SVALUTAZIONE/INFLAZIONE: CONTROPROVA FATTUALE (smentite le cazzate degli euristi)
[ 30 aprile ]
L’EURO SI SVALUTA, MA SI RESTA IN DEFLAZIONE ED I TASSI D’INTERESSE NON SONO MAI STATI COSÌ BASSI
Il 19 aprile scorso la repubblica, dedicava tre paginate alla crisi greca. In bella vista, a pagina due, una tabella il cui titolo recitava: “Cosa succede alla Grecia se esce dall’euro”. Queste le risposte:
«(1) Corsa agli sportelli e probabile blocco dei conti correnti e movimento di capitale; (2) Svalutazione pesante della dracma dal 40 al 70%; (3) super-inflazione di circa il 20%; (4) svalutazione risparmi dei greci; (6) crollo del potere d’acquisto delle famiglie».
E’ solo l’ennesima testimonianza del terrorismo ideologico con cui i media ci bombardano ad anni, e con cui spaventano i popoli, quello greco in primis. Se si trattasse dell’opera di singoli giornalisti e politicanti attaccati alla loro poltrona, potremmo parlare di incompetenza, di stupidità, di opportunismo.
Abbiamo invece a che fare con minacce sorrette da analisi di “economisti” educati alle scuole liberiste e monetariste i quali, per quanto tarati, mentono sapendo di mentire.
Il centro dei ragionamenti degli “economisti” euro-fanatici, anzi la loro vera e propria bomba atomica, quella con cui pretendono di impaurire il comune cittadino è quello che se noi tornassimo alla lira avremmo un’inflazione fuori controllo e quindi un crollo del potere d’acquisto. Ergo: fame e miseria.
Qui accanto, ad esempio, un’istantanea di una tabella spiattellata ai telespettatori da BALLARÒ nell’ottobre 2012. Se tornassimo alla Lira la moneta si svaluterebbe dal 25 al 60% e un litro di latte passerebbe da 1,70€ a 5mila lire! Ovvero avremmo un’inflazione del 30%.
Stessa litania da parte del Corriere della Sera. Famigerato, per la caterva di inesattezze e fandonie, l’articolo del 16 maggio 2012. Infine sentiamo che dice il Sancta Sanctorum, il Centro Studi della Confindustria:
«Un’uscita dalla moneta unica determinerebbe non solo un immediato disallineamento degli spread e una conseguente insostenibilità del nostro debito pubblico. Scatenerebbe un’inflazione a doppia cifra con un’esplosione dei costi energetici. In questo contesto la svalutazione non riuscirebbe a rilanciare le esportazioni e il Pil, visto che le filiere globali della produzione hanno già ridotto i vantaggi competitivi dei singoli paesi». [Il Sole 24 Ore del 5 febbraio 2014]
Che pena, Monedero si dimette da Podemos accusando Iglesias di diventare uguale a quel potere che vorrebbe sostituire…http://politica.elpais.com/politica/2015/04/30/actualidad/1430396612_797523.htmlQuesta deriva burocratizzante del partito spagnolo fa capire che nel M5S le defezioni dei trasformisti opportunisti non solo erano inevitabili ma che in realtà sono state poche e gestite benissimo.Tutte le accuse di mancanza di democrazia all'interno del movimento di Grillo non tengono conto del fatto che il potere e il contatto con i dominanti corrompono profondamente per cui è inevitabile un minimo di rigidità sul rispetto anche solamente formale dei principi fondanti.
non serve essere economoidi per capire che il nostro problema è il petrolio o oil. se non si mette questa variabile in tutti questi conti non si può capire. nessuno presterebbe soldi agli italioti se decidono di uscire dall'euro, neppure gli italioti che terrebbero gli euro in contanti sotto il materasso e nel mercato nero. per capire come mai svalutando l'euro non sale l'inflazione la rispopsta è sempre quella : il petrolio. la contromossa araba per distruggere la produzione di petrolio americano che porterà nei prossimi anni il petrolio a 20/35 dollari impedendo all'inflazione di salire. un conto è difendersi da queste cose con l'unione un conto è affrontare da soli queste guerre nei prossimi anni. chi parla di uscire dall'euro, anche se nessuno sa cosa succederebbe veramente perchè la storia non si ripete mai altrimente sarebbe toppo facile fare soldi non ha cognizione d'insieme elo fa solo per altro interesse.
Pigreco sanquante stupidaggini!