DEBITOCRAZIA: “Pressing dell’Ue su Atene perché favorisca i pignoramenti delle case”*
[ 12 novembre ]
Le trattative frenetiche in corso tra i creditori e la Grecia per lo sblocco della tranche da 2 miliardi, primo passo verso il via libera alla revisione del piano di assistenza e quindi allo sblocco di altri 10 miliardi per la ricapitalizzazione delle banche, vertono principalmente su un punto: la legge che protegge le prime case dai pignoramenti. Le istituzioni, in nome della “cultura dei pagamenti”, vorrebbero fortemente indebolirla, ipotesi contro cui il governo di Alexis Tsipras sta combattendo strenuamente.
In Grecia è in vigore la cosiddetta legge Chatzidakis, voluta dal precedente governo conservatore, che impedisce di mettere all’asta la casa di residenza di un cittadino che non è in grado di ripagare il debito con una banca. In parallelo a questa legge ne esiste un’altra, la Katseli, che regola le condizioni per ripagare il debito (che comunque deve essere ripagato) che un tribunale può decidere di modificare, ad esempio abbassando le rate mensili, estendendo il periodo o liquidando altri beni a seconda delle capacità economiche del debitore.
Finora la Grecia ha modificato la legge Chatzidakis abbassando il valore della prima casa che non può essere messa all’asta a 200mila euro per i single e 250mila euro per le coppie, cifra a cui chiede di aggiungere 25mila euro per ogni figlio fino ad un massimo di tre. Queste condizioni secondo il governo di Tsipras non dovrebbero valere per tutti i cittadini, ma solo per quelli che vivono sotto la soglia della povertà, e che quindi davvero non hanno i mezzi per ripagare il mutuo acceso per comprarsi la casa in cui risiedono. Ma questa cifra per i creditori è troppo altra e Bruxelles chiede che venga abbassata a un valore di mercato di 120mila euro.
Moscovici è proprio un vero socialista. Un socialista moderno.Beh… I greci anno voluto la bicicletta UE? Adesso la ripagano con le cambiali in protesto.Riccardo.