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FACCE COME IL CULO di Emmezeta

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[ 19 dicembre ]

Mattarellum bis, come previsto. E’ questo il nuovo imbroglio all’orizzonte. Fermiamoli con la mobilitazione di massa: subito alle urne con la legge che uscirà dalla Consulta!

Tutto come da copione. Lorsignori non hanno intenzione di arrendersi. Ma siccome i consensi sono quelli che sono, rilanciano col trucco: ecco allora la riesumazione del Mattarellum in funzione anti-M5S.
L’avevamo previsto in questo articolo del 12 dicembre, nel quale fra l’altro si leggeva:
«Ma come vorranno confezionare l’ennesimo imbroglio? Al punto in cui siamo arrivati non c’è molta scelta: il ballottaggio no perché è rimasto il bicameralismo e comunque potrebbe avvantaggiare M5S; il premio di maggioranza forse nemmeno, perché ci sarà magari la bocciatura della Consulta e comunque non offrirebbe certezze al pari del ballottaggio. Che resta dunque? Ma che diamine! Resta la riesumazione della legge che porta il nome di colui che sta al Quirinale, cioè il Mattarellum del 1993. Da rivedere e correggere, beninteso, ma da quel che si vocifera lo schema sarà quello. Naturalmente chi scrive ha soltanto le informazioni di pubblico dominio, ma vedrete che cercheranno di andare a parare proprio lì».

Quel che si vociferava è adesso notizia ufficiale. Nell’assemblea nazionale del Pd, tenutasi oggi a Roma, Renzi ha lanciato la sua proposta: Mattarellum, appunto, è questa la nuova frontiera del sistematico imbroglio ai danni della democrazia.


Intervenendo in questa sede, con il tipico ceffo provocatorio di chi sa di stare con chi comanda, il renziano Giachetti ha detto che Roberto Speranza «ha la faccia come il culo». Ora la domanda è: perché questa sarebbe la faccia del solo Roberto Speranza e non di tutta (TUTTA, compresa la minoranza, beninteso) l’assemblea nazionale piddina a partire da Renzi e dallo stesso Giachetti?


Il fatto che il referendum abbia detto un clamoroso NO alle loro pretese, non ha ridotto l’arroganza di costoro. La Corte Costituzionale ha cassato il Porcellum perché contraddice il principio democratico della rappresentanza? «Ecchisenefrega!». Questo è stato il loro motto, che li ha portati a congegnare l’Italicum. E adesso che anche questa legge dovrà essere abbandonata, dopo la bocciatura delle urne? «Ecchisenefrega» un’altra volta. Altro che facce come il culo!
Renzi all’assemblea di ieri del Pd


Il NO della Consulta, come quello degli elettori, è stato un no alla pretesa maggioritaria di garantirsi un’ampia maggioranza disponendo solo dei voti di una minoranza. Ma a loro il principio democratico “una testa, un voto” proprio non va giù. Ed eccoli ad insistere, ancora, con la “nuova” idea maggioritaria. Che è poi il ritorno a quell’orribile legge da cui prese le mosse la Seconda Repubblica: il Mattarellum, appunto.


Sul perché vadano a parare proprio lì è sufficiente quanto scritto nell’articolo già citato. Ma stamane Dario Franceschini, che rappresenta al meglio l’anima democristiana (di più, dorotea) del Pd, ha confermato quanto da noi scritto. Ecco quel che ha detto:

«Credo che la proposta del Mattarellum deve essere condivisa dal partito, che dovremo provarci. Non sarà facile convincere gli interlocutori ma se non li convincessimo non dobbiamo rassegnarci al proporzionale puro che potrebbe uscire dalle sentenze della Corte costituzionale… Attraverso lo strumento della legge elettorale dobbiamo evitare che la destra italiana si ricompatti sotto le bandiere del populismo di Salvini o Meloni, ma che resti in quello spazio del post Berlusconi, uno spazio per una destra moderata, europea, che un giorno se i numeri lo costringeranno potrebbe vedere il proprio destino incrociato con il nostro». 

Il disegno è chiaro: primo, avanti tutta con il Mattarelum che è il miglior modo per fregare i Cinque Stelle; secondo, se fallissimo bisognerà escogitare qualcos’altro pur di evitare la democrazia, cioè la proporzionale; terzo, questa legge dovrà servirci non solo contro Grillo, ma anche per dividere la destra, perché la prospettiva per la prossima legislatura ha da essere quella di un’alleanza tra il Pd e le forze berlusconiane.


E bravo Franceschini! E’ così che si fanno le leggi elettorali, altro che democrazia e Costituzione! 


Ecco, dopo una simile confessione di arroganza – gli elettori hanno  deciso diversamente, ma noi ce ne freghiamo bellamente! – quale risposta dare, se non quella di una mobilitazione popolare che si accompagni ad un gesto clamoroso delle opposizioni? Aventino abbiamo detto e Aventino confermiamo. Perché solo un gesto di così vigorosa delegittimazione avrebbe la forza di chiamare a raccolta tutto il popolo del NO, di assediare i palazzi del potere, di far capire che non sono ammessi nuovi imbrogli, di andare subito al voto con la legge che uscirà dalla Consulta (che se non sarà certo come la vorremmo, di sicuro sarà migliore dell’imbroglio a cui stanno lavorando).


C’è insomma bisogno di un altro NO. No alle manovre di palazzo, no alle leggi truffaldine, no ad un sistema politico che vuol impedire – costi quel che costi – il cambiamento. E già che ci siamo, usando per una volta il decoroso linguaggio del vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, anche un bel NO a tutte le facce come il culo (a partire dalla sua) convenute oggi a Roma (mai se ne sono viste tante tutte assieme) nell’assemblea del Pd.

2 pensieri su “FACCE COME IL CULO di Emmezeta”

  1. Anonimo dice:

    L' assemblea del PD mi ricorda una vecchia battuta degli anni '60 quand' ero giovane e l' "Equipe 84" era un complesso musicale di successo:cosa fanno 42 culi messi in fila uno di fianco all' alro?Le chiappe 84!(Ma nel caso di cui sopra potrebbero anche fare le facce 42, che tanto non sarebbe possibile notare alcuna differenza)

  2. Anonimo dice:

    «Credo che la proposta del Mattarellum deve essere condivisa dal partito, che dovremo provarci. Non sarà facile convincere gli interlocutori ma se non li convincessimo non dobbiamo rassegnarci al proporzionale puro che potrebbe uscire dalle sentenze della Corte costituzionale… Attraverso lo strumento della legge elettorale dobbiamo evitare che la destra italiana si ricompatti sotto le bandiere del populismo di Salvini o Meloni, ma che resti in quello spazio del post Berlusconi, uno spazio per una destra moderata, europea, che un giorno se i numeri lo costringeranno potrebbe vedere il proprio destino incrociato con il nostro». MI spiace ferire Emmezeta ma pare proprio che la preoccupazione principale del Pd sia Salvini, non i 5 stelle. D'altronde nell'area Scalfari/ De Benedetti c'è anche chi tifa per questi ultimi. Emmezeta se ne faccia una ragione, se ha a cuore la verità.A.C.

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