dice:

    Siamo passati dalle lotte per i diritti sociali alle lotte per i diritti individuali, cioè i diritti estetici, che servono a far dimenticare che i diritti sociali interessano la stragrande maggioranza delle persone, mentre i diritti estetici interessano solo sparute minoranze. Concordo con Fusaro quando dice (anche se non apertamente) che il capitalismo da sempre favorisce i diritti delle minoranze. Se il sillogismo è concesso, il genderismo è un'applicazione di quel principio capitalista.Giorgio

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