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RIFONDAZIONE ED I BALLOTTAGGI DI DOMANI: SIAMO ALLA FOLLIA? di Emmezeta

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[ 18 giugno]

Antirenziani, ma anche no: domani il Prc annulla la scheda…

«Siamo troppo ingenerosi? No. QUelli di Rifondazione sono quelli che per far governare il centrosinistra si sono inventati la “desistenza”, la “non belligeranza”, l’alleanza nell’Unione del 2006. Sono quelli che per mantenere i predecessori di Renzi in sella hanno votato l’introduzione del lavoro interinale in Italia ed il finanziamento alle truppe di occupazione in Afghanistan. Che forse, pur con tutti i loro limiti, i parlamentari di M5S hanno avuto cedimenti anche solo paragonabili a questi? Ma per favore…»
Siamo alla follia: può una forza di sinistra essere indifferente alla vittoria dei candidati di M5S rispetto a quelli del PD?

Ma Renzi è un pericolo oppure no? A leggere i documenti del Prc certamente sì. Idem per le dichiarazioni dei suoi dirigenti. Ed è questo il comune sentire di iscritti ed elettori. Del resto, potrebbero esserci dubbi dopo il jobs act, la “buona scuola”, lo sventramento della Costituzione? Ovvio che no: Renzi è il nemico principale, da battere ed abbattere in tutti i modi.

Proprio tutti però no. Domani si svolgono i ballottaggi. Grande è il rilievo di quelli che si tengono nelle maggiori città. Praticamente già risolta a favore di De Magistris la partita di Napoli, decisivo sarà il segnale che arriverà da Roma, Milano e Torino. Tanto nella capitale, quanto nel capoluogo piemontese, lo scontro sarà tra i candidati del PD e quelli di M5S. Da una parte il partito-regime, dall’altro la principale forza d’opposizione che contro le leggi di Renzi (quelle citate e non solo) si è battuta con forza.

Schierarsi, per le forze di sinistra, non avrebbe dovuto richiedere neppure una grande discussione. E invece… Invece abbiamo che mentre Sinistra Italiana (alias Sel più ex Pd) è ormai spaccata su tutto, Rifondazione Comunista non riesce a far niente di diverso dal tirarsi opportunisticamente fuori da uno scontro che pure disegnerà i rapporti di forza nazionali in vista del decisivo referendum d’ottobre. Referendum nel quale tanto il Prc che SI saranno schierati dalla stessa parte di M5S contro Renzi.

Ora, è vero che dai rimasugli della sinistra sinistrata siamo avvezzi ad attenderci di tutto. Ma uno spera sempre che ci sia un limite. E invece no. Ogni volta anche quello che sembrerebbe un ragionevole limite viene varcato in nome non si sa più neppure di che cosa.

Lasciamo perdere Sinistra Italiana (SI), che a Roma si dividerà di certo tra il voto a Giachetti (tutta la destra sellina al gran completo), quello a Raggi (Fassina?) ed il non voto. Uno scenario che si replicherà anche a Torino, al di là dell’assenza di indicazioni ufficiali. Quella di SI è la storia di un soggetto mai nato, che probabilmente non vedrà mai la luce a causa delle faide interne a quella corrente esterna al PD denominata SEL.

Occupiamoci invece del Prc. Questo partito ha propagandato un nuovo posizionamento, di opposizione al PD anche ai livelli locali. Perché allora non impegnarsi per battere il partito di Renzi a Roma e Torino?

La lettura dei documenti del comitato federale di Roma e della segreteria di Torino lascia davvero esterrefatti.

Partiamo da Roma:

«Il Comitato Politico Federale, riunitosi in data 16 giugno 2016, in merito al ballottaggio per la designazione del nuovo sindaco di Roma dà indicazione ad iscritti, simpatizzanti ed elettori, di recarsi ai seggi e di procedere all’annullamento della scheda.Il Partito della Rifondazione Comunista è alternativo al Partito Democratico e al Movimento 5 Stelle. In assenza di qualsivoglia intesa di natura programmatica, l’apprezzamento per talune singole figure riconducibili ad una delle opzioni politiche in campo non consente di esprimere alcuna indicazione di voto. La logica «maggioritaria» che imporrebbe di «schierarsi», in un contesto di evidente crisi della rappresentanza, va quindi respinta».

Bravi! Bravissimi! Come non essere d’accordo nel respingere la logica maggioritaria! Peccato che una simile coerenza non la si sia mai vista in passato. Allora anche il più impresentabile dei personaggi, la più deteriore delle alleanze, il più liberista dei programmi, diventavano oro purché contrapposti ai berluscones. Oggi non più. Eppure le consonanze programmatiche con M5S dovrebbero essere ben maggiori di quelle che si registravano col vecchio centrosinistra.

Qual è allora la sostanza di una posizione che mischia in maniera davvero superba settarismo ed opportunismo?

Prima di rispondere a questa domanda ci sia concessa una breve digressione sul linguaggio del comunicato romano. Quella che è un’ammissione di resa viene comicamente presentata come un’indicazione di lotta, quasi come se qualcuno potesse davvero crederci… Al normale astensionismo praticabile restandosene a casa, si preferisce il velleitario annullamento della scheda. Bene, vorrà dire che lunedì prossimo provvederemo a contare le schede nulle, mettendole a confronto con quelle del primo turno e con quelle del ballottaggio 2013. Vedrete che ci sarà da divertirsi.

Ma non basta. Colpisce quello stile simil-diplomatico che porta a parlare di «figure riconducibili» (quali?) «ad una delle opzioni politiche in campo» (quale?). Non sarebbe stato più semplice mettere i nomi e i cognomi per dire che anche la presenza dell’urbanista Paolo Berdini nella futura giunta Raggi non giustifica un voto ad M5S, come invece sostenuto a titolo personale daMaurizo Acerbo, membro della segreteria nazionale del Prc?

E a Torino? Qui, dopo essersi lavate le mani dal ballottaggio (ma senza annullamento della scheda), ecco l’incredibile prosa della segreteria provinciale:

«Nelle prossime settimane saremo impegnati nella battaglia per respingere le controriforme renziane volte a distruggere la scuola pubblica, i diritti del lavoro, la rappresentanza democratica, volte a stravolgere la Costituzione nata dalla lotta di Liberazione. Rispetto a questa battaglia, che sarà portata avanti qualsiasi sia l’esito del secondo turno, ben venga tutto ciò che può accrescere le contraddizioni nell’attuale quadro politico dominato dalle politiche austeritarie del governo Renzi oltre che nel blocco di interessi affaristici che governa Torino».

Insomma, talmente impegnati a combattere Renzi, che si son dimenticati l’atto più urgente, in fondo quello più semplice per colpirlo davvero: una chiara indicazione di voto per Chiara Appendino al ballottaggio per mandare a casa l’ittiosauro renziano Piero Fassino. Sì, è vero, la segreteria si augura l’«accrescimento delle contraddizioni», ma evita di dire cosa si deve fare per raggiungere quell’obiettivo. E sì che sarebbe semplice…

Stupidità o connivenza? Ovviamente una cosa non esclude l’altra.

Detto in altri termini: settarismo, come si potrebbe pensare a prima vista, od opportunismo mascherato da “nobili” motivi? La “seconda che hai detto”, sentenzierebbe il comico senza indugio.

Sarà magari per non scontentare i sellini, per non rompere i legami con il mondo di Sinistra Italiana, ma questi proprio non ce la fanno a rompere davvero con il milieu della vecchia sinistra, quella che piaccia o no ha partorito prima il PD e poi il suo attuale conducator Matteo Renzi.

Siamo troppo ingenerosi? No. Costoro sono quelli che per far governare il centrosinistra si sono inventati la “desistenza”, la “non belligeranza”, l’alleanza nell’Unione del 2006. Sono quelli che per mantenere i predecessori di Renzi in sella hanno votato l’introduzione del lavoro interinale in Italia ed il finanziamento alle truppe di occupazione in Afghanistan. Che forse, pur con tutti i loro limiti, i parlamentari di M5S hanno avuto cedimenti anche solo paragonabili a questi? Ma per favore…

Questo rispetto a loro. Ma il confronto va fatto con il PD, o con quelle forze che al PD hanno dato vita e con le quali i sinistrati stavano sistematicamente alleati. Vogliamo ricordare le privatizzazioni, l’attacco allo stato sociale, alle pensioni, le guerre al servizio della NATO, le leggi elettorali maggioritarie? Bene, tutto ciò non impediva a costoro di allearsi, o quantomeno di schierarsi ai ballottaggi con gli autori di queste politiche, in nome della lotta al nemico principale, Silvio Berlusconi.

Ma oggi quel nemico non ha forse le sembianze di Matteo Renzi? Non è forse costui il vero attuatore di quanto di peggio (vedi il progetto presidenzialista) Berlusconi non è riuscito a realizzare?

No, cari compagni del Prc, non avete nessuna giustificazione per la scelta indifferentista di Roma e Torino. Nessuna, proprio nessuna. E’ una cosa di cui dovreste solo vergognarvi. E se proprio non ce la fate, cominciate almeno a scrivere i vostri comunicati in un italiano comprensibile. In fondo anche il vostro elettorato è meno stupido di quanto pensate…


* Fonte: Programma 101

4 pensieri su “RIFONDAZIONE ED I BALLOTTAGGI DI DOMANI: SIAMO ALLA FOLLIA? di Emmezeta”

  1. amaryllide dice:

    la follia è sostenere che un marchio registrato di proprietà privata, ovvero la quintessenza della privatizzazione della politica, sia di opposizione a Renzi.

  2. Anonimo dice:

    Dal commento di amaryllide si capisce per cosasi indignano questi sinistrati: il marchio registrato di proprietà privata. Ma pensa te…Soprattutto per il PACCHETTO TREU bisognerebbe darvi la medaglia a voi sinistrati.Che dire ancora… mi auguro che questi elettori dei vari cespuglietti rossi SEL – PRC – PCL possano ritrovare la bussola quanto prima.

  3. Anonimo dice:

    Tra morire di fame, mangiare una mela avariata e mangiare la merda, tu cosa sceglieresti ?

  4. Anonimo dice:

    Ma perché dare loro spazio? Questi signori – intendo PRC,SEL,bersaniani di tutte le risme – sono quelli che hanno preso più voti di tutti a Roma centro, a Piazza Bologna, ai Parioli. Ma ci rendiamo conto? Rinaldo Scheda, il buon vecchio Rinaldo Scheda, secondo me si sta dannatamente rivoltando nella tomba. Qualcuno diceva che Casapound rappresenta il fascismo del terzo millennio: altroché Casapound, eccolo, il fascismo del terzo millenio, questi signori e i loro compari del PD!

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