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COSA DIMOSTRA LA BARRIERA AL BRENNERO di Piemme

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[ 20 aprile ]

Mentre le autorità austriache stanno mandando avanti i lavori al valico del Brennero per la “barriera anti-immigrati”, il ministro della Difesa austriaco, Hans Peter Doskozil (socialdemocratico) ha rincarato la dose dichiarando:

«Se l’Italia farà come ci aspettiamo e la Germania farà come ci aspettiamo, avremmo un grande problema. Perché se l’Italia lascerà passare i migranti e la Germania comincerà a respingerne sempre di più ai suoi confini, l’Austria rischierebbe di trasformarsi in una sorta di sala d’attesa. Per questo dobbiamo andare in offensiva… In caso estremo l’Austria potrebbe chiudere completamente il Brennero». 

La famigerata Commissione europea si è associata a Mattarella e Renzi nel condannare duramente la decisione di Vienna. C’è chi, a Roma, invoca sanzioni contro Vienna. Ci permettiamo di far notare che l’Austria aveva già chiuso le sue frontiere con Ungheria e Slovenia; che l’Austria è il nono Paese che ha sospeso recentemente il Trattato di Schengen — Trattato che dal 1999 è integrato nel quadro istituzionale e giuridico dell’Unione europea in virtù di un protocollo allegato al trattato di Amsterdam. Di casi di sospensione, prima dell’ondata migratoria, ce ne erano stati per la verità anche altri, sbirreschi, segnatamente in occasione di vertici del G7 o dell’Unione.

Al netto di quella che molti considerano una “violazione del diritto umanitario” la barriera al Brennero e la minaccia di chiudere completamente il Brennero, ripristinando quindi i controlli di frontiera su persone e merci di qualsiasi provenienza, dimostra che il Trattato di Schengen sta tirando le cuoia.

Dimostra infine tre “cosette” forse ancor più importanti: 

(1) che l’Unione europea non ha affatto definitivamente seppellito gli Stati nazionali; (2) che uno Stato sovrano può, com’è ovvio proprio in base al diritto internazionale vigente, recedere unilateralmente da un Trattato precedentemente siglato con uno o più Paesi —ciò che  vale anche per tutti i trattati su cui è stata fondata l’Unione europea, non solo quelli di Maastricht e Lisbona; e (3) che con le frontiere ripristinate al Brennero, va prendendo forma —come scriveva Lucrezia Reichlin sul CORRIERE DELLA SERA del 27 marzo— un’Unione ristretta con la Germania al centro e quindi i suoi satelliti.

Quanti fiumi di inchiostro e oceani di parole, in questi ultimi anni, ci sono stati rovesciati addosso per dirci che uscire dall’eurozona e dall’Unione sarebbe ormai impossibile!? Quante volte abbiamo sentito dire che si tratta di decisioni incontrovertibili!?
Sotto i nostri occhi sta avvenendo invece il contrario. Alle prese con lo stress test dell’immigrazione massiva l’Unione europea si dimostra quanto mai disunita, ogni paese cerca di “proteggersi” come può e, quel che conta, unilateralmente riprendendosi alcuni dei propri poteri sovrani ceduti agli organismi sovranazionali, facendolo proprio sul terreno più altamente simbolico, quello della difesa delle proprie frontiere.

Che le prime vittime di questa riappropriazione di sovranità siano i migranti è moralmente indecente, ma dal punto di vista politico è un colpo letale al sistema oligarchico europeo ed alle élite globaliste e liberiste.

Da tempo sosteniamo che tra le due tendenze operanti, quella alla dissoluzione degli Stati nazionali e quella opposta alla dissoluzione dell’Unione europea, è la seconda che tende a diventare la principale e dominante.

Chi aveva ragione?

Ps
L’Austria ha fissato un tetto di 37.500 richieste d’asilo. Già solo nei primi tre mesi dell’anno le domande sono state tuttavia 17.000 e dunque il tetto sarà raggiunto a breve. Fermo restando imperativo l’obbligo di uno stato democratico di concedere asilo ai rifugiati politici e di guerra che ne fanno richiesta, è non solo legittimo ma necessario che ogni Stato stabilisca, in base alle sue effettive capacità di accoglienza, un tetto al numero di rifugiati che può ospitare garantendo loro diritti civili e sociali indispensabili —casa, lavoro, reddito ecc. Renzi e Alfano sbraitano tanto contro l’Austria: dovrebbero invece dirci, se prendessero sul serio i loro doveri di governanti: quanti rifugiati l’Italia dovrà e potrà accogliere? Quante risorse pubbliche occorreranno per dare ai rifugiati una sistemazione stabile ed evitare, come avviene oggi, di parcheggiarli anni in condizioni sub-umane? 



2 pensieri su “COSA DIMOSTRA LA BARRIERA AL BRENNERO di Piemme”

  1. Anonimo dice:

    "Che le prime vittime di questa riappropriazione di sovranità siano i migranti è moralmente indecente", ma dal punto di vista politico è un colpo letale al sistema oligarchico europeo ed alle élites globaliste e liberiste che hanno già per altro portato l'Europa sull'orlo della più rovinosa dissoluzione. Perciò: vadano pure alla malora i trattati europei, morte a shengen! Ci sono stati abbastanza suicidi fra i nostri imprenditori condotti alla disperazione a all'estremo gesto dai famigerati "trattati europei" che si sono dimostrati trappole mortali primo delle sovranità degli Stati, secondo delle economie disastrate dalle conseguenze perniciose e disgregatrici dei trattati stessi.

  2. dexxo dex dice:

    Naturalmente quelli che ci vanno di mezzo sono i poveracci. Il fatto è che siamo anche noi sul Titanic e qui da adesso in poi vigerà il si salvi chi può. E' dura.

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