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IMMIGRAZIONE: TRA ETICA E POLITICA (il caso di Don Formenton)

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[ 23 luglio ]

Indignato per i fenomeni di aperta xenofobia avvenuti in questi ultimi giorni, un prete ha affisso all’ingresso della sua parrocchia un cartello. Lo vedete qui accanto. Un gesto simbolico altamente provocatorio. Un gesto giusto, coerente con l’etica di fratellanza universalistica cristiana. Un’etica che condividiamo. Così come condanniamo ogni gesto xenofobo, anche quando esprime i sentimenti dagli strati popolari maciullati dalla crisi sociale ed economica.
C’è poi il piano politico della questione dell’immigrazione. E questo piano è più complesso perché tira in ballo la questione della gestione e della sostenibilità degli ormai enormi flussi migratori. Deve uno Stato sovrano consegnare permessi di soggiorno a chiunque ne faccia richiesta?  E se sì, lo Stato in questione, ha i mezzi e le capacità per includere tutti coloro che immigrano, ovvero senza abbandonarli al destino di paria sociali? Ed infine: i diritti civili di cui ogni essere umano è titolare, hanno rango superiore a quelli di cittadinanza? La discussione, com’ è noto, è aperta, ma va anche chiusa, i nodi vanno sciolti. Segnaliamo intanto il contributo che abbiamo pubblicato il mese scorso: LA GRANDE IMMIGRAZIONE NON È SOSTENIBILE.
«Ero straniero e non mi avete accolto… (Mt 25) Lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno…» 
IN QUESTA CHIESA È VIETATO L’INGRESSO AI RAZZISTI… TORNATE A CASA VOSTRA

A lasciare questo messaggio sul portone della chiesa di Sant’Angelo in Mercole, un paesino alla periferia di Spoleto, è stato don Gianfranco Formenton, nostro caro amico, solidale con la Marcia della Dignità. Ha partecipato anche al Forum internazionale della sinistra no-euro che organizzammo ad Assisi nel 2014, relatore di una sessione di discussione dal titolo «La chiesa e “questa economia che uccide“». (vedi foto sotto)

Di origini venete, di fronte a quanto accaduto nei giorni scorsi a Quinto in provincia di Treviso, dove i residenti hanno dato fuoco a materassi e mobili per impedire l’alloggio di un centinaio di immigrati

rifugiati, ha deciso di farsi sentire, con un gesto che ha suscitato scalpore e lo ha visto finire sulle prime pagine di tutti i giornali, e non solo nazionali. 


A seguito del suo gesto, don Formenton ha persino ricevuto minacce, il suo telefono è stato preso di mira.

Noi , esprimendogli la nostra piena solidarietà (andiamo a fargli visita lunedì prossimo), vi lasciamo alla sua eloquente intervista sul Tg di La7.

6 pensieri su “IMMIGRAZIONE: TRA ETICA E POLITICA (il caso di Don Formenton)”

  1. Anonimo dice:

    Magari tanti che si definiscono di sinistra e perfino marxisti avessero la limpida coerenza etica e il coraggio di dire pane al pane e vino al vino di questo ottimo prete!!!"Che Dio lo benedica", mi verrebbe da dire se fossi credente (ma certamente c' é qualcosa di molto più profondo delle nostre diversissime convinzioni che mi fa sentire vicinissimo a questo -mi verrebbe da dire nel mio linguaggio naturale- compagno).Lo ringrazio tantissimo!Giulio Bonali

  2. Anonimo dice:

    Don Formenton ha due palle così.

  3. Anonimo dice:

    Don Formenton non ha un sito o una email per esprimergli solidarietà e stima?

  4. Redazione SollevAzione dice:

    Gianfranco ha la sua pagina facebook.Li lo trovate.

  5. Cornacchia da Petescia dice:

    per la Redazione.potete cortesemente postare il link della pagina facebook di don formenton perchè non sono riuscito grazie

  6. Redazione SollevAzione dice:

    Ecco l'indirizzo della pagina di Don Formenton:https://www.facebook.com/gianfranco.formenton

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