PORCHERIE BERSANIANE di Leonardo Mazzei
[ 21 luglio ]
Ecco in pista la legge anti-M5S. Porta la firma di Bersani… sempre fedele alla “Ditta“
Si può fare una legge elettorale più antidemocratica dell’Italicum? Ovviamente sì. Al peggio, si sa, non c’è limite. E la minoranza Pd (per favore non chiamiamola “sinistra”) è lì per ricordarcelo.
Ieri l’altro alla Camera il mitico Roberto Speranza, il campione mondiale delle ritirate parlamentari, ha presentato l’ennesima legge elettorale truffa. Se ne sentiva la mancanza… Ma dire truffa è dire poco, perché il cosiddetto “Bersanellum” – dal nome del capo un po’ suonato di una corrente sempre più stordita – è il peggio che sia mai stato presentato sull’italica piazza. E sì che nella fiera di questi anni se ne son viste e sentite di tutti i colori.
Diciamo che in un’ipotetica graduatoria, da zero a dieci, sulla democraticità delle varie leggi elettorali, se il voto all’Italicum è due, quello al Bersanellum non può che essere zero.
Ma perché ce ne occupiamo, visto che i bersaniani contano (e meritatamente) come il due di picche quando briscola è denari? La ragione è presto detta: perché costoro hanno alle spalle ben altre forze. Ad oggi la loro proposta è destinata a restare in frigorifero, ma dopo il referendum verrà di certo scongelata.
Quali sono le forze che si muovono dietro l’improbabile Speranza? Ieri mattina, in un’intervista al Foglio, ecco dove va a parare Giorgio Napolitano:
«Con il tripolarismo una revisione dell’Italicum credo sia da considerare, nel senso di non puntare a tutti i costi sul ballottaggio, che rischia, nel contesto attuale, di lasciare la direzione del paese a una forza politica di troppo ristretta legittimazione nel voto del primo turno».
Chiaro qual è il problema? Le forze sistemiche avranno pure blandito Di Maio e qualche altro pentastellato, ma proprio non vogliono M5S al governo. E siccome le amministrative di giugno hanno chiarito che con il ballottaggio questa possibilità esiste, ecco che chi lo aveva applaudito poco tempo fa, pensando che garantisse la vittoria al Pd di Renzi, adesso è già pronto a gettarlo alle ortiche pur di impedire la vittoria del Movimento Cinque Stelle.
Quando si dice la coerenza! E l’onestà intellettuale! Ci vuole proprio una bella faccia tosta per pronunciare una frase come quella dell’ex presidente della repubblica. Si accorge del tripolarismo solo adesso? C’è bisogno di ricordargli che il sistema politico italiano è tripolare almeno dalle elezioni politiche del febbraio 2013?
Il fatto è che fino a poco tempo fa quelli come lui pensavano che al ballottaggio le forze sistemiche si sarebbero alleate contro M5S, determinandone con sicurezza la sconfitta. Oggi che le cose si sono complicate – i voti del Pd sono in picchiata, la destra è divisa e confusa, l’elettorato tende comunque a comportarsi in maniera assai indipendente dalle indicazioni ufficiali dei partiti – ecco il voltafaccia.
Ora qualcuno mi dirà, ma non è bene che il ballottaggio venga messo in discussione? Non ne avete sempre denunciato il carattere antidemocratico? Certo che sì, ma il problema è che quella che viene adesso annunciata è una proposta di legge ancor più maggioritaria ed antidemocratica. E qui torniamo allo schema presentato ieri dal pittoresco Speranza.
So per esperienza che sulle leggi elettorali il 99% delle persone non ci capisce un’acca. E tra il restante 1% non è che manchi la confusione. E’ utile perciò mettere a fuoco le caratteristiche del cosiddetto Bersanellum.
1. La proposta della minoranza Pd
2. Un Mattarellum molto, ma molto peggiorato
3. Peggio perfino del modello inglese
4. Peggio del Porcellum e dell’Italicum
5. Il Bersanellum e i principi costituzionali
6. I collegi uninominali come mezzo per drenare localmente il consenso che non si ha più nazionalmente
Conclusioni…
Da quanto scritto finora si saranno capite due cose: a) l’autentica porcheria concepita dai bersaniani, b) la ragione per cui l’hanno messa in campo. Come e più di Renzi costoro hanno formulato un’ipotesi che guarda anzitutto agli interessi del Pd, nel linguaggio dell’ex segretario chiamato non casualmente “la ditta”.
Ma, a parte le resistenze di Renzi a veder perire la sua creatura senza averla potuta neppure sperimentare (l’Italicum è in vigore da tre settimane!), da solo il Pd non avrebbe comunque la forza di far passare questa nuova legge. Chiaro allora come i bersaniani stiano facendo da apripista ad una manovra sistemica di più ampio respiro, come ben si capisce dalla citata intervista di Napolitano.
Così com’è lo schema proposto difficilmente potrebbe avere la maggioranza del parlamento, ma il suo scopo è chiaramente quello di servire come punto d’attacco per arrivare comunque ad una legge che sbarri la strada al Movimento Cinque Stelle. Possiamo dire che si tratta di un’autentica vergogna? L’Italicum ci fa sicuramente schifo, ma il modo di superarlo è quello di tornare ai principi costituzionali e dunque alla proporzionale. Qui si è aperto invece il cantiere degli imbroglioni. Gente capace di modificare a ripetizione la legge elettorale in base ai propri contingenti interessi, facendo a pezzi ogni volta di più ogni principio democratico. E’ uno schifo.
Dove potrebbe andare a parare questa manovra, esattamente non si sa. Un’ipotesi è quella formulata dal presidente del Pd, Matteo Orfini: in un “Italicum alla greca”, un sistema sì su base proporzionale, ma con premio di maggioranza secco del 16,6% (in Grecia 50 parlamentari su 300, in Italia ne servirebbero 105 su 630) assegnato al partito che arriva primo.
Ora, che nel solo Pd vi siano almeno tre posizioni —quella del segretario, quella del presidente e quella dell’ex segretario— già la dice lunga sullo stato confusionale delle classi dirigenti nel loro complesso. Tuttavia, anche se ogni spezzone ha la sua linea ed i suoi interessi, è assai probabile che alla fine le varie componenti del blocco dominante facciano fronte contro il nemico comune. Che non è solo M5S, è la maggioranza del popolo italiano che non ne vuol più sapere dello stato di cose presente.
Per battere il disegno di questa congrega di farabutti occorre intanto vincere il referendum. Ed occorre farlo in nome della democrazia. Imbrogli come quello del Bersanellum vanno denunciati da subito, e nel corso di tutta la campagna referendaria.