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NON BASTERÀ ANDARE SUI TETTI. SE NON SE NE VANNO: AVENTINO! di Moreno Pasquinelli

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[ 25 novembre ]

Ci siamo chiesti —ma se lo chiedono tanti cittadini indecisi su come votare il 4 dicembre— se vince il NO dopo che succede? Meglio sarebbe chiedersi : “cosa dovrebbe succedere”. 

Programma 101, in perfetta solitudine ha avanzato la proposta: subito al voto!
Leonardo Mazzei, fine analista politico, spiegava bene il senso di questa posizione

«Ridare la parola ai cittadini è dunque la prima cosa da fare. Abbiamo già scritto che: “Qualsiasi Parlamento, eletto sull’onda del NO, sarà più degno di quello attuale di nominati e voltagabbana. Meglio andare subito ad elezioni anticipate che dare ai poteri forti il tempo di riprendersi dalla batosta e di congiurare in segreto per rimpiazzare Renzi con un altro loro fantoccio”».

La conferma della giustezza di questa posizione è arrivata presto. Silvio Berlusconi, in agguato, ha ieri affermato a Fatti e Misfatti su Tgcom24:

«Non credo che mai il presidente della Repubblica potrebbe consentire delle elezioni con l’Italicum, con questa legge elettorale perché avremmo il rischio di ritrovarci il Movimento Cinque Stelle e Grillo al governo.  Dobbiamo trovare un modo condiviso per scrivere una nuova riforma costituzionale e una nuova legge elettorale».

Nessuno meglio dell’ex Cavaliere poteva esprimere meglio i desiderata dei grandi gruppi economici e dei loro lacchè politici: impedire in ogni modo elezioni subito che porterebbero al governo i 5 Stelle, quindi un nuovo inciucio: metter su un nuovo governo di “larghe intese” per prendere tempo, tranquillizzare i “mercati” e fare una legge elettorale che consenta ai suddetti lacché di non essere spazzati via. Proprio come esigono i poteri forti.

Possiamo dunque essere sicuri che il Presidente Mattarella raccoglierà l’invito, dando l’incarico a qualcuno (a noi oggi segreto, ma LorSIgnori, in camera caritatis, hanno già deciso chi debba essere) per annullare gli effetti dirompenti di una vittoria del NO.

Seppure in ritardo, le zoppicanti forze dell’opposizione parlamentare hanno capito quale sia la minaccia, e la posta in palio. Non solo Lega Nord e Fratelli d’Italia ma pure i Cinque Stelle, da una posizione imbelle —”si faccia un governo istituzionale di scopo per una nuova legge elettorale—,  per bocca dello stesso di Maio, si siano decise a chiedere elezioni subito.

E’ una notizia confortante. E’ anzi un’ottima notizia.

Viene quindi, dopo la prima domanda —che fare se vince il NO e i partiti di regime si arrogheranno la facoltà di restare al potere?— la seconda: cosa dovrebbero fare le opposizioni parlamentari se ciò accadesse. Questa la sola risposta seria se sono opposizioni serie: dovrebbero fare un nuovo Aventino: invece che tenere il moccolo ai dominanti, quindi assistere inermi ad un nuovo golpe bianco, dovrebbero abbandonare i lavori parlamentari, e riunirsi da altra parte.

Solo un gesto di contundente, di alto valore simbolico, morale prima ancora che politico, potrebbe non solo salvare la faccia a queste opposizioni, salverebbe l’onore del Paese e del popolo italiano il quale, votando NO, avrà delegittimato non solo Renzi, ma tutto l’establishment politico, tutto il blocco della conservazione sociale, compresi i loro potenti sponsor esterni.

Ci dicono: “Una tale rottura sarebbe avventuristica, sarebbe scegliere il tanto peggio tanto meglio”.

Sbagliato, mille volte sbagliato!

Avventuristico e suicida sarebbe riconsegnare a LorSignori il pallino in mano, dare loro tempo per attuare le loro trame oligarchiche. Peggio ancora: sarebbe un gravissimo tradimento della volontà popolare espressasi nelle urne il 4 dicembre. Significherebbe diventare complici del nuovo colpo di Stato.

Un vittoria del NO indicherebbe che il blocco della conservazione —il Partito democratico renziano e le sue frattaglie— che sta portando l’Italia nell’abisso è una minoranza nel Paese, che c’è una maggioranza popolare che vuole una svolta. Sull’onda della spallata del NO elezioni anticipate sarebbero la definitiva batosta per i dominanti.

UN CLAMOROSO GESTO DI CORAGGIO! AVENTINO DUNQUE! PER CHIAMARE IL POPOLO ALLA SOLA SECESSIONE CHE ABBIA SENSO, QUELLA DAL REGIME, INVITANDOLO ALLA RESISTENZA ATTIVA, ALLA MOBILITAZIONE E, SE NECESSARIO, ALLA SOLLEVAZIONE.

ps
Per chi volesse discettare sul perché l’Aventino antifascista del 1924 finì in un fallimento, e come fare per evitarne un altro, siamo a disposizione.

4 pensieri su “NON BASTERÀ ANDARE SUI TETTI. SE NON SE NE VANNO: AVENTINO! di Moreno Pasquinelli”

  1. Anonimo dice:

    Mi sembra, caro Moreno, che ci sia una contraddizione in quello che scrivi. Se è vero che "qualunque parlamento, eletto sull'onda del No, è meglio di quello attuale". non si capisce l'indicazione di voto unilaterale per i 5 stelle, che sono al momento molto più incerti della Lega- o di qualche formazione che si dichiara comunista, come il PCI di Alboresi o il Partito Comunista di Rizzo, sull'uscita da Euro e negano quella dall' Unione Europea. In più, e questa è per me la cartina di tornasole- negano qualsiasi alleanza elettorale o politica- e questo a mio parere è che si pongono come classe dirigente alternativa di questo sistema anziché puintare a egemonizzare- come sarebbe lecito- il processo di uscita da questo sistema. In altri termini, per una forza che voglia operare da sola senza aver chiari i fini del proprio agire la deriva di tipo tsipras rischia di essere inevitabile. Diverso è il discorso di Salvini, che punta ad aggregare tutte le forze anti euro ed ha ben chiari- certo, a parole, sui fatti c'è da vedere- sia l'uscita sia dall' Euro che dalla UE, sia un contesto di alleanze internazionali che lo coadiuvi: Trump, Putin, Le Pen, Farage/May, Orban. Il sistema italicum è l'unica speranza per i 5 stelle, perché solo con quel sistema potrebbero sperare in una maggioranza da soli. Ma vale la pena rinunciare alla presenza parlamentare delle forze minoritarie, in particolare quelle di Rizzo e Alboresi, per avere qualche anno di tsipras in Italia…? Io dico di no. Se la coalizione di Salvini e Meloni non sarà egemonizzata da Berlusconi- e io penso che non lo sarà, poiché i "moderati" del centro destra puntano ad una lista di "responsabili" guidata da Parisi- io voto per loro. Oppure, per un partito comunista che mi garantisca che al secondo turno o in Parlamento si allei con Salvini e con la destra anti euro. Ma il problema potrebbe essere anche più immediato, precedente alle elezioni. Se dopo la sconfitta referendaria e di fronte allo scatenarsi della speculazione finanziaria Matteo Renzi volesse portarci fuori dall' Euro, mi sta bene anche così.

  2. Anonimo dice:

    p.s. Ho dimenticato la firma nel commento precedente: A. C. (Siena)o "alessandro Chiavacci". Gradirei che la aggiungeste. Saluti.

  3. Redazione SollevAzione dice:

    caro Chiavacci,da dove evinci, da questo mio intervento, che darei "'indicazione di voto unilaterale per i 5 stelle"?Non c'è scritto, e non le penso.Spero piuttosto ci sia la possibilità di costruire un polo politico indipendente, "populista di sinistra".Ove si andasse ad elezioni nel 2017 e avessimo sulla scheda solo i partiti ed i movimenti che abbiamo adesso, vedremo il da farsi.Fermo restando che il fattore decisivo, come sempre, non saranno le urne, ma la mobilitazione popolare —di cui l'auspicabile «Aventino» dovrebbe essere un fattore d'innesco.Non giudichiamo i partiti solo da quel che dicono, ma, anzitutto, da quel che fanno, dal coraggio con cui chiameranno il popolo alla lotta in caso di nuovo golpe.Non c'è solo la poca chiarezza sulla questione della sovranità popolare e nazionale, c'è questo paralizzante cretinismo parlamentare del quale ci si deve sbarazzare.Moreno Pasquinelli

  4. ragno62 dice:

    potrebbero dimettersi tutti questo porterebbe allo scioglimento del parlamento

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