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NO RENZI DAY: IL MEGLIO SINDACALISMO DI BASE

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Il contingente del Coordinamento “EUROSTOP”

[ 23 ottobre ]

Ieri eravamo a Roma al No Renzi Day. Un corteo variopinto e combattivo di migliaia di lavoratrici e lavoratori, provenienti da diverse parti d’Italia.
Ha fatto seguito e coronato il coraggioso sciopero generale svoltosi il giorno prima grazie anzitutto allo sforzo dell’Unione Sindacale di Base (USB).

Uno sciopero il cui successo è ancora difficile da valutare, dato che occorre qualche giorno per verificare i dati dell’adesione zona per zona, settore per settore. Uno sciopero importante tuttavia, non fosse per il suo alto valore simbolico. Esso è stato infatti uno sciopero apertamente politico, incardinato attorno a due parole d’ordine: Via il Governo Renzi e No al referendum del 4 dicembre.

Lo striscione di P101 a Campo de’ Fiori

Il peso preponderante ed egemonico dell’USB si è visto anche in piazza ieri. Senza la presenza organizzata delle migliaia di sindacalisti di questo sindacato di base il corteo sarebbe stato ben poca cosa. La difesa delle Costituzione del 1948, l’opposizione al governo Renzi sono stati i due tratti salienti della manifestazione di ieri. Non poteva essere diversamente. E anche solo per questo è stata una manifestazione che fa premio a chi l’ha promossa, quindi anzitutto del Coordinamento EUROSTOP, di cui anche l’USB fa parte.

Dal momento che il No Renzi day di ieri è stato pensato e voluto dal Coordinamento EUROSTOP si potrebbe pensare che il corteo fosse attraversato e segnato dal rifiuto dell’Unione europea e della sua moneta unica, dalla rivendicazione delle necessità di riguadagnare sovranità popolare e nazionale.
hainoi non è stato così.

Se si fa eccezione per lo spezzone che sfilava dietro allo striscione di EUROSTOP (vedi foto in alto), e per i due interventi svolti nella piazza conclusiva, quello di Sergio Cararo (a nome appunto di EUROSTOP) e quello di Fabio Frati di Programma 101 —più sotto la video registrazione— l’attacco all’Unione europea e alle sue oligarchie, ovvero a chi sta effettivamente alla squartamento delle Costituzione, è stato pressoché assente —salvo la presenza del piccolo e programmaticamente nobile contingente dei compagni di MOVeS e di alcuni amici no euro del Movimento Cinque Stelle.

Segno evidente che anche nella parte migliore di ciò che resta nella sinistra è ancora forte la presa del discorso europeista, un rifiuto, di pancia più ancora che razionale, di ogni patriottismo popolare, costituzionale, democratico.

i compagni di MOVeS

Quindi? E’ stato forse inutile partecipare al No Renzi Day? E’ stata forse sbagliata la manifestazione? certo che no. Il fuoco si fa con la legna che si ha.
La manifestazione di ieri era però la dimostrazione plastica che c’è ancora tanto lavoro da fare dentro la sinistra affinché ci si liberi di quell’internazionalismo astratto che in verità è funzionale al cosmpolitismo delle élite neoliberiste.

Il problema è che nel frattempo i processi di crisi sociale vanno avanti, assieme ai rischi di un’implosione dell’Unione. Il problema è che chi non corre al ritmo della crisi e non adegua la sua mentalità e le sue pratiche politiche, rischia di essere tagliato fuori dalle battaglie che si preparano. Il referendum del 4 dicembre essendo solo un momento di passaggio.

Se così stanno le cose sarebbe sbagliato fare dello sforzo per convertire la mentalità del corpaccione sfilacciato e spaesato della vecchia sinistra il compito centrale di questa fase. Ed infatti per noi non lo è. La manifestazione di ieri ci ha riconfermato che non è la sinistra, nemmeno la parte migliore quella che ha sfilato ieri, il luogo dove può prendere corpo un movimento politico all’altezza dei tempi.

L’INTERVENTO DI FABIO FRATI, LICENZIATO ALITALIA, A NOME DI P101

9 pensieri su “NO RENZI DAY: IL MEGLIO SINDACALISMO DI BASE”

  1. Anonimo dice:

    Non condivido questa lettura. Questa due giorni è stata pensata ispirandosi al 18/19 ottobre 2014,anche allora si fece lo sciopero generale il venerdì e il corteo il sabato. Se paragonata a due anni fa, quella di ieri non possiamo che definirla un fiasco. Due anni fa si parlava di temi reali, lotta per la casa (solo da Roma vennero 6 mila occupanti) no tav (5 autobus dal Piemonte) un blocco anarchico di 500 persone, ecc. Ieri avete voluto fare il corteo istituzionale con tematiche elettorali insulse, ci è stato esplicitamente detto che non siamo benvenuti. Raccogliete il fiasco

  2. Anonimo dice:

    E quindi dove prenderebbe corpo il movimento politiconall'altezza dei tempi?

  3. Anonimo dice:

    A tutti quelli che ancora guardano ingenuamente ed astrattamente all'internazionalismo suggerirei di leggere cosa volevano davvero i padroni non troppo occulti della globalizzazione:Clinton to discuss with Tsipras, including underscoring “the importance of staying in Euro for both geopolitical and economic reasons.”Da notare anche la cornice in cui tutto ciò avvenne, quando Clinton andò in Bosnia per l'anniversario del massacro di Srebrenica. Come se loro non c'entrassero nulla, i soliti salvatori. Fu l'america a spingere perché la Grecia non uscisse dall'euro.Che ci sia ancora qualcuno che non vuole mettere in discussione le struttura EU-USA (non EURSS e neppure Euro-Germania) è cosa grave alquanto.

  4. Anonimo dice:

    A) come anche nell'altro post Sollevazione dichiara solennemente che nonostante l'estrema urgenza della situazione a sinistra non si combina più niente. Uno gli chiede: allora che si fa, si va a destra? E loro nicchiano dicendo che sei un reazionario.B) Nel frattempo il cittadino intelligente che prima di tutto vuole che la siguazione si smuova perché solo dal casino nascono i fiori sarà costretto a votare in Francia, America, Ungheria a destra. In Italia si salva perché c'è il movimento 5 stelle che però si alleerà con la Lega quindi con i barbari.Meno male che Sollevazione non è un gruppo di imprenditori perché mi danno l'aria di quelli con poco fiuto che rimangono sempre senza una lira…Ma sono di sinistra vera, oh…portiamo rispetto…:D

  5. Anonimo dice:

    "Meno male che Sollevazione non è un gruppo di imprenditori perché mi danno l'aria di quelli con poco fiuto"Questa storia dell'impresa come paradigma di ogni cosa e dell'imprenditore come modello unico di virtù non la si può più sentire. È uno dei capisaldi del pensiero unico da svariati decenni ormai.E basta adesso.

  6. Stefano Longagnani dice:

    Chi non era benvenuto?

  7. Anonimo dice:

    Anonimo delle 23:41Guarda che non hai capito niente…So che è inutile…:D

  8. Anonimo dice:

    Copincollo la conclusione dell'eccezionale discorso di Theresa May al congresso dei Tories lo scorso 5 ottobre"But today, too many people in positions of power behave as though they have more in common with international elites than with the people down the road, the people they employ, the people they pass in the street.But if you believe you’re a citizen of the world, you’re a citizen of nowhere. You don’t understand what the very word ‘citizenship’ means.So if you’re a boss who earns a fortune but doesn’t look after your staff… An international company that treats tax laws as an optional extra… A household name that refuses to work with the authorities even to fight terrorism… A director who takes out massive dividends while knowing that the company pension is about to go bust…I’m putting you on warning. This can’t go on anymore.A change has got to come. And this party – the Conservative Party – is going to make that change."Una persona intelligente capisce che:1) il nuovo soggetto politico che si ribellerà alle élite internazionali è "la persona comune" cioè NON il proletariato o i "lavoratori"2) le istanze di questo soggetto politico le intercetta la destra, al limite i comservatori ma certamente non la sinistra3) occorre nominare un nemico; la May lo ha fatto parlando di "élite internazionali" e "persone prive di cittadinanza" quindi attribuendo un senso molto negativo all'espressione "cittadini del mondo"4) il nemico va nominato in maniera semplice e immediata perché:b) le persone che vogliono approfondire andranno al di là delle semplificazioni e comprenderanno in maniera articolata i motivi che li contrappongono a quel nemicoa) ai meno impegnati ossia quelli che non vanno a votare invece interessa avere un capro espiatorio a cui dare la colpa delle proprie disgrazie.Siccome questo capro è effettivamente colpevole ed è realmente un emico non si sbaglia a indicarglielo nonostante una certa grossolanità dell'operazioneAllora, per vedere se state facendo davvero sul serio e quanto coraggio avete: mettete una bandiera italiana ben visibile sulla testata del vostro blog e cambiare il nome in "Sollevazione Italiana".Lo so ci vogliono le palle.Se non ve la sentite lasciate perdere.Per esempio potreste censurarmi il post…occhio non vede cuore non duole…:D

  9. chiunque scriva ciò che vuole dice:

    Un successo o un fallimento ? Come per tutte le iniziative organizzate in momenti di grande insicurezza e crescente confusione, il miglior metro per valutare è immaginare l'alternativa: era meglio starsene con le mani in mano e non far nulla ? Ci sono momenti in cui più che i numeri e l'ampiezza delle adesioni conta l'esempio e il modello: e nella storia non sono mai state le masse a spingere le avanguardie ma piuttosto il contrario.Sotto questa luce si può dunque dire che si è trattato di un'iniziativa indispensabile il cui successo si vedrà da quelle che seguiranno. La situazione in Italia (ed in Europa) non è ceerto paragonabile ad un placido laghetto, quanto piuttosto ad un lurido pantano: ed anche un sassolino gettato nel pantano muove onde in tutte le direzioni e nel caso specifico il sassolino tanto piccolo non è stato!

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