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DICHIARAZIONE DEI PARLAMENTARI DI SYRIZA DISSIDENTI

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[ 14 luglio ]


Mentre Yanis Varoufakis dal suo blog condanna il recente accordo imposto dai falchi alla Grecia paragonandolo ai Trattati di Versailles del 1919 (quello con cui i creditori-vincitori della guerra, strangolando il popolo tedesco, concimarono il terreno al nazismo), QUATTRO PARLAMENTARI DI SYRIZA  spiegano le ragioni per cui, la notte dell’11 luglio —quando Tsipras ha chiesto e ottenuto pieno mandato per chiudere il negoziato— non hanno partecipato alla votazione.
«DICHIARAZIONE

Abbiamo deciso di non partecipare al voto in quanto:
– Quello che ci si chiede non è solo affidare un mandato negoziale, ma rappresenta il nostro impegno per un terzo memorandum, redatto su richiesta della Troika. Questa decisione precipita il Paese in uno stallo ancor peggiore.
– Abbiamo marciato per anni sotto le insegne del movimento anti-memorandum, ci siamo impegnati in posizioni e programmi che chiaramente erano volti a risolvere i problemi della gente. Il nostro obiettivo era la liberazione dai soffocanti programmi di sorveglianza neoliberisti, che hanno reso le persone più povere, che hanno svenduto i beni pubblici, che hanno demolito ogni conquista collettiva. Abbiamo combattuto per fermare la trasformazione del nostro Paese in una colonia del debito e in un protettorato.
– Appena pochi giorni dopo il clamoroso ‘NO’ che la gente greca ha espresso col referendum, non possiamo approvare, come base per la discussione con i finanziatori, la medesima agenda che il nostro popolo ha respinto nonostante i ricatti senza precedenti. Un accordo ìl cui esito (dopo la fine delle procedure negoziali) sarà probabilmente ancora più gravoso. Inoltre ci viene chiesto di approvare un pacchetto di misure con procedure accelerate che sono della stessa natura di quelle dei governi precedenti.
– E’ inaccettabile che un governo di sinistra si prenda sulle sue spalle un terzo Memorandum, attuando politiche e misure che le stesse forze politiche pro-Memoranda hanno lottato per evitare. Con questo “accordo”, molti progetti e speranze saranno cancellati. Inoltre diventa evidente che l’ “accordo” ignora tutti i bisogni e le aspirazioni del popolo greco.
– Nonostante l’enorme sostegno ricevuto dal popolo, il governo greco ha fatto errori strategici. Le sue illusioni lo hanno portato in un vicolo cieco che ha lasciato il paese davanti a due dolorose scelte / alternative: un Terzo Memorandum o la “Grexit”, ma senza alcuna preparazione del popolo. Tutti i nostri avvertimenti sollevati dopo il 20 febbraio sono state ignorati.
– I cittadini non vogliono che ritorni il vecchio sistema politico. Per di più, tale “accordo” non stabilizza il governo, ma lo pone in conflitto diretto con le masse e tutti i movimenti cresciuti in passato.
– Nella misura in cui il governo seguirà una politica così disperata e impopolare  —e se non ci sono diversi sviluppi— si deve partire dal presupposto che non possiamo, come i parlamentari di SYRIZA, sostenere questo andazzo. Siamo stati eletti con un programma, ci siamo impegnati davanti al popolo a promuovere una politica anti-memorandum, e riteniamo che la politica e la morale dovrebbero incontrarsi di nuovo.
– La nostra scelta di non partecipare al voto di oggi significa la nostra opposizione alla procedura seguita, e affermiamo nel modo più chiaro la necessità di un cambiamento totale di rotta.
La lotta per una via d’uscita politica, economica e sociale, va avanti, grazie alle grandi riserve di coraggio della nostra gente.

Atene, Sabato 11 luglio 2015, 04:00

Vassilis Chatzilamprou, deputato di SYRIZA per Achaia
Dimitris Kodelas, deputato di SYRIZA per Argolida
Vassilis Kyriakakis, deputato di SYRIZA per Fthiotida
Eleni Sotiriou, deputato di SYRIZA per Attica

* Traduzione a cura della Redazione

6 pensieri su “DICHIARAZIONE DEI PARLAMENTARI DI SYRIZA DISSIDENTI”

  1. Anonimo dice:

    Prima considerazione:Mi sarei aspettato un' autocritica per aver sostenuto fino a "ieri" il governo che ha portato la Grecia dove l' ha portata, quando era molto ben prevedibile ciò che sarebbe stato fatto da chi ha sempre sdegnosamente negato di voler uscire dall' euro e dall' UE (e infatti c' è in Grecia chi l' ha sempre detto a chiare lettere; non lo scrivo esplicitamente per non sembrare fastidiosamente monotono: é chiarissimo per chiunque non si imponga deliberatamente di non vederlo, di cui notoriamente non c' é peggior cieco).Seconda considerazione:Oltre ad essersi astenuti e aver proclamato la loro contrarietà alla politica del governo, che intenzioni hanno?Di restare in Syrza a fare i Bersani o di lottare per rimediare ai danni fatti da Syriza anche con il loro contributo (per il quale ripeto che un minimo di autocritica sarebbe stato più che doveroso; anche per essere credibili, oltre che per un' elementare senso etico).La situazione é estremamente drammatica e non ammette più mezze misure e compromessi!Giulio Bonali

  2. roberto dice:

    non è un bello spettacolo veder bruciare la bandiera rossa di syriza, che pur non essendo un partito rivoluzionario è un luogo nel quale militano anche dei comunisti che sicuramente condannano la capitolazione del gruppo dirigente; pensano quei giovani che bruciando la bandiera di syriza abbiano fatto fare un passo avanti al proletariato greco?

  3. Redazione SollevAzione dice:

    Caro Bonali,i quattro della dichiarazione sono tutti provenienti dall'ex- KOE (Organizzazione Comunista di Grecia), maoisti non dogmatici, il cui leader è Rudi Rinaldi, che ha spaccato la sua organizzazione pur di entrare in SYRIZA. Un po' di opportunismo? Sì, ma dobbiamo vedere le cose nel loro sviluppo.Roberto,la bandiera di Syriza è la bandiera di Syriza…con tanrto di verde e viola….. Poi… anche molti i socialdemocratici, per non parlare di diversi partiti delinquenziali, usano il rosso. Cos'è che conta in questi casi? Cos'è che prevale? Non tutti hanno il tuo stesso rispetto che sa di sacro o di religioso. La bandiera non è una reliquia.

  4. Anonimo dice:

    Comunque io sono molto sconfortato. Che fosse sbagliato riporre eccessive speranze in Tsipras si sapeva, ma ero illuso che in caso di cedimento del primo ministro e segretario del partito la minoranza interna di Lafazanis fosse capace di una risposta all'altezza. Invece continuano a procedere alla spicciolata e anche domani si divideranno tra astenuti, contrari e chi darà un voto critico a favore del governo. Incapaci di fare una scissione con seguito di massa, incapaci di fare una opposizione compatta all'interno del partito per rovesciare Tsipras, incapaci persino di avere un minimo di identità collettiva e di presentarsi con una sola voce ai media (in queste ore sui siti di informazione ellenici, diversi deputati della minoranza di Syriza stanno rilasciando le più svariate dichiarazioni, tutte a titolo personale). Se possibile stanno dando uno spettacolo ancora più deprimente di quello della maggioranza. Insomma pensavo che la sinistra greca fosse, almeno in qualche sua componente, all'altezza dei tempi, ma devo amaramente ammettere che sbagliavo.

  5. Anonimo dice:

    All' anonimo delle 3,17:Guarda che la sinistra in Grecia non finisce al margine estremo di Syriza.La drammaticità degli eventi in corso ci impone (e innanzitutto impone ai Greci) di cercare di varcare le colonne d' Ercole del politicamente corretto.Alle redazione:D'accordo con la necessità di evitare giudizi affrettati in una situazione che é molto fluida.Ma dopo quel che ci é toccato di vedere, un minimo di pessimismo della ragione me lo concederete…G.B.

  6. roberto dice:

    @redazione:non ho affatto la concezione sentimentale e religiosa; solo che non ritengo affatto rivoluzionario il bruciare la bandiera di syriza; syriza non è certamente il soggetto politico della rivoluzione, anzi ottusamente in essa hanno prevalso gli euristi e gli unionisti; però non ritengo affatto i comunisti confluiti in syriza tutti opportunisti e controrivoluzionari; spero che l'mpl che seguo con particolare attenzione non diventi luogo di duri e puri senza alcuna macchia e sospetti; e credo che non lo diventerà altrimenti non dareste tanto spazio a fassina che certamente non è il "che" guevara.

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