LORDON: “NUIT DEBOUT: NON ABBIAMO NIENTE DA NEGOZIARE!”
[ 17 aprile ]
Continuiamo a seguire il movimento Nuit Debout che sta scuotendo la Francia.
Dobbiamo dire grazie alla legge el-Khomry per averci restituito il senso di due cose che avevamo dimenticato da troppo tempo: il sentimento di comunanza e quella dell’affermazione. Offrendo all’arbitrio del capitale latitudini senza precedenti, questa legge generalizza la violenza neoliberista, che colpirà d’ora in avanti indistintamente tutte le categorie dei salariati per spingerli a scoprire ciò che hanno profondamente in comune, la condizione salariale appunto. Si annullano le differenze che li avevano separati. Sì, c’è qualcosa che accomuna nel profondo vicende come quelle della Goodyear, di Conti, dell’Air France [si riferisce alle recenti vertenze sindacali, Ndr], i ferrovieri che proprio ieri erano in lotta a Tolbiac; tra Henry, l’ingegnere súper-qualificato in subappaltato alla Renault, licenziabile perché ha parlato troppo nel documentario “Merci, patron!”; tra Rajah e Kefar, dipendenti precari della società di pulizia Onet, licenziati e costretti alla miseria a causa di piccoli difetti; e con tutti gli universitari alle prese con ciò che li attende; e gli studenti delle scuole superiori che li seguono da vicino. Si potrebbe estendere questa lista indefinitivamente dal momento che la realtà è che in questa epoca in cui viviamo tutto è indefinito.
La gente che si riunisce qui lo fa in primo luogo per raccontare le proprie lotte, in modo che tutte le lotte locali, condannate all’invisibilità, diventino visibili per tutti e affinché tutti quelli che si sollevano sappiano che non sono più soli. E sono qui anche per dare una forma politica a questa comunanza che stiamo scoprendo. Pertanto, grazie, sinceramente grazie a el-Khomry, a Valls e Hollande. Grazie, e ancora grazie. Grazie per aver spinto tanto oltre la vostra meschinità fino ad averci obbligato ad uscire dalla nostra sonnolenza politica. Per non averci dato altra altra scelta che uscire dall’isolamento, e dalla pauradi stare insieme. Grazie anche per averci aperto gli occhi ed averci fatto vedere che, al punto in cui siamo, non c’è nulla più da negoziare, nulla da rivendicare, che tutte queste pratiche rituali e codificate sono diventate grottesche. Abbandoniamo quindi ogni sindacalismo abituato a strisciare come i rettili. Siamo determinati ad imboccare un’altra strada, la strada che respinge le compatibilità, i ruoli già assegnati, la via della volontà politica che s’impone e si afferma.
Credendo di perseguire come sempre il suo piccolo amichevole cammino al servizio del capitalismo neoliberale, la Legge el-Khomry ha certamente creduto che, come spesso accaduto da 30 anni a questa parte, tutto sarebbe filato liscio. Non hanno avuto fortuna. Inavvertitamente hanno attraversato una di quelle soglie invisibile in cui, con una sola goccia, tutto cambia.