[ 7 agosto ] «Dopo trent’anni di predominio dell’ideologia liberista, la sinistra non è scomparsa. Bisogna risvegliare nei giovani l’ardore della politica. Io penso che si debba dare un contributo perché emerga e cresca una nuova generazione che abbia vocazione per la politica e fede nel socialismo. Penso a un socialismo per Millennial [che sta per la generazione del nuovo Millennio, NdR], perché il capitalismo non è un tabù» —dal breve abstract su IBS.
Sulla sua pagina facebook, Enrico Rossi così presenta il suo libro “Rivoluzione socialista” [Castelvecchi Editore, Roma 2016, pag. 144, euro 15,00]:
«La parola giusta per me è “socialismo”, perché la politica non può essere un mestiere come gli altri e neppure una tecnica per iniziati. Se guardiamo la storia degli ultimi secoli questa parola conserva intatto il suo valore. La sconfitta della sinistra in questi ultimi tre decenni di trionfo del capitalismo e dell’ideologia liberista è consistita prima di tutto nell’accettazione del mondo così com’è».
Siccome il libro è uscito ai primi di luglio, Rossi è impegnato in un tour estivo per presentarlo.
Infatti eravamo venuti a conoscenza di quest’opera dal titolo temerario in occasione del fattaccio del 27 luglio.
Che cosa è accaduto il 27 luglio? Mentre Rossi presentava il libro a San Miniato, nel Pisano, nel contesto della locale festa dell’Unità, un commerciante infuriato lo ha assalito scaraventandogli addosso, e centrandolo in pieno, un grosso secchio di letame.
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La letamata…. |
Come gesto simbolico, questa letamata, non si può certo considerare di buon auspicio al successo dell’operazione di Rossi. Prima ancora che si cominci a discutere delle stelle del “Futuro socialista”, esso gesto, ci riporta alle stalle, ricordandoci di chi stiamo parlando, di un piddino Presidente della Regione Toscana che non è ultima a nessuna in quanto ad applicazioni di leggi e misure sociali liberiste e anticostituzionali.
Al netto della letamata, ci siamo detti, ci toccherà leggere anche questo libro. E lo faremo.
Il Corriere della Sera di oggi, 7 agosto, recensisce il libro e ci dice che è tutta un’esaltazione dell’americano Bernie Sanders, di Roosvelt, di Kennedy… e di Obama, oltre, evidentemente al santino di famiglia San Berlinguer.
Questo libro non sarà mica un’americanata?
Il sospetto è fondato visto che l’articolo in questione ci dice che Rossi non ha alcuna intenzione di uscire dal Partito Democratico, dove invece darà battaglia per le sue idee, ovvero per dare la scalata alla segreteria, visto che Renzi, se non già bollito, sta arrivando al punto di cottura.
RIVOLUZIONE SOCIALISTA…
Notiamo solo che un titolo simile, l’avessimo dato noi, saremmo stati presi, nella migliore delle ipotesi, per i soliti utopisti, nella peggiore per nostalgici dei gulag staliniani.
Che lo faccia un politicante di regime come Rossi, invece di costituire «… un contributo perché emerga e cresca una nuova generazione che abbia vocazione per la politica e fede nel socialismo», potrebbe sortire l’effetto contrario.
Noi vogliamo invece guardare per un momento al bicchiere mezzo pieno, ovvero che questo libro, per quanto superficiale ed abborracciato esso possa essere, è un segno dei tempi, il segno che la crisi storica del capitalismo neoliberista non può che risuscitare l’interesse al futuro dell’umanità, e quindi riportare in auge l’attualità della visione socialista. Quella che appunto ci appartiene.
La secchiata di letame del macellaio Cialdini, a prescindere dai motivi specifici e particolari che l'hanno originata, è la migliore risposta che si potesse dare a Enrico Rossi e anche l'unica. Al di là dei suoi surreali vaneggiamenti di "rivoluzioni socialiste", il Rossi è l'esponente di una classe sociale sfruttatrice (il pd) che usa il possesso delle leve del governo regionale e locale per cerarsi un'area di clientelismo estremamente vasta e per controllare attraverso la spesa pubblica il sistema dell'economia nominalmente privata, come usa il controllo delle banche per indirizzare i flussi di risparmio verso i propri interessi. Per questa classe sociale c'è una sola risposta da dare: va schiacciata. Illudersi di dialogare con i contenuti del libro di Rossi è una risposta completamente inadeguata, e rischia di dare corda al tranello di Rossi: tranello che lui tende in modo involontario e sincero, perché nella sua folle autocoscienza è probabilmente davvero convinto di rappresentare una alternativa allo stato di cose presente. A.C. Siena