CHI SONO DAVVERO QUELLI CHE HANNO VOTATO TRUMP? di Carlo Formenti
[ 31 dicembre ]
Formenti risponde a chi gli ha rivolto dure critiche per avere sostenuto che la vittoria di Trump è un “male minore” rispetto alla Clinton. A questi critici vorremmo segnalare la profezia di Michael Moore.
Sugli elettori di Trump si è detto tutto e il contrario di tutto: la tesi iniziale (sono stati gli operai bianchi incazzati per gli effetti della globalizzazione sulle loro condizioni di vita) è stata contestata da chi sosteneva che buona parte di quelli che lo hanno votato appartenevano a fasce di reddito medio alte.
Ma anche questa convinzione inizia a vacillare a mano a mano che divengono disponibili ricerche più approfondite. A metterla in discussione, in un interessante articolo sul New York Times, è l’analista politico David Paul Kuhn il quale rovescia il punto di vista: Trump non è stato eletto perché ha condotto una campagna sessista, razzista e ultraconservatrice, ma malgrado abbia seguito tale linea politica.
Naturalmente è vero che fra i suoi elettori la percentuale di razzisti è più elevata di quella presente nell’elettorato rimasto fedele al Partito Democratico, ma non è questo che ha determinato il risultato. Allo stesso modo in cui Bill Clinton aveva vinto le elezioni del 1996 malgrado un terzo dei suoi elettori lo considerasse bugiardo e disonesto, argomenta Kuhn, Trump ha vinto in barba alla pessima opinione che di lui avevano buona parte delle persone che lo hanno votato. Nell’uno e nell’altro caso, a determinare la scelta degli elettori —soprattutto di quelli più esposti alle incertezze dell’economia— è stata la speranza di far vincere qualcuno che avrebbe fatto i loro interessi (o almeno di far perdere qualcuno che sicuramente non li avrebbe fatti). Non a caso, Trump ha sfondato laddove Bush aveva invece raccolto poco o niente, vale a dire nelle aree del Paese più duramente colpite dalla liberalizzazione dei commerci e dalla concorrenza dei prodotti cinesi e di altri Paesi in via di sviluppo.
A quanto pare, Obama —un presidente che ha suscitato grandi speranze e delusioni ancora più grandi— non ha capito la lezione, almeno a giudicare da alcune sue dichiarazioni riportate in un articolo di Massimo Gaggi sul Corriere della Sera del 28 dicembre scorso: «Mi fossi presentato io per la terza volta, sarei stato rieletto», sembra abbia dichiarato.
si vota trump, o qualsiasi "populista", quando la sinistra non fa più la sinistra.quando appoggia le elites globaliste.quando appoggia il nazismo ukraino o salafita.quando se ne frega di operai e piccoli imprenditori.quando vive ai parioli ed è figlia di banchieri.quando guadagna milioni per un concerto o un apparizione da fabio fazio.quando sponsorizza ideologie dell'1% della popolazione (gender nelle scuole).quando criminalizza il pensare e comportarsi da maschi e femmine (99% della popolazione).quando criminalizza il mangiare carne.quando ci fa 2 maroni tanti con le lontre della kamchatka.quando impone un culto dittatoriale del malato, perverso e improduttivo ai danni del sano, normale e produttivo.quando criminalizza la famiglia e ogni legame di sangue (basi della società a partire dagli indios) in favore di una popolazione di individui-schegge-impazzite più facilmente manovrabili.quando crea neolingue e ministeri della verità che farebbero impallidire orwell e houxley.antonio (esponente della "vecchia" sinistra).