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DOVE VA LA LEGA NORD DI MATTEO SALVINI? di Piemme

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[ 5 agosto ]

Le agenzie battono la notizia che Matteo Salvini incontrerà presto Silvio Berlusconi. Facile immaginare l’oggetto dell’incontro. Avremo un’altra puntata della stucchevole telenovela della “ricostruzione del centro-destra”, questa volta magari con Stefano Parisi leader il quale, pare, ha ricevuto l’incoronazione del Cavaliere.
Come andrà a finire?

In un nulla di fatto. Se ci sarà una nuova alleanza tra Forza Italia e Lega Nord non lo sapremo fino a quando non sarà definitivamente chiaro con quale legge elettorale si andrà a votare. In altre parole non lo sapremo prima del referendum costituzionale, in base ai cui risultati conosceremo le sorti dell’Italicum e di Matteo Renzi.

Salvini rimanda il momento decisivo della scelta, ma prima o poi, trovandosi al bivio, dovrà sciogliere il nodo gordiano: ritornare all’ovile berlusconiano o proseguire sulla strada di un polo indipendente di tipo lepenista con Fratelli d’Italia, quindi concorrente a quello berlusconiano. Beh, per la verità da quell’ovile la Lega salviniana non è mai uscita, se si vede ai governi di regioni com Lombardia, Liguria e veneto.

Non è questione di lana caprina, bensì di scelta strategica. Di mezzo assieme alla sua coerenza e credibilità politica, c’è la scelta di campo anti-euro. Non ci stupiremmo, ove l’Italicum venisse seppellito e la nuova legge elettorale premiasse le coalizioni, che Salvini se ne esca fuori dicendo “Scusate scherzavo, per battere il Pd occorre una nuova alleanza con Berlusconi”. Se poi, invece, terrà la sua posizione “lepenista” non escludiamo affatto che Salvini “esca fuori”, ma dalla Lega Nord stessa, tornata in mano ai vecchi notabili come Bossi e Maroni. E’ da vedere, infatti, se Salvini vincerà con sicurezza il prossimo congresso leghista.



Nel frattempo tuttavia Salvini pare tenere la barra dritta: chiede l’uscita dall’euro, urla contro gli immigrati e… insiste per la Flat Tax, ovvero il meccanismo tributario che è il simbolo stesso del neoliberismo. Si tratta infatti di un sistema di tassazione che prevede un’aliquota unica per tutti i redditi, familiari o d’impresa. Tipo: tu guadagni 100 milioni, ti tasso per il 15%, il tuo reddito è di mille euro, anche tu darai al fisco il 15%. Non a caso la Flat Tax fu proposta per primo, sin dagli anni ’50 dal Papa dei neoliberisti Milton Friedman e più recentemente da economisti reaganiani come Alvin Rabushka — quest’ultimo tra gli ospiti d’onore dell’ultimo congresso della Lega del dicembre 2014.

Come ognuno capisce (ma ci sono sempre quelli che fanno finta di non capire), e sorvoliamo sulla sostenibilità di un simile sistema fiscale, si tratta di una vera e propria manna per i ricchi. Una manna che contraddice apertamente la Costituzione italiana che prescrive che chi più guadagna più deve dare alla collettività. L’Art. 53 infatti recita: 

«Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.Ed aggiunge: Il sistema tributario è informato a criteri di progressività».

Non si tratta di un quisquilia, dietro c’è una concezione della società, nonché dello Stato, chiamato a svolgere una funzione decisiva di redistribuzione della ricchezza per evitare troppo forti disparità sociali. Che è appunto quella funzione cardinale che tutti i liberisti vogliono demolire.  

Salvini e Armando Siri


Non uno qualsiasi, bensì il principale consigliere economico di Salvini, che non è, come si pensa Borghi Aquilini, ma il liberista Armando Siri non perde occasione per segnalare che la Flat Tax oltre che la panacea ai mali dell’Italia (non quindi l’uscita dalla moneta unica, si badi) è la bandiera della Lega salviniana ed anche la base dell’accordo auspicato con i berlusconiani. Ed in effetti è proprio così, visto che Berlusconi non ha mai fatto mistero che è d’accordo con la “tassa piatta”, ma con l’aliquota al 20%.


Che la lega Nord sia nel fronte per il NO al prossimo referendum costituzionale, l’abbiamo già detto, è un fatto positivo. Dio ce ne scampi se un eventuale governo a trazione leghista dovesse mettere mano alla Costituzione per stravolgere l’Art. 53. Sarebbe da ricordare ai leghisti che una difesa sincera della Costituzione implica la difesa del modello sociale in essa scolpito nella prima parte. E non a caso i costituenti hanno incastonato l’Art. 53 proprio nella prima parte.

Il pensiero corre verso alcuni nostri amici, combattenti sinceri per la sovranità popolare e paladini della Costituzione, che tendono a sottovalutare i segnali politici inquietanti che giungono dalla Lega. Non parliamo solo dell’isteria xenofoba, ma, appunto della Flat Tax. Questi nostri amici si scagliano, e giustamente, contro le manomissioni renziane della Costituzione, ma sorvolano sulle proposte leghiste.


Il da noi stimato Marco Mori ad esempio scrive: “Il programma di salvezza nazionale è semplice, basta studiare la Costituzione e dentro ci sono le risposte a tutto”.

Questa frase lapidaria è tuttavia preceduta da un’altra: “La lega Nord ha ottime posizione sull’euro ed in più credo proprio abbiano capito il problema liberista”.

Singolare strabismo. La Lega ha capito il problema liberista? Oh sì, talmente bene che non ne fa un problema, bensì un’opzione e, come abbiamo visto, con la proposta programmatica della Flat Tax, una  … visione del mondo.


Consigliamo la lettura di un nostro vecchio articolo:
IL NAZIONAL-LIBERISMO DELLA LEGA di Lorenzo Dorato





6 pensieri su “DOVE VA LA LEGA NORD DI MATTEO SALVINI? di Piemme”

  1. Anonimo dice:

    Condivido al 100% quanto avete detto, altro che strabismo! Era solo una mano tesa… Come sempre a tutti, ma conosco bene le criticità evidenti della Lega Nord.Con immutata stima.Avv. Marco Mori

  2. Ippolito Grimaldi dice:

    Non credo la Lega ignori che la Flat Tax sarebbe incostituzionale, credo che, come molti strenui difensori della Costituzione dell' ultima ora, non vedano l' ora di metterci mano essi stessi per piegarla ai loro personalissimi "fogni".

  3. Rosanna Spadini dice:

    Che strano … probabilmente l'avv. Marco Mori crede che porgere la mano a tutti equivarrebbe ad interpretare perfettamente la Costituzione, visto che ne è un raffinato cultore … a me sembra vero esattamente il contrario, nel senso che se si crede nei valori espressi dalla Carta, non ci si può certo alleare con forze politiche neoliberiste, che della Costituzione del '48 hanno fatto carta straccia, come appare evidente nel fatto che il saccheggio referendario renziano sia stato richiesto dai suoi padroni di JP.Morgan & comp.Un percorso politico si cerca necessariamente di sostenerlo fino in fondo, senza dare adito a connivenze con gli avversari ostili … la coerenza politica è fondamentale nell'esercizio quotidiano dell'attività sociale e civile ed è uno dei fattori sempre presenti nelle persone immuni da contaminazione morale. Ma è anche quel valore che più di ogni altro affonda le radici nell'archetipo culturale della concezione di stato sociale e di diritto. La coerenza poi, unita ad una visione progettuale consente di "mantenere la rotta dritta ", quale che siano le difficoltà da affrontare, e comunque si misura nei fatti, che devono necessariamente seguire alle parole. Dunque "la mano tesa a tutti" è la peggior scelta che un politico possa fare … soprattutto se la mano la si tende a quei politici che hanno avuto diverse responsabilità euriste sulla coscienza … Che non si dica poi che dovremmo ricostituire il CLN del '43, perché le condizioni sono diverse, e mentre quel comitato non aveva alcun dubbio riguardo all'individuazione dei nemici, quello che l'avvocato vorrebbe ripristinare mi sembra che abbia le idee un po' confuse e che non sappia individuare i veri nemici, che sono semplicemente rappresentati da tutte quelle forze politiche che hanno avuto connivenze e responsabilità nei governi precedenti … Lo sciame delle api per sopravvivere e rinnovarsi inaugura una nuova sciamatura, quando la regina non svolge bene il proprio compito di riproduttrice della specie … sembra invece che certi esseri umani siano completamente privi dello stesso coraggio.

  4. Ippolito Grimaldi dice:

    Aggiungo che le peggiori modifiche legislative e costituzionali sono state fatte con il consenso della lega, dalla modifica dell' art 81 alle modifiche del titolo V, e nel codice penale quelle riguardanti gli attentati alla sovranità ed integrità dello stato.

  5. Redazione SollevAzione dice:

    LE CONDIZIONI SONO DIVERSEscrive la Spadini, riferendosi alle circostanza in cui nacque il CLN nel 1943.Cosa ovvia.Per noi il CLN ha un compito; far uscire l'Italia dalla zona euro e dalla Ue, ovvero liberare il Paese da un'occupazione che non è militare ma politica ed economica. Non si può farlo, vista la potenza del blocco nemico, senza unire un vasto arco di forze sociali e politiche.Per noi l'uscita dalla gabbia eurocratica è un passo verso una più radicale rottura con il neoliberismo. Riuscirà questo "CLN" una volta tirata fuori l'Italia dalla gabbia a dare vita ad un governo di coalizione deciso a mettere in sicurezza il Paese?Forse no, forse dopo la rottura il CLN si dividerà e vedremo se gli italiani daranno il loro consenso a forze nazional-liberiste o a forze socialiste popolari.

  6. Rosanna Spadini dice:

    Credo che si stia facendo un errore di prospettiva storica, perché quando ho detto che le condizioni del CLN del '43 rispetto a quelle di oggi sono diverse, volevo riferirmi ad alcuni eventi che fanno la differenza sostanziale, per cui il CLN oggi non può essere riproponibile negli stessi termini e nel concreto, ma resterà una proposta puramente astratta … infatti in quel momento della storia stavano mutando i rapporti delle forze in campo:- viene firmato l'armistizio a Cassibile- le truppe tedesche occupano l'Italia- sotto l'insorgere degli eventi l'esercito si disgrega, il re e Badoglio fuggono a Brindisi, le istituzioni si frantumano, l'Italia entra nel caos della guerra – nel Paese si trovano di fronte tre eserciti (repubblichini, tedeschi, partigiani)- nel Paese si formano tre governi (Badoglio, Repubblica di Salò, CLN)- si formano due fronti politici contrapposti: partito fascista repubblichino e tutti gli altri partiti antifascistiOggi le condizioni storiche sono decisamente diverse, quindi manca quell'emergenza storica allora esistente, quella "necessità storica" che risponde alla disperazione degli eventi e che determina le svolte politiche più importanti. La Resistenza e il CLN nascono da queste necessità storiche, solo in quel contesto sono nate e non ci sarebbero state se non fossero accaduti quegli eventi.Oggi le istituzioni sono ferme e salde in sella, le forze politiche operano in un contesto apparentemente democratico, i consensi sono ancora in buona parte rivolti al partito di maggioranza, l'emergenza politica esiste solo per una minoranza pensante, gli organi di stampa depistano continuamente l'opinione pubblica su false informazioni, e comunque anche nel caso saltasse il sistema, solo una nuova classe politica potrebbe rinnovare le sorti del Paese, perché la casta corrotta che ha responsabilità storiche di scelte eurocratiche non potrebbe avere la giusta legittimazione etica per compiere il transito … infatti troppo collusa con i potentati d'interesse, troppo compromessa con il sistema neoliberista, troppo ipocrita per una onesta e autentica lotta politica, troppo implicata nei mille rivoli dell'affarismo delle privatizzazioni, del malaffare e della svendita del Paese. Dunque com'è possibile credere ancora nella vecchia casta politica italiana, dopo che ha tradito per tanti anni spudoratamente? Com'è possibile credere in un partito come la Lega, che si è macchiato di tanti crimini euristi, ed ha firmato tutti i trattati? Com'è possibile credere in un partito come ALI, che guarda con interesse a destra, verso la Lega, FdI della Meloni ecc. … la loro sorte è segnata, saranno costretti inevitabilmente a finire nelle fauci dei soliti noti Verdini, Berlusconi … i quali mai uscirebbero, o usciranno dall'euro e dall'Europa.

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