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MARIANNA, PER LA PRECISIONE di Enea Boria

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[ 27 gennaio ]

Giusto ieri mi sono imbattuto in questo articolo.
Leggendolo possiamo intravedere un barlume di verità, ma sento veramente il bisogno di essere più preciso.

Procediamo con ordine e diciamo tutto quel che Madia [nella foto] non dice.

1) se dici “eh, è reato penale”, già per questo ti sei dimostrata una incompetente.
Perchè se è reato, è penale per definizione.
Se dici una cosa simile durante un esame alla facoltà di giurisprudenza, tendenzialmente ti mandano via a calci.
Ma glielo perdoneremo perchè risulta che la Madia abbia fatto scienze politiche.
E non infieriremo ricordando, come già fa il giornalista, che non tutti i reati comportano arresto e che proprio il governo di cui Madia fa parte ha recentemente ristretto il numero di queste fattispecie di reato.
Non lo farò perchè sono un socialista, non un travaglian-manettaro.
Lo Stato deve essere autorevole, non autoritario, e questo si ottiene attraverso la certezza del suo agire non con l’attitudine draconiana della sua indole repressiva.
Però, per cominciare, possiamo già da qui farci un’idea della estrema vaghezza della ministra nelle cui mani ci troviamo.
2) Evidentemente Madia non conosce il testo di legge, che come spiega anche l’articolo, in realtà non esiste.
3) A dirla tutta non è la prima volta che accade che un ministro della Repubblica non conosca i testi di legge che pure portano il suo nome.
Accadeva pure con la Gelmini, alla quale il testo di legge della riforma che porta il suo nome lo aveva scritto Brunetta, col fine di ottemperare alle richieste di taglio lineare avanzate da Tremonti e Sacconi.
4) In questo caso però è più grave, e questo non lo scrive neanche l’articolista, perchè in questo caso il testo di legge che al momento non c’è, neanche può esserci.
Infatti, COME CHIUNQUE PUO’ CONSTATARE semplicemente leggendo i ccnl che sono PUBBLICI e PUBBLICATI sul sito dell’agenzia dello stato Aran, i “licenziamenti” di cui blatera la Madia esistono già. Da anni, anni e anni.
Esistono già regole che comportino licenziamento senza nemmeno dovere di preavviso, e a chi incorre nell’applicazione di queste regole va già di lusso se, per soprammercato, non si becca pure una denuncia per truffa ai danni dello stato.
5) Entrando nello specifico, se guardiamo la parte normativa dei ccnl dei vari comparti del pubblico impiego alla voce sanzioni disciplinari, le cause di licenziamento esplicitamente espresse e codificate sono sempre presenti ed apertamente contemplate e tra queste, sempre, almeno 2 o 3 senza nemmeno dovere di preavvisto.
Cioè letteralmente IN TRONCO.
Madia vuole introdurre una legislazione che esiste già?
O vuol semplicemente strumentalizzare un risentimento male indirizzato per raggranellare facile consenso senza dover fare nulla?
6) Volendo essere ancor più precisi, fino agli anni ’90 quando l’ordine precedente venne cambiato, mi pare ai tempi del governo Amato, il rapporto di lavoro nel pubblico impiego era normato dal vecchio testo unico del 1957 che in effetti era un mondo a parte rispetto all’impiego privato.
Ma da oltre vent’anni, abrogato il vecchio testo, l’unica legge che è rimasta in vigore anche nel settore pubblico era la legge n.300 del 20 maggio 1970, “e successive modifiche e integrazioni”. Cioè il vecchio statuto dei diritti dei lavoratori, e quanto in seguito su di esso è stato accumulato o da esso sia stato rimosso.
7) Attenzione perchè proprio qui abbiamo il passaggio cruciale.
Nel momento in cui tutti i lavoratori sono senza distinzioni sottoposti al vecchio statuto del lavoro e successive modificazioni, tra la modifica dell’art 81 della Costituzione e l’abolizione dell’art.18 contemplando il fatto che la motivazione economica per il licenziamento sia diventata non impugnabile, per il pubblico impiego in modo specifico si apre il campo ad una possibilità inedita.
Lo Stato, in pratica, si è già riservato il diritto di poter licenziare nel pubblico impiego a piacimento per motivazione economica, semplicemente perchè glielo chiede l’€uropa e banalmente perchè non ci sono i soldi ma i vincoli di bilancio si.
Non c’è bisogno di produrre nuova e ulteriore legislazione in tal senso, potrebbe bastare qualche decreto attuativo che, di fronte ad una eventuale necessità di far rapidamente cassa, potrebbe essere fatto passare nottetempo nella forma di decretazione d’urgenza.
Basterà aspettare di vedere lo spread tornare ai levelli del settembre-ottobre-novembre 2011; in quel momento vedremo cosa indica al cartina al tornasole del governo Renzi.
Il suo scontro con l’UE è serio o è un rumoroso diversivo, una pagliacciata?
Nel secondo caso il governo farà una riforma di quelle che piacciono tanto agli eurocrati.
8) A questo punto verrebbe spontaneo domandarsi perchè non si applichino regole già esistenti nei casi in cui questa applicazione sia meritata.
Innanzitutto bisognerebbe dire la verità e cioè che queste regole vengono già applicate, anche giustamente, a proposito dei casi che vengono scoperti. Semplicemente non è vero che ciò che non finisce sulle prime pagine dei giornali non esista. Parliamo già di qualche centinaio di casi all’anno.
Il vero problema del pubblico impiego, però, è altro.
Nel pubblico impiego le dirigenze sono, non sempre ma purtroppo spesso, frutto di nomina politica o se non proprio di nomina almeno di contiguità, aderenza, conoscenza. E fatalmente non dirigono un bel niente.
Chi volete che persegua e licenzi chi, spessissimo, non conosce neanche i nomi né sa esattamente quali siano le mansioni dei propri diretti subalterni, dato che la loro funzione è semplicemente essere piazzati li dai partiti a percepire lauti stipendi e, appena ci si riesce, assumere chi ha la tessera di partito giusta gestendo poi pacchetti di voti?
Questo è il vero problema del pubblico impiego, per risolvere il quale però….i potenti dell’apparato politico dovrebbero toccare sé stessi.
Cosa che non faranno mai, a meno che il popolo non li defenestri in blocco dandosi nuovi e decenti rappresentanti.
Il repulisti serve, ma se verrà gestito dalle stesse persone che hanno trasformato comparti del pubblico impiego in clientele e bacini di voti, quelli che ci rimetteranno il collo saranno inevitabilmente quelli che la copertura politica e la raccomandazione non ce l’hanno.
E sono i più, con i ccnl e i gli stipendi bloccati da anni ed anni, sottoposti al regime del bastone mentre per legge si è imposto che la carota non esistesse affatto.
Se licenzieranno queste persone, cittadini e cittadine lo domando a voi, pensate di potervelo permettere l’ospedale privato quando vi ammalerete, l’università privata per i figli, 700 € sull’unghia per una risonanza magnetica quando vi sentirete male e avrete dannatamente fretta di capire perchè?
Inoltre in una situazione di drammatica recessione dell’economia come l’attuale, siccome anche la spesa pubblica è PIL e circolazione del denaro, anche a costo di buttare letteralmente i soldi dalla finestra, lo Stato non dovrebbe smettere di spendere. Anzi dovrebbe spendere di più!
Quindi quale savio di mente che abbia compreso il senso di questa crisi, potrebbe essere così pazzo da ritenere che la pur necessaria riorganizzazione del Pubblico Impiego, passi oggi attraverso la necessità di tagliare posti di lavoro?
9) A cosa siamo di fronte, facendone la sintesi?
Alla solita trovata retorica con la quale, un governo alla corde, addita al pubblico un “nemico ideale”, un facile capro espiatorio, per recuperare un po’ di facile consenso senza però parlare di ciò che veramente è necessario.
Se faranno qualcosa nella direzione che Madia indica non sarà per loro voglia, ma perchè sarà riuscito a imporglielo l’Europa.
Cosa che, per altro, ha predisposto Monti coi voti parlamentari di Bersani ancora segretario del PD; quindi anche gli antirenziani non si sentano assolti, dato che il danno grave l’hanno fatto addirittura più loro che non Renzi e le locuste al suo seguito.

Tutto questo, per la precisione.

* Fonte: unpezzounculo

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