LA DISUGUAGLIANZA? NECESSARIA. A proposito di un premio Nobel di Emiliano Brancaccio
[ 16 ottobre ]
Il Nobel 2015 per l’economia assegnato allo scozzese Angus Deaton [nella foto].
L’Accademia reale svedese delle scienze ha assegnato il premio Nobel 2015 per l’Economia allo scozzese Angus Deaton, docente negli Stati Uniti presso l’Università di Princeton, per i suoi studi dedicati all’analisi dei consumi, della povertà e del benessere [1].
Nato a Edinburgo nel 1945, Deaton ha dedicato buona parte della sua attività di ricerca all’arduo compito di sciogliere uno dei nodi chiave dell’individualismo metodologico, sul quale la teoria neoclassica dominante tuttora si basa: indagare sull’andamento di grandi variabili aggregate, come la composizione della domanda di beni o l’andamento nel tempo del consumo nazionale, partendo sempre da un’analisi del comportamento dei singoli individui. Per questo scopo, assieme a Muellbauer, Deaton elaborò nel 1980 il cosiddetto “sistema di domanda quasi ideale”. Per la sua notevole duttilità, questo criterio ha risolto vari problemi di aggregazione degli approcci precedenti e costituisce tuttora un punto di riferimento per la ricerca economica sulle decisioni di consumo. Esso tuttavia lascia irrisolta una questione rilevante, appena accennata dall’Accademia svedese delle scienze.
Negli anni più recenti Deaton ha concentrato i suoi studi nell’ambito dell’analisi della povertà e del benessere nei paesi meno sviluppati. In collaborazione con la Banca Mondiale, egli ha realizzato varie indagini dedicate alla raccolta e alla elaborazione di dati sui comportamenti di consumo delle famiglie. Tali ricerche, tra l’altro, hanno contribuito a definire criteri consolidati di calcolo degli standard di vita a livello mondiale. La difficoltà principale di questi studi riguarda l’annoso problema della carenza di dati disponibili, specialmente nei paesi più poveri. Per superare questo ostacolo Deaton ha dovuto ideare diverse strategie. Una prova della sua inventiva è rappresentata dal modo in cui cercò di verificare se fosse vero che nei paesi più poveri le famiglie tendono sistematicamente a discriminare le figlie femmine rispetto ai figli maschi. In assenza di dati diretti sulla ripartizione delle risorse tra i generi all’interno di ciascun nucleo familiare, egli suggerì il seguente criterio empirico: se alla nascita di un figlio maschio il consumo totale degli adulti della famiglia tende a contrarsi di più rispetto al caso in cui nasce una figlia femmina, ciò può indicare che al maschio vengono assegnate maggiori risorse. Adottando questa metodologia, è stato rilevato che tale discriminazione di genere, pur non essendo sistematica, trova conferme nelle fasi in cui le famiglie sono colpite da eventi avversi.
Nelle dispute sulla politica economica Deaton è intervenuto in varie occasioni, soprattutto attraverso le sue “Letters from America” pubblicate periodicamente dalla Royal Economic Society britannica [2].
«Se un governo assicurasse a ciascuno lo stesso reddito, la gente lavorerebbe molto meno e di conseguenza persino i più poveri starebbero peggio che in un mondo che ammette le diseguaglianze» [3].
NOTE
[1] Committee for the Prize in Economic Sciences in memory of Alfred Nobel, Angus Deaton: Consuption, Poverty and Welfare, Royal Svedish Academy of Sciences, 2015.
[2] Angus Deaton, Letters from America, Royal Economic Society, 1996-2015.
[3] Angus Deaton, The Great Escape: Healt, Wealth and the Origins of Inequality, Princeton University Press 2013 (trad. it. La grande fuga, Il Mulino 2015).
"Tipica esortazione dei repubblicani americani: lasciare in pace i ricchi e accontentarsi delle briciole che cadranno (si spera) dalla loro tavola (in effetti poco ci manca). Viene in mente però la Parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro la quale ci attesta che non è del tutto vero che poco ci manca: ci siamo da un bel po' .E poi: chi è che non vuole lasciare in pace i ricchi? Sono loro che imbandiscono le loro laute mense NON lasciando in pace (=vivere) i poveri, altrimenti, povere creature, come farebbero a riempire i loro piatti? I poveri, per i ricchi, sono materiale mangereccio.