DOPO PARIGI: DI QUALI FASCISMI STIAMO PARLANDO? IL NEMICO CE L’ABBIAMO DENTRO CASA di Piemme
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[ 17 novembre ]
«La corsa verso la guerra si ferma se ci decideremo a rovesciare la cricca di criminali di casa nostra.
Solo dopo, semmai ne avessimo il diritto, potremo occuparci di quelli in casa altrui»
Non basta aver resuscitato lo Stato d’emergenza —di colonialistica memoria.
Nel suo discorso di ieri davanti alle Camere riunite a Versailles, Hollande (il pesce lesso) non ha solo detto che vuole prolungare lo Stato d’emergenza a tre mesi. Ha annunciato passi gravissimi e liberticidi, a cominciare dalla modifica delle norme costituzionali sullo stato d’emergenza. “Ritengo, in coscienza, che dobbiamo far evolvere la nostra Costituzione per agire contro il terrorismo di guerra”, ha spiegato Hollande davanti al congresso, evocando anche riforme dell’articolo 16 (sui poteri straordinari del presidente in caso di minaccia allo Stato) e del 36 (sullo stato di guerra e interventi armati all’estero). Il tutto, superando ogni limite del cinismo, in nome degli ideali di “Libertà, eguaglianza e fratellanza”.
Una storia già tragicamente vista in Europa. Nel tentativo di non essere travolta dalla marea fascista e xenofoba, l’oligarchia al potere, adotta misure di tipo inequivocabilmente fascista.
E questa è la vera minaccia che incombe sui popoli europei e su ciò che resta dello Stato di diritto: una svolta autoritaria che i nome della lotta al cosiddetto “fascismo islamico” ed a quello che cova nelle viscere di quest’Europa allo sbando, ci abitua, a dosi omeopatiche al fascismo stesso.
Sarebbe un suicidio, per tutte le forze democratiche e popolari, aderire alla isterica campagna sicuritaria in corso. Col pretesto di condannare le stragi di Parigi, vogliono farci mettere l’elmetto, arruolarci e intrupparci in una nuova crociata imperialista. Come dopo l’11 settembre i mezzi di informazione, tutti controllati da Lorsignori, stanno tentando con ogni mezzo, facendo leva sulla paura, di manipolare le menti per far diventare senso comune che l’Islam è il nemico della “nostra” civiltà, che dobbiamo condurre e vincere una guerra senza esclusione di colpi.
Con una fava vogliono prendere più piccioni.
Il terrorismo “islamico” per gli oligarchi di casa nostra è un pretesto per farci dimenticare i loro crimini sociali, lo spauracchio per chiedere ancora più poteri, ed infine, per tenere soggiogati i popoli mediorientali.
I nemici principali ce l’abbiamo invece dentro casa, sono l’aristocrazia finanziaria e bancaria globale e la setta degli oligarchi politici che governano l’Europa. Sono essi veri responsabili di quella che lo stesso Papa ha chiamato “terza guerra mondiale”. Sono essi, eredi del colonialismo, che ogni volta che un popolo tenta di resistere e ribellarsi, reagiscono con guerre di sterminio che accrescono la spirale dell’odio e della violenza, che forgiano generazioni di uomini decisi a tutto pur di vendicarsi.
Abu Ghraib, Iraq, 2004: simbolo dlla criminale occupazione americana |
Questa spirale sanguinosa non si ferma con una crociata per annichilire il Califfato. Come non si è fermata, anzi si è incancrenita, invadendo l’Afghanistan e l’Iraq, sostenendo Israele contro i palestinesi. Fatto fuori Bin Laden venne al-Zarkawi. Ammazzato quest’ultimo è venuto al-Baghdadi. Dopo al-Baghdadi ne verrà un altro ancor più determinato ad ottenere vendetta.
La corsa verso la guerra si ferma se ci decideremo a rovesciare la cricca di criminali guerrafondai di casa nostra.
Solo dopo, semmai ne avessimo il diritto, potremo occuparci di quelli in casa altrui.
Ma questi dittatori hanno tutti il nome che inizia per H ?!
Dosi omeopatiche di avvicinamento al fascismo? O ancora cambiamenti impercettibili secondo l' abusata metafora della rana bollita?Non credo, piuttosto, come direbbe Fraioli, sono dosi discrete, ben identificabili da chi le vuol vedere, atti di attacco alle costituzioni antifasciste ben visibili da chi avrebbe il potere, ma evidentemente non la statura morale, di impedirle.
@IppolitoPiù che non avere la statura morale credo che siano consapevolmente complici ottenendone anche dei vantaggi.Comunque c'è poco da fare, la gente non capisce e si accontenta delle spiegazioni da quattro soldi.Stavo con dei cristiani e arrivata la notizia di Parigi il commento generale è stato che è una inaccettabile bestemmia che alcuni uccidano nel nome di Dio…perché "noi" vogliamo solo la pace…Volevo stare zitto ma non ho potuto e con garbo gli ho fatto presente che la prima bestemmia è nostra che portiamo la guerra nel mondo in nome della "democrazia", che siamo noi che lasciamo che arabi, turchi, Qatar e Kuwait finanzino l'ISIS perché ci conviene, che quindi stiamo aiutando proprio quegli stessi gruppi terroristici che massacrano in cristiani in medio oriente.Parole al vento, lo sapevo già ma è significativo che addirittura dei cristiani preferiscano la storiella di comodo nonostante si tratti della vita dei loro stessi fratelli.
Vi segnalo un durissimo commento del Vicario Apostolico di Aleppo Mons. Georges Abou Khazen (il quale, a proposito della guerra in Siria e dell'ISIS, in altre occasioni aveva detto ben due volte : "Chi ha portato l'asino sul minareto sa come farlo scendere")http://oraprosiria.blogspot.it/2015/11/il-vicario-di-aleppo-solidarieta-alle.htmlQuel sito, Ora Pro Siria, è molto interessante per seguire gli sviluppi della guerra contro Assad.Vi linko due articoli molto forti di ottobre 2015.Qui si dice che dietro la guerra ad Assad c'è la CIAhttp://oraprosiria.blogspot.it/2015/10/vescovo-hindo-e-unammissione-spudorata.htmlQui che le operazioni americane sono solo di facciata e che in realtà stanno lasciando i terroristi liberi di agirehttp://oraprosiria.blogspot.it/2015/10/mons-hindo-ribadisce-le-operazioni.htmlLa cosa stupefacente è che glielo dici ai cristiani qui da noi e non capiscono.
La memoria storica si è attenuata con la scomparsa della classe politica che era stata selezionata ed aveva costruito la sua statura morale nelle tragedie del secolo scorsoTalmente attenuata che ci viene difficile anche solo immaginare la grandezza dei padri costituenti, un' etica politica per noi ormai aliena.