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IL CREPUSCOLO AMERICANO

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[ 20 dicembre ]

Sono molte le ragioni per cui Obama non vuole essere coinvolto nel sanguinoso conflitto mediorientale o, come si dice negli States, non vuole inviare “boots on the ground”.
La prima di queste è, come molti commentatori hanno fatto notare, che la Casa Bianca e il Pentagono preferiscono che i musulmani si scannino fra di loro fino a dissanguarsi.
Ma un’altra attiene alle tanto decantate capacità militari e operative della macchina bellica americana.
Queste difficoltà, di cui poco si parla, indicano quanto sia difficile per l’impero americano, mantenere la sua supremazia militare in quel mondo globale che le stesse élites statunitensi hanno contribuito a creare. Viene in mente la storia dell’apprendista stregone.
Davvero interessanti sono le cose che scrive oggi sul Corriere della Sera Massimo Gaggi:

«Siamo abituati a considerare gli Stati Uniti il gendarme del mondo e il suo esercito una macchina gigantesca sempre pronta alla mobilitazione in ogni parte del mondo. Non è più così: in America la retorica del patriottismo è sempre forte, ma se dopo la sconfitta e le carneficine del Vietnam i giovani americani sono tornati ad arruolarsi per difendere il Paese, soprattutto dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001, i 5.400 morti e le decine di migliaia di feriti e invalidi lasciati dalle guerre in Iraq e Afghanistan hanno reso difficilissimo, per il Pentagono, anche solo trovare le reclute necessarie per un esercito i cui effettivi stanno progressivamente calando da 566 mila a 440 mila soldati.

Nonostante uno stipendio generoso e i molti “benifit” offerti (compresi 78 mila dollari per rette nei “college”), gli obiettivi del reclutamento 2015 sono stai raggiunti molto faticosamente, con qualche compromesso sui requisiti dei candidati, svuotando la riserva dell’esercito e saccheggiando in anticipo le classi di età che dovevano entrare nel mirino del Pentagono solo l’anno prossimo.
Dei 21 milioni di giovani americani tra i 17 e i 21 anni di età che sono nel “radar” delle forze armate, quasi 10 sono fuori gioco perché non hanno nemmeno completato la scuola dell’obbligo o perché non hanno capacità elementari di calcolo e di ragionamento, mentre altri 7 vengono eliminati perché obesi, per la loro storia criminale o perché hanno tatuaggi troppo visibili sul votlo. Tra i 4 milioni rimanenti molti preferiscono l’università o un’offerta di lavoro.
Il richiamo della Patria da difendere c’è ancora, ma le immagini dei veterani mutilati in Afghanistan e in Iraq, ora largamentein mano ai talebani e a gruppi terroristi, funzionano da deterrente».

Dopo questo affresco pittoresco, che indica come il declino militare di una nazione sia un sintomo infallibile della sua crisi sociale e spirituale, Gaggi si chiede:

«Cosa succederebbe se le truppe Usa fossero mandate allo sbaraglio in Siria, e massacrate, in un conflitto feroce di tutti contro tutti?».

Come dire: “altro che guerra a un manipolo di fanatici terroristi!”.

Un pensiero su “IL CREPUSCOLO AMERICANO”

  1. Fiorenzo Fraioli dice:

    Mi scuso in anticipo per il tono assertivo.La guerra contro l'Isis si vince non facendola sul terreno. E' sufficiente che le grandi potenze trovino un accordo che metta la museruola alle ambizioni saudite (e turche). A quel punto i 70.000 effettivi dell'Isis possono essere lasciati a marcire nel deserto. Bastarono 8 anni per rammollire le truppe di Annibale a Cuma, ne servono di meno per ammorbidire gli eroici (pochi) e stipendiati (la gran parte) $oldati islamici. La guerra si farà se, e solo se, gli USA non rinunceranno al progetto di un mondo unipolare. Tutto il resto è Dandreismo militante.

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