CAPITALISMO CASINÒ E NUOVE DIVISIONI DI CLASSE: LA SOLLEVAZIONE POPOLARE POSSIBILE di Moreno Pasquinelli
[ 27 aprile ]
Sì, stiamo giungendo al finale di partita, quello che deciderà il futuro del nostro Paese. L’economia mondiale boccheggia, l’Unione europea traballa, in Italia il governo Renzi è appeso al filo di un’improbabile vera “ripresa economica”. In questo quadro è alle porte un evento politico che potrebbe fungere da spartiacque: il referendum costituzionale di ottobre.
Il “piano” opposto non potrebbe essere che una sollevazione popolare. Che questa possa sopraggiungere prima, come noi ci auguriamo, è possibile ma altamente improbabile. E’ molto probabile invece che lo shock colpisca il paese tra capo e collo, che avremo solo a quel punto, oramai precipitati nell’abisso, una sollevazione generale.
Non immaginatevi una sollevazione fulminea e risolutiva. Il paese entrerà in un periodo di acutissime convulsioni sociali e politiche, la sollevazione procederà per fiammate, non seguirà una linea retta ascendente. Occorre rassegnarsi ad una sinfonia caotica e sconnessa, poiché mancano sia lo spartito che una direzione d’orchestra. Detto altrimenti avremo un conflitto coriandolare, policentrico, poiché, mentre la borghesia italiota è oramai una classe parassitaria e al tramonto, non abbiamo nemmeno, perché oramai spappolato, imborghesito, eviscerato, un proletariato che possa candidarsi a ruolo guida di un blocco sociale in grado di sovvertire l’ordine delle cose e prendere in mano le redini del paese.
E’ dentro questo marasma disordinato che le forze democratiche e sovraniste saranno chiamate e portare ordine e introdurre senso. Un blocco sociale e politico antagonista prenderà forma nel mezzo dello sconquasso. L’egemonia l’avrà chi saprà gettarsi nel conflitto trasformando la disperazione in rabbia consapevole; di chi saprà fare, di coloro a cui è stato tolto tutto, la forza motrice di un blocco ampio con i molti che vorranno difendere il poco che gli resta; di chi, portatore di un’idea nuova di società, saprà indicare la via e i mezzi per aprirgli una strada.
Se, su questo d’accordo col Della Loggia, ho ragione nel sostenere che da questa crisi si esce solo con soluzioni radicali; se sono nel giusto nel ritenere che la borghesia italiana non ha né la volontà né la forza per rompere la gabbia eurista e liberista; se, come ritengo, per questo abdicherà e accetterà di fare del Paese una semi-colonia; se, come penso, la forza motrice della sollevazione saranno i settori sociali dilaniati dalla crisi sistemica; non solo lo scontro si farà durissimo, ma la società subirà un processo di polarizzazione sociale, politica e ideologica violento che divaricherà lo stesso campo delle forze sovraniste.
Con buona pace degli azzeccabarbugli che dai loggioni strillano lo stesso mantra del pensieero unico mainstraeam, quello della “morte delle ideologie” e della “fine della dicotomia tra destra e sinistra”».
Da: LA DIAGONALE DEL DEBITO (QUALI SONO OGGI LE FORZE ANTAGONISTE?)
Un altro lettore mi diceva:«Considerare le classi sociali in base al loro ruolo nel sistema di produzione è un modo di vedere datato che va superato. Le classi sociali si distinguono in base al loro senso di appartenenza non alla quantità o tipo di reddito».
Questo processo, prima di espandersi ad ogni latitudine, prese il via oltre Manica e oltre oeceano. Grazie ad un habitat favorevole e all’appoggio dei governi neoliberisti di Reagan e della Teatcher e delle banche centrali, il capitale, nella forma di denaro liquido si è avventato su tutto ciò che, capitatogli a tiro, poteva fruttare guadagno. Gli investimenti in capitale costante e variabile si sono spostati progressivamente sui titoli (rappresentazioni fantasmagoriche delle merci), fino al fenomeno diabolico delle cartolarizzazioni e dei derivati. Le borse sono diventate, ad iniziare da quelle di Wall Street e della City, i templi in cui la rendita tutto sacrificava in nome del Dio denaro. Veniva così nascendo (con l’ausilio della macchina info-telematica) la nuova casta sacerdotale tecnocratica, quella dei brockers e dei grandi manager bancari, preposta al culto del nuovo “dogma trinitario” [11]: denaro, credito, interesse. Nuovi mostri, i fondi finanziari, prendevano forma nel brodo primordiale della inforendita. Questo passaggio determinava un mutamento profondo del sistema, prendeva forma quello che ho definito metacapitalismo. [12] Alla tradizionale figura del capitalista operante che usava sì il denaro, che acquistava e vendeva merci, ma per ricavarne un plusvalore per mezzo del processo di produzione, si affiancava il “capitalista monetario parassita”, dedito a prestare denaro per ottenerne un interesse campando così di rendita, senza quindi entrare mai nel ciclo della produzione, volteggiando nella sfera della circolazione monetaria per poi inquattarsi come tesoro depositato nei forzieri —di qui l’attuale trappola della liquidità: la montagna di denaro consegnata dalla banche centrali se ne sta ferma nei caveau della banche d’affari.
Il crollo della produzione industriale italiana per singoli settori |
Soggiogati i governi, l’oligarchia rentierotteneva che i titoli di debito pubblico degli Stati diventassero prodotti finanziari e venissero gettati sui mercati. Una vera gallina dalla uova d’oro. Nasceva un sistema micidiale di rapina con cui spostare la ricchezza monetaria diffusa (risparmi) dalla tasche dei cittadini ai caveau delle banche, da certi settori ad altri, da certi Stati ad altri.
Ha tutto l’aspetto di una stregoneria quello per cui, nei mercati finanziari, il debito, diventato titolo negoziabile, ingrassa chi se lo passa di mano in mano, strozzando chi lo ha emesso e fregando chi se lo trova in mano per ultimo. La merce-debito, come aveva già segnalato Marx [13] non ha un valore di scambio, il suo prezzo dipende dall’irrazionale gioco della domanda e dell’offerta, dalle aspettative di rialzo —guadagno assicurato fino a quando le aspettative salgono, fino a quando tutto crolla a causa delle prime fughe. Un gigantesco sistema Ponzi. Morale: se da qualche parte qualcuno guadagna senza lavorare dev’esserci dall’altra qualcuno che lavora senza guadagnare.
Una sollevazione che non prende ancora forma perché la crisi epocale del sistema di capitalismo casinò è solo agli inizi, perché troppo ampia è ancora la massa amorfa del popolo-rentier. Ma la tendenza alla catastrofe significa appunto questo: che il capitalismo casinò sta tirando le cuoia, che questa stessa massa, attraverso le politiche predatorie dei dominanti, subirà un inevitabile processo di pauperizzazione, spostandola sulla parte destra del diagramma. Sarà allora che per i dominanti si apriranno le porte dell’inferno».
[11] Questa efficace analogia è di Massimo Amato e Luca Fantacci: Come salvare il mercato dal capitalismo. Donzelli Editore, Giugno 2012. testo utili da leggere, malgrado i nostri abbiano una strana idea del denaro, che non considerano merce e se la prendano dunque, non col denaro e il suo essere rappresentante astratto e simbolo della ricchezza, ma con la “liquidità”.
[12] «Il capitale esiste come capitale, nel movimento reale, non nel processo di circolazione, ma soltanto nel processo di produzione, nel processo di sfruttamento della forza-lavoro». K. Marx, Il capitale. Volume III. Quinta sezione. Il capitale produttivo d’interesse. p.13
[13] K. Marx Ibidem. p. 28
[14] Un esempio lampante di come gli stessi operai fossero stati afferrati dal meccanismo della speculazione si ebbe negli Stati Uniti. Eravamo negli anni ’80, gli anni della profonda crisi del polo automobilistico di Detroit. Gli operai della GM entrarono in sciopero contro i licenziamenti e chiesero la solidarietà di quelli della Ford, ma non la ottennero. Questi ultimi avevano devoluto i loro risparmi ad un Fondo che a sua volta aveva investito in azioni della GM. Azioni il cui valore stava risalendo in borsa proprio a causa dell’attivazione da parte della GM del piano di licenziamento.
E l'Eurogendforce che ci starebbe a fare?Altro che "fatti d'Ungheria" si verificherebbero!Il fatto è che la Gente ha paura, e giustamente. Chi cavalca la tigre non può scendere, questo lo sa benissimo chi "governa" (meglio dire "chi comanda"). Abbiamo sperimentato la "strategia del terrore"; se ne ricordano bene tutti. Cinquant'anni di "dominazione" non sono passati per niente … La traccia indelebile è "la paura".
Da come conosco i veneti credo che la sollevazione nonverrà dal nord: "semo ancora siori, mejo star boni e chieti".Credo che la sollevazione potrebbe arrivare dal sudgià ampiamente depauperato. A quel punto il paesepotrebbe dividersi in due o tre entità statali come profetizzava il MIglio.
Intanto il bomba ripromette 2,5 miliardi alla ricerca per festeggiare il primo maggio. Sempre che arrivino (e io spero proprio di no) saranno gestiti nel solito modo. I cooptandi, un'altra categoria dello "star boni e cheti", staranno già sbavando.
C'è una denuncia in corso per iniziativa dell'avvocato Marco Mori e che concerne una imputazione penale per usurpazione di incarichi politici da parte di chi è stato illegalmente eletto con il "porcellum" o nominato arbitrariamente senza tener conto della prassi democratica. MI piacerebbe che codesta Redazione esprimesse qualche commento competente sulla grave irregolarità che vede persone aventi importanti incarichi di governo senza averne diritto (usurpazione). Personalmente sono dell'opinione che la situazione, gravissima dal punto di vista politico, potrebbe configurare il reato di "colpo di Stato".(vedasi ALTRA INFORMAZIONE a cura di Alfredo Ecclesia)
Volevo riproporre la questione.Cosa è la famosa CREDIBILITA' INTERNAZIONALE?So che con quella un paese ottiene più facilmente prestiti dal sistema finanziario.Pero' ancora non capisco:1) cosa sia2) come si ottenga 3) nel caso uscissimo dall'euro o si facessero altre cose non simpatiche al sistema finanziario (non simpatiche come l'uscita dalla moneta unica) ciò comporterebbe ritorsioni (chiamate "perdita di credibilita'") Come si farebbe fronte? Con un eccesso di emissione di moneta che dà inflazione?…lo chiedo a voi e al professor Pasquinetti
all'ultimo anonimo,ti rispondiamo prima possibile.
All'anonimo 27 aprile 2016 17:08 Sostanzialmente d'accordo. Abbiamo sostenuto l'iniziativa dell'amico Marco Mori, ben sapendo che sarebbe stato altamente improbabile che qualche Procura avrebbe sostenuto la denuncia.All'anonimo 28 aprile 2016 02:11 la questione che poni implicherebbe una lunga spiegazione. Proviamo a dirla in breve.In un contesto di iper-finanziarizzazione (capitalismo casinò) gli Stati si finanziano non solo tassando ma prendendo a prestito denaro dalla sfera bancaria e finanziaria privata (più del 90% dell'emissione monetaria è di fatto affidata a banche e a fondi d'investimento speculativi privati, che s'ingrassano appunto grazie ai debiti altrui, tra cui quelli pubblici). Uno Stato è credibile se è considerato solvibile, se cioè si ritiene che possa saldare i debiti contratti. Se uno Stato non ha sovranità monetaria, la sua solvibilità viene a dipendere dalla capacità di rapinare i suoi cittadini per onorare il pagamento del debito. Di qui l'austerità: tagli alla spesa pubblica, aumento dell'imposizione fiscale… Un'altra leva è una politica mercantilistica, ovvero l'aumento delle esportazioni rispetto alle importazioni, la quale cosa porta la bilancia commerciale in attivo, ciò che accresce la capacità di uno Stato di contrarre debito e di rimborsarlo.Cosa accadrebbe se si uscisse dall'eurozona?Rimandiamo alla lettura del VADEMECUM: 60 risposte ai sostenitori dell'euro-dittatura:https://docs.google.com/file/d/0B79uW7TuFnxwR3I2WEpFamlWeUU/edit?pli=1
A che livello di pauperizzazione occorre arrivare affinché ci sia la sollevazione? E' ipotizzabile che, se si venisse ad una riforma drastica del Catasto urbano come giù qualcuno pensa di arrivare, ci sarebbero reazioni imprevedibili e non facilmente controllabili. La tassazione sugli immobili arriverebbe a livelli insostenibili dalla maggior parte dei proprietari di abitazioni perché molti di essi dovrebbero ricorrere a ipoteche bancarie per affrontare nuove imposizioni fiscali e sentirsi il laccio al collo potrebbe bensì spingere i perseguitati a buttarsi sotto qualche treno, ma potrebbe anche coalizzare una opposizione generalizzata e probabilmente pure violenta.