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DOPO LA GRANDE VITTORIA: CHE FARE? di Consiglio nazionale di P101

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[ 10 dicembre ]

La Risoluzione approvata dal Consiglio nazionale di Programma 101

1. Lo storico NO del popolo italiano
Il trionfo del NO nelle urne referendarie rappresenta la straordinaria vittoria di un popolo che ha saputo dire no all’attacco alla democrazia, no alle oligarchie interne ed esterne al paese, no alla martellante campagna dei media, no al ricatto della paura. E’ un fatto storico che segna l’inizio di una nuova fase aperta a grandi possibilità di cambiamento.
  1. La domanda di un’alternativa
Dopo decenni di passività, stiamo assistendo ai primi vagiti di un profondo risveglio sociale. La crisi ha scavato nelle menti e nei cuori di milioni di persone. Si tratta ancora di un sentimento informe, per certi aspetti primordiale, ma proprio per questo potenzialmente dirompente. Quel che possiamo dire – lo si è chiaramente registrato in questa intensissima campagna elettorale – è che si va sviluppando una nuova domanda politica, quella di una vera alternativa politica e sociale.
  1. Un voto di classe
Sia l’esperienza diretta che le ricerche specialistiche ci dicono che quello del 4 dicembre è stato un voto di classe. Il no ha stravinto nelle fabbriche, tra i disoccupati, nelle fasce più impoverite del lavoro autonomo, tra i giovani. Straordinario il risultato del sud (72,2% in Sardegna, 71,6% in Sicilia, 68,5% in Campania, 67% in Calabria, 67,2% in Puglia) a segnalare come il voto abbia seguito una faglia sociale approfonditasi nella crisi. Una frattura dalla quale emergono nitidamente due blocchi sociali: quello di chi ancora se la passa bene, e preferisce la conservazione; quello, maggioritario, di chi se la passa male e preme per un rovesciamento della situazione attuale.
  1. Il NO all’Europa
Tra le tante ragioni del no spicca la spinta per la riconquista della sovranità. La volontà di uscire dalla passività di fronte alle mostruosità della globalizzazione capitalistica non può non passare dal tema centrale della sovranità. Il che, nel concreto della situazione italiana, significa anzitutto rottura con l’Unione Europea, riconquista della sovranità politica e monetaria come base per una nuova sovranità popolare e democratica. Di fatto il referendum era anche sull’Europa. Non solo per il contenuto di alcune modifiche costituzionali, ma anche per il chiaro pronunciamento dell’UE a sostegno di Renzi. Quello degli italiani è stato dunque un no rivolto non solo al governo di Roma, ma pure alle oligarchie euriste.
  1. Il piano B delle classi dominanti
Di fronte al terremoto del 4 dicembre, i centri del potere politico, così come quelli del potere economico, hanno adesso un unico piano: prendere tempo, rimandare il più possibile le elezioni politiche. Tutte le mosse in corso vanno in questa direzione. Da quelle di Mattarella, alle manovre in corso nel Pd, alla pressione esercitata dai media. E’ un piano forte e debole allo stesso tempo. E’ forte, perché conta sui poteri di cui sopra, su una maggioranza parlamentare per quanto raccogliticcia, sui limiti profondi delle forze di opposizione, prima fra tutti quello di non fare davvero leva sulla mobilitazione diretta del popolo. E’ debole, perché si basa sulla minestra riscaldata delle mini larghe intese, su un modesto navigare a vista in un mare (economicamente e socialmente) in tempesta, su una maggioranza nelle istituzioni a cui non corrisponde affatto una maggioranza nel paese.
  1. I nodi economici vengono al pettine
Il piano B delle classi dominanti appare poi del tutto inadeguato ad affrontare le bufere economiche che si annunciano. Dall’Europa è già partita (da notare, il 5 dicembre…) la richiesta di un aggiustamento dei conti per 15 miliardi. Sulle banche sembra che – a fronte delle difficoltà (da noi ampiamente previste) nelle ricapitalizzazioni in corso o comunque già annunciate – stia per scattare un piano di emergenza, con tanto di intervento pubblico e di richiesta di intervento all’ESM, il fondo europeo che interverrà solo a condizione di nuovi pesanti sacrifici. E’ questo il lascito di Renzi, la cui politica del rinvio di ogni problema a dopo il referendum consegna adesso un groviglio di questioni potenzialmente esplosivo.
  1. Le contraddizioni all’interno del blocco dominante
E’ in questo quadro che vanno colte le gravi contraddizioni all’interno del blocco dominante. Da un lato la grande maggioranza dei sostenitori del piano B di anestetizzazione del Paese, dall’altro i piani di rivincita della banda renziana. Se saranno i primi a vincere verrà comunque meno la narrazione di quel cambiamento dall’alto che aveva reso forte l’ormai ex primo ministro, indebolendo così ancora di più i consensi ad una maggioranza governativa sempre più asfittica. Qualora invece Renzi dovesse in qualche modo prevalere, è ben difficile che le elezioni anticipate possano andare oltre il limite della prossima primavera. In un caso come nell’altro è urgente che chi vuol proporre un’alternativa di governo si organizzi al più presto.
  1. Raccogliere subito la spinta del popolo del NO
Sarebbe grave se la straordinaria spinta del popolo del NO non venisse raccolta in modo adeguato. I 19,4 milioni di NO sono la base di qualsiasi prospettiva di cambiamento. I comitati di base, che dappertutto sono stati il motore di questo eccezionale risultato, devono restare in piedi ed attrezzarsi alla nuova fase politica che si è aperta. Pur nella loro diversità, è da questa realtà che si deve partire. Programma 101 accoglie perciò con grande favore la decisione del Comitato nazionale per il No di promuovere una grande assemblea di tutti i comitati entro la metà di gennaio.
  1. Per un blocco costituzionale
E’ da questo passaggio che potrà prendere forma un blocco costituzionale, basato sui principi e sull’applicazione della Costituzione del 1948. Un blocco in grado di misurarsi sul terreno elettorale, con un proprio programma di governo, con una politica di alleanza con M5S.
  1. Per una proposta di governo all’altezza della situazione
Affinché la proposta di un governo popolare e costituzionale di emergenza risulti credibile, occorre che si verifichino alcune condizioni. M5S, cui spetta la responsabilità più grande, dovrà prendere atto dell’impossibilità di governare da solo, e non soltanto per ragioni numeriche. Ma la fine della sua politica di “autosufficienza” potrà essere facilitata solo dalla costruzione di un blocco costituzionale ampio, che batta ogni tentativo di mettere il cappello sul grande popolo del NO da parte di chiunque. E’ questa la condizione per arrivare ad un programma di governo, fatto di pochi ma decisivi punti (e anzitutto un piano per debellare la disoccupazione), per prendere in mano le redini del Paese in questo delicato momento della sua storia. E’ una possibilità che noi vediamo con chiarezza, che la valanga di NO ci ha consegnato, che sarebbe disastroso non cogliere.

8 dicembre 2016
Consiglio nazionale del Movimento di liberazione popolare Programma 101 (P101)

5 pensieri su “DOPO LA GRANDE VITTORIA: CHE FARE? di Consiglio nazionale di P101”

  1. pasquino55 dice:

    Nella risoluzione approvata dal Consiglio Nazionale P101 viene finalmente esplicitata la strategia delle alleanze (capitolo: per un blocco costituzionale)del movimento-partito da realizzarsi con il M5S come forza di riferimento per la costruzione di una alternativa nel nostro Paese. Io mi domando: cosa ha di così speciale M5S per essere individuato come unico blocco sociale per costruire un fronte antisistema sovranista e antieuropeo per la difesa della Costituzione? Vediamo per grandi linee:E'FORSE il movimento più coerente nel combattere il renzismo e chi lo sostiene? Nelle ultime amministrative dove M5S poteva contribuire a sconfiggere il PD si è guardato bene dal farlo(sostenendo altre candidature)anteponendo i propri interessi a quelli del Paese.E' FORSE il movimento più chiaramente antieuropeo e sovranista? Secondo quanto loro affermano il loro massimo antieuropeismo è un referendum popolare sull'euro.E' FORSE il movimento che più mette in discussione questo modello economico e sociale?La loro grande proposta di rivoluzione di questo sistema è il reddito di cittadinanza che con nomi diversi in paesi a capitalismo avanzato hanno da tempo realizzato.E' FORSE il movimento più avanzato come democraticità?Qui la risposta è impossibile darla; per una loro strategia non hanno mai detto in modo chiaro e non contraddittorio cosa pensano e cosa vogliono fare al riguardo dell'immigrazione sui profughi e sui migranti economici.E' FORSE il movimento meno liberale?La risposta la danno Casaleggio e Grillo sulla piattaforma Rousseau.E' FORSE il movimento che ha più votanti?SI.Io credo che per costruire un vero blocco costituzionale occorra cercare di riunire le forze e le idealità che la stessa Costituzione l'hanno resa possibile e seguitare ad escludere quelle forze e quelle idealità che essa stessa ha escluso: quella fascista e quella liberale.Pasquino 55

  2. Valdo dice:

    Stupefacente il precedente intervento. "E' FORSE il movimento più chiaramente antieuropeo e sovranista? Secondo quanto loro affermano il loro massimo antieuropeismo è un referendum popolare sull'euro."Frequenta meno siti sovranisti e ascolta cosa hanno detto in piazza, in Rete trovi tutti i video: il sistema euro e la stessa casta altro non sono che burattini dei poteri finanziari e l'Europa deve cambiare. Se non lo farà, non potranno che uscire ma mica lo possono dire. Il giorno dopo che dicono "fuori dall'euro" perdono metà dei voti e addio governo. Finche i media sono in mano agli euristi, non c'è speranza che la maggioranza degli italiani si schieri per l'exit, mettetevelo in testa. Quella sul referendum è la proposta che, come movimento di democrazia diretta, non possono non fare, ma è chiaro che sanno anche loro che è solo una armna di pressione e nulla più."E' FORSE il movimento che più mette in discussione questo modello economico e sociale?La loro grande proposta di rivoluzione di questo sistema è il reddito di cittadinanza che con nomi diversi in paesi a capitalismo avanzato hanno da tempo realizzato."Sono antiliberisti, non anticapitalisti. Mi pare che di questi tempi (anzi, per quanto mi riguarda, anche in altri tempi) sia più che sufficiente. O pensi di fare la rivoluzione proletaria in Italia nel 2016? Hanno parlato migliaia di volte anche di banche pubbliche, nazionalizzazione degli istituti in crisi, monete complementari, smantellamento delle partecipate per riportare i servizi essenziali in mano pubblica, però naturalmente sovranisti e sinistrati non si degnano di leggere le loro proposte di legge nè di vedere su Facebook i video dei loro discorsi, quindi non sanno neanche che cosa il M5S propone (e si fermano al RdC, ovviamente bollandolo come iperliberista, quando proprio oggi Di Battista ha chiarito che si tratta di una scelta necessaria perché non è che l'economia ripartirebbe in quattro e quattrotto.. e a chi non ce la fa qualcosa bisogna pur dare)."E' FORSE il movimento più avanzato come democraticità?Qui la risposta è impossibile darla; per una loro strategia non hanno mai detto in modo chiaro e non contraddittorio cosa pensano e cosa vogliono fare al riguardo dell'immigrazione sui profughi e sui migranti economici."Ancora una volta: non l'hanno detto solo perché non siete informati e non andate alla fonte. Anche sul tema sono uscite proposte chiare: stop alla partecipazioni militari, stop alle vendite di armi, si all'asilo politico, quote da discutere in sede europea abolendo Dublino. Hanno detto più e meglio degli altri ma non le troverete queste cose nè su Repubblica, né sul Manifesto né su Riscattonazionale.it.

  3. Valdo dice:

    "E'FORSE il movimento più coerente nel combattere il renzismo e chi lo sostiene? Nelle ultime amministrative dove M5S poteva contribuire a sconfiggere il PD si è guardato bene dal farlo(sostenendo altre candidature)anteponendo i propri interessi a quelli del Paese."Eh? Cosa dovevano fare, non ho capito."Io credo che per costruire un vero blocco costituzionale occorra cercare di riunire le forze e le idealità che la stessa Costituzione l'hanno resa possibile e seguitare ad escludere quelle forze e quelle idealità che essa stessa ha escluso: quella fascista e quella liberale."Secondo te i liberali non c'erano alla Costituente? Ma che cavolo stai dicendo, cos'era Einaudi, uno stalinista? Se parli dei liberisti, ti avviso che c'erano pure quelli e che il M5S è meno liberista degli altri, esclusa la sinistra radicale.Conclusione: ci sono tantissime persone a sinistra che parlano dei 5 Stelle senza sapere che cosa sono perché, come i piddini, non fanno lo sforzo di conoscerli e si abbeverano alle stesse fonti inaffidabilissime cui si abbeverano i fan di Scalfari. Informatevi, per cortesia.Complimenti a P101 invece per la giusta scelta. La sinistra non esiste, praticamente, sono pochi punti percentuali, e dei 5 Stelle c'è bisogno, altrimenti becchiamoci il Pd e l'euro a vita.

  4. Anonimo dice:

    ValdoMa infatti, hai ragionissimaLa sinistra ha rotto i coglioni e P101 deve sbrogarsi a levarsi di torno quella etichetta imbarazzanteBasta, quando uno tradisce e fallisce cosa vuoi ricostruire?C'è il movimento cinque stelle e si parte da lí.Chi non capisce lo si lasci a cuocere nel suo brodo tanto nel 2017 la storia comincerà a correre e farà piazza pulita dei babbei.P101 deve decidere cosa fare di sé stesso.Se resta a sinistra si frega.Molto semplice.

  5. pasquino55 dice:

    Due chiarimenti.Il primo: la riflessione chiesta a P101 era quella sulla giustezza della scelta di individuare in M5S l'unico blocco sociale sovranista, antisistema e antieuropeo con il quale allearsi e fare Fronte. La risposta di Valdo(a quanto sembra convinto sostenitore di M5S) può essere interessante anche se, com'è nello stile grillino molto rozza, non sapendo se io sono sovranista e/o sinistrato. Potrei essere solo pensante e non convinto delle sue argomentazioni, ma, se lui ci crede, buon per lui. Quello che invece mi preoccupa sulla giaculatoria di Valdo sono i suoi complimenti finali a P101 per la sua giusta scelta "la sinistra non esiste e dei Cinquestelle c'è bisogno". Se basata su questi presupposti, congratulazioni per questa idealità né di destra né di sinistra, buonista, tutta rivolta alla presa di potere per farne poi, forse come in Grecia?Il secondo, il più importante, ci dovrebbe illuminare la strada sulla quale camminare per difendere la nostra sovranità e la nostra libertà: la Costituzione. E' vero, come dice Valdo, che nella Costituente sedevano esponenti del pensiero liberale. Ma di fatto, purtroppo per loro ieri, e per i loro amici oggi, ma per fortuna per noi, le loro istanze liberali vennero respinte o annacquate in modo tale da renderle inefficaci e inutili per la ricostruzione di un nuovo modello liberale. La nostra costituzione è e resta antifascista e antiliberale e chiunque, sotto qualsiasi forma o sigla cerchi di modificare questo spirito, deve essere combattuto e additato come nemico della Costituzione.Pasquino55

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