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LA “SANTA ALLEANZA” CONTRO IL CALIFFATO

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[ 18 novembre ]

Nella foto accanto il G20 svoltosi ad Antalya, in Turchia.

Mentre russi e francesi bombardano Raqqa (quanti saranno i civili massacrati?) Obama ha oggi elogiato Putin sulla Siria: “Restano divergenze, ma è un partner costruttivo”. Gli ha fatto eco il Segretario di Stato J. Kerry soddisfatto che i militari russi abbiano sin dall’inizio del loro arrivo in Siria, passato agli americani (ed agli israeliani) tutti i loro piani di volo e di attacco. Del resto il G20 era stato preceduto dai “colloqui di pace” di Vienna, dove tutte le diverse potenze ed i loro fantocci regionali sembrano aver messo da parte le loro divergenze per combattere uniti il loro nemico principale, lo Stato islamico o Califfato. 

A dispetto di ogni evidenza in rete, una vera cloaca massima, circolano stupidaggini dietrologiche di ogni tipo. Per trovare qualche pillola di saggezza, è triste dirlo, occorre leggere l’organo della confindustria.


LA “SANTA ALLEANZA” CONTRO IL CALIFFATO  
di Alberto Negri*

Come già avvenne a Parigi 200 anni fa, nel 1815, nasce una sorta di nuova “santa alleanza” contro il Califfato: russi e francesi bombardano insieme Raqqa e le postazioni dell’Isis. Kissinger sosteneva che in Medio Oriente non fosse possibile “fare la guerra senza l’Egitto e la pace senza la Siria”.

Oggi si potrebbe dire che in Siria non si può fare la guerra al Califfato senza la Russia e l’Iran, due Paesi sotto sanzioni in attesa fremente di essere sdoganati. Ma di fronte all’emergenza di un conflitto in cui gli americani hanno ribadito che non vogliono mettere gli stivali sul terreno, così come del resto gli altri esitanti alleati europei della Francia, il presidente Hollande si è rivolto a Putin che incontrerà, due giorni dopo Obama, il 26 novembre a Mosca.

Il mondo improvvisamente cambia quando si devono impugnare le armi.

Hollande ha avuto un colloquio telefonico anche con Hassan Rohani che aveva annullato la sua visita in Francia a seguito degli attentati di Parigi. «L’Iran è pronto ad assumere qualunque iniziativa, anche a una cooperazione di intelligence con la Francia, contro i terroristi», ha dichiarato il presidente iraniano.Teheran ha colto così al volo l’occasione di dare una mano al Paese occidentale che pur di concludere lucrosi contratti militari con l’Arabia Saudita (aerei e centrali atomiche) aveva posto i maggiori ostacoli alla firma dell’accordo sul nucleare con l’Iran, l’incubo di Riad e delle monarchie del Golfo. Ma gli iraniani, amanti veraci della realpolitik, non serbano inutili rancori: sono a un passo dalla cancellazione delle sanzioni, la guerra al Califfato pesa per le perdite umane e finanziarie e loro stanno per rientrare nel grande giro internazionale.

Un po’ meno flessibile è Assad che sulla cooperazione nell’intelligence ricatta la Francia, che alleandosi con la Turchia e i sauditi del resto lo voleva morto già nel 2011. Le petromonarchie del Golfo si mangiano le unghie: in Siria la loro guerra per procura contro Teheran, maggiore alleato di Damasco, rischia di naufragare come quasi tutti i tentativi ostili alla Repubblica islamica. Finanziando il raìs iracheno con 50 miliardi di dollari, pensavano di far fuori gli ayatollah in poche settimane, lo stesso calcolo sbagliato che hanno fatto con Assad: il risultato allora furono otto anni di stragi e un milione di morti.

L’incontro tra Putin e Obama ad Antalya


Entrando direttamente in guerra in Siria, Putin ha fatto la mossa del cavallo spiazzando tutti. La presenza militare russa aveva provocato sconquassi nelle cancellerie occidentali, mentre sollevavano minori inquietudini le nefandezze dell’Isis e dei qaedisti di Jabhat Nusra. Mosca aveva tentato di coinvolgere Oba ma nella sua campagna anti-Califfato rilanciando l’idea di una coalizione internazionale anti-terrorismo. Respinta allora al mittente questa coalizione sta diventando una realtà. La Duma ha chiesto di formare un fronte anti-terrorismo simile a quello anti-Hitler: Raqqa, nei bollettini militari di Mosca, ormai è quasi come Stalingrado e Putin, bollato come il macellaio dell’Ucraina, è diventato l’alfiere di una guerra di civiltà. Come cambia il mondo…


* Fonte: Il Sole 24 Ore del 18 novembre

10 pensieri su “LA “SANTA ALLEANZA” CONTRO IL CALIFFATO”

  1. Fiorenzo Fraioli dice:

    All'articolo, che offre una ricostruzione coerente, manca un piccolo dettaglio che mi permetto di aggiungere, visto che chi scrive sul giornale della confindustria su queste cose è, probabilmente, indotto a glissare: le petromonarchie saudita e quatariana non sono "Stati" nel vero senso della parola, ma il crocevia degli interessi reali dell'industria petrolifera americana, i cui rappresentanti politici sono stati, negli anni passati, la famiglia Bush, Sarah Palin e, oggi, il senatore John McCain.Si potrebbe argomentare che, in questa fase, il ruolo delle realtà statuali stia tornando alla normalità, dopo l'ubriacatura globalista che vagheggia "un mondo regolato dai mercati". #DAR.

  2. Anonimo dice:

    L'ISIS, con Kaliffo Abu Backr al Baghdadi alias Simon Eliott, tenuto a Battesimo dagli Usa, nutrito e armato da Arabia Saudita , Turchia e certamente anche Usa, è adesso diventato il "Diavolo"? Ma se una notizia datata 28 ottobre us divulgata da Stampa Libera, ha rivelato che in Iraq è stato fatto prigioniero un istruttore Israeliano dell'ISIS !

  3. Anonimo dice:

    Sulla normalità del ritorno alle realtà statuali la vedo in maniera un po' deifferente..Più che altro siamo tornati a una Yalta allargata ad alcuni Stati extraueropei ma le "realtà statuali" intermedie come Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e altre in questo nuovo probabile assetto sanciscono definitivamente la loro subalternità rispetto agli imperi, ad altri stati di livello intermedio come la Germania e in generale alle alleanze sovranazionali e quindi sovrastatuali.Il che significa che in un quadro simile, con gli Stati Uniti che si accordano con la Russia, si restringe enormemente il campo per le forze sovraniste.La chiave per valutare la situazione non è tanto il gioco geopolitico quanto l'opinione pubblica che a prima vista sembra preoccuparsi esclusivamente del problema della "sicurezza" per cui sarà sufficiente agitare lo spauracchio per ottenere il consenso "democratico" al loro piano globalista.

  4. Redazione SollevAzione dice:

    A puro titolo di esempio della spazzatura e delle cretinate complottiste che circolano in rete, abbiamo fatto passare il commento dell'anonimo delle ore 15:35. Ne approfittiamo per segnalare che non abbiamo alcuna intenzione di metterci a discettare sulle tante bufale che circolano sul web, che fanno strame dell'intelligenza e della complessità dei fatti e della storia. Due consigli di lettura per i complottisti perditempo:ARCANA MUNDI 2 ARCANA MUNDI 3

  5. Karl Melvin dice:

    “Il che significa che in un quadro simile, con gli Stati Uniti che si accordano con la Russia, si restringe enormemente il campo per le forze sovraniste. “Non sono affatto d'accordo. Personalmente credo che bisogna capire meglio la natura dinamica delle alleanze in conflitti che avvengono in teatri regionali.Ricordiamoci inoltre che in Ucraina la situazione è tutt'altro che risolta,addirittura qualcuno suppone che gli americani siano favorevoli all' intervento di Mosca in Siria non solo per la volontà da parte degli States di disimpegnarsi dalla zona ma anche perchè questo aprirebbe un secondo fronte “caldo” per Putin.

  6. Anonimo dice:

    Sì, ma gli europei stanno premendo in tutti i modi per stabilire buone relazioni con la Russia dato che l'embargo danneggia anche l'Unione.Con Putin alleato che combatte in una possibile alleanza contro l'ISIS è difficile immaginare che gli piantino un nuovo casino in Ucraina.Comunque sono ipotesi, prima bisogna vedere se davvero si accordano con i russi, poi si potrà dire qualcosa.Certo che con un bello stato di emergenza e la popolazione che se ne sta buona e tranquilla, con le spese oltre il limite di Maastricht che permetteranno un minimo di politica espansiva, questa situazione potrebbe convenire molto a "loro" e molto poco a noi.

  7. Fiorenzo Fraioli dice:

    "Il che significa che in un quadro simile, con gli Stati Uniti che si accordano con la Russia, si restringe enormemente il campo per le forze sovraniste."Credo che l'autore del commento confonda il concetto di sovranismo con quello di lotta contro l'egemonia degli stati più forti. Il sovranismo significa che il potere è segmentato, distribuendosi tra stati più forti e meno forti; il globalismo invece è la scomparsa degli stati come luogo in cui si esercita un maggiore o minore potere, e il suo trasferimento "altrove". Il sovranismo non è l'utopia realizzata in terra. Il globalismo è la distopia conclamata. Oggi siamo a questa biforcazione. Per il "meglio" si vedrà: la guerra continua, as usual.

  8. Anonimo dice:

    @FiorenzoCredo che tu confonda il concetto di sovranità da quello di subalternità. Noi oggi non siamo nemmeno più capaci di mettere in atto una nostra manovra di bilancio perché dobbiamo aspettare l'approvazione della UE. Se si realizzeranno quelle condizioni di politica internazionale di cui parliamo avremo sì il diritto di partecipare in un modo o nell'altro nel contrasto all'ISIS ma rimarremo pienamente incapaci di poter gestire la nostra politica economica, domani esattamente come oggi.L'unica cosa che cambierà sarà che gli USA dovranno accettare un mondo più multipolare di prima ma noi come italiani, spagnoli, portoghesi, greci etc in questa nuova configurazione delle alleanze la sovranità politica vera l'avremo persa per sempre. Figurati quella monetaria che dovrebbe passare per un impossibile maggiore controllo dello Stato sulla Banca d'Italia, sul tasso di sconto, sulla concessione di credito alle imprese e via dicendo…dovesse succedere una cosa simile in Italia smetterebbero di fare la guerra all'ISIS per farla a noi, non so se vi è chiaro.

  9. Karl Melvin dice:

    Siamo sempre nel campo delle ipotesi per cui bisogna procedere con calma,nonostante questo rimango perplesso riguardo la tua tesi.Quando parlo di natura dinamica delle alleanze intendo dire che ADESSO l'isis è la maggiore minaccia per entrambi i fronti che però rimangono distinti e soprattutto contrapposti.Non sarebbe la prima volta nella storia che due fronti antitetici si uniscono per battere una minaccia comune,questo non comporta che ad accordo siglato le parti se ne vadano allegramente a braccetto trotterellando.

  10. Anonimo dice:

    @Karl MelvinSono ipotesi ovviamente.

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