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LEGGE TRUFFA 2.0: COSA BOLLE IN PENTOLA di Leonardo Mazzei

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[ 12 dicembre ]

Quello di Gentiloni è un vero «governo di scopo». Lo scopo? Fare finta che il voto del 4 dicembre non ci sia stato, prendere tempo per assorbire la scoppola dei venti milioni di NO, sbarrare la strada ad M5S con una nuova legge truffa
Mentre scrivo non si conosce ancora la lista dei ministri, tutto sommato un particolare secondario ai fini di un giudizio su quel che sta accadendo.

Nei palazzi del potere si è lavorato sodo in questi giorni. La parola d’ordine è “stabilità”. Peccato sia quella stessa “stabilità” che ha provocato il terremoto referendario, segno della potente attivazione di una faglia sociale che si pensava di poter tenere sotto controllo.


E così a Renzi succederà un renziano apparentemente senza troppe pretese. Un grigio personaggio dell’establishment, che alcuni vorrebbero si autonomizzasse da chi lo ha messo lì, giusto per arrivare al mitico 2018.


Riuscirà questa manovra della grande pancia “dorotea” del sistema politico ed istituzionale? Molti pensano di sì, anche in virtù della necessità di prender tempo da parte dell’intero blocco dominante. Personalmente sarei più cauto, perché il gruppo di potere renziano è ancora potente, e dal suo punto di vista il 2018 è pericolosamente lontano.


Ma il caos è grande anche nei palazzi che contano. Aspettiamo perciò i prossimi giorni per un giudizio più compiuto sulle contraddizioni del campo avversario. Affrontiamo piuttosto un’altra questione, sulla quale quel campo è invece compatto: quella del tentativo di partorire un’ennesima legge elettorale truffa. Se l’Italicum era stato palesemente pensato come legge ad partitum (per favorire il Pd), oggi si cerca di sostituirlo con una pacchiana legge contra partitum(per impedire che M5S vada al governo).


L’operazione non è semplicissima, perché notoriamente non tutte le ciambelle riescono col buco, come proprio l’incredibile vicenda dell’Italicum dimostra. A proposito, ma si è mai vista una legge elettorale sostituita da un altra senza essere mai stata applicata? Chissà, faremo delle ricerche, ma mi sa tanto che il Bomba abbia stabilito un record da Guinness dei primati.


Mentre nel mondo delle persone normali gli autori di un capolavoro di tal fatta dovrebbero andare a nascondersi almeno per un po’, in quello dei potenti gli stessi autori della porcata n° 1, chiamata Italicum, stanno già trescando per disegnare una porcata n° 2 che sia all’altezza della prima. Il nome della prossima genialata non è ancora noto, ma di certo i cultori del latinorumsono già all’opera.


Qualche giorno fa alcuni organi di stampa hanno provato  a definire il tentativo in corso come un sistema elettorale semi-proporzionale. Il trucco è fin troppo manifesto: un sistema è proporzionale o non lo è. Se invece è “semi-proporzionale” vuol dire soltanto che è maggioritario, anche se non è ancora chiaro in quale misura vorrà e/o potrà esserlo.


Ma la parola “maggioritario” è oggi meno pronunciabile di un tempo, ecco perché si ricorre allora a definizioni così vaghe.


Dietro a questa nebulosità lessicale c’è però un concetto ben chiaro: lorsignori faranno di tutto per partorire la legge più sfavorevole che si possa immaginare per M5S. Una legge che possa invece favorire un futuro governo Pd-Forza Italia. Il “semi-proporzionale” di cui si parla sarebbe infatti il frutto dell’accordo, tanto segreto da farne scrivere tutti i giornali, tra Renzi e Berlusconi. Insomma, una sorta di Patto del Nazareno 2.0.


Ma come vorranno confezionare l’ennesimo imbroglio? Al punto in cui siamo arrivati non c’è molta scelta: il ballottaggio no perché è rimasto il bicameralismo e comunque potrebbe avvantaggiare M5S; il premio di maggioranza forse nemmeno, perché ci sarà magari la bocciatura della Consulta e comunque non offrirebbe certezze al pari del ballottaggio.


Che resta dunque? Ma che diamine! Resta la riesumazione della legge che porta il nome di colui che sta al Quirinale, cioè il Mattarellum del 1993. Da rivedere e correggere, beninteso, ma da quel che si vocifera lo schema sarà quello. Naturalmente chi scrive ha soltanto le informazioni di pubblico dominio, ma vedrete che cercheranno di andare a parare proprio lì.


Dal punto di vista della casta (intesa correttamente in senso lato, non solo come assieme di un ceto politico avvinghiato al potere) una riproposizione di un neo-Mattarellum è l’ideale. Vediamo rapidamente il perché.


In primo luogo, un sistema basato sui collegi uninominali è di per se maggioritario senza per questo ricadere platealmente nelle sentenze di incostituzionalità sui premi di maggioranza. Concettualmente è un’aberrazione, dato che l’effetto di disproporzionalità potrebbe anche essere maggiore, ma senza dubbio così ci verrebbe venduto dal corale canto dei media che ben conosciamo.


In secondo luogo, e qui c’è la ciccia, il voto in collegi uninominali favorisce i partiti più radicati nel potere locale, che possono mettere così in campo – in una partita estremamente personalizzata – i loro boss, con le loro promesse e le loro clientele. Inutile dire chi favorisce un tale sistema. Ancor più facile comprendere come M5S ne verrebbe penalizzato.


In terzo luogo, quel sistema favorirebbe la rinascita delle coalizioni. Come farle rinascere, infatti, senza il collante del premio di maggioranza nazionale? Semplice, con un premio di maggioranza collegio per collegio. Questo trucchetto torna comodo non solo per isolare i Cinque Stelle, ma anche per dividere le altre opposizioni. Torna ad esempio molto comodo a Berlusconi (ma anche a Renzi) per spaccare la Lega tra la tendenza lepenista di Salvini e quella accomodante del duo Bossi-Maroni.


In quarto luogo, un sistema siffatto consente di aggirare il nodo delle preferenze, che non piacciono né a Renzi né a Berlusconi. I parlamentari verrebbero infatti eletti in parte direttamente nei collegi uninominali (quindi senza preferenze), ed in parte in liste bloccate (anch’esse senza preferenze) preposte ad un recupero proporzionale da quantificare.


Fermiamoci qui sugli aspetti tecnici ed andiamo al dunque: è mai possibile tollerare un simile tentativo? 


E’ mai possibile che la valanga di NO del 4 dicembre possa venire aggirata da un simile imbroglio? Quel che è certo è che ci proveranno. Il governo Gentiloni è lì per questo.


E il popolo del NO? Non solo gli elettori, ma i comitati e tutti quanti si sono impegnati nella campagna elettorale, cosa intendono fare?


Stare a guardare non è possibile. M5S ha annunciato la mobilitazione ed un possibile ricorso a forme aventiniane di protesta. Noi da tempo diciamo che occorre votare subito, e che se ciò verrà impedito occorre lasciare soli in parlamento gli autori di questo sopruso. Aventino dunque, come gesto clamoroso in grado di marcare l’abisso che separa l’arroganza delle èlite dai bisogni del popolo.


La lotta dunque continua e la mobilitazione deve scattare da subito. Altro non c’è da dire.

Un pensiero su “LEGGE TRUFFA 2.0: COSA BOLLE IN PENTOLA di Leonardo Mazzei”

  1. Anonimo dice:

    E i ministri hanno già giurato. La costituzione che, a sentir lorsignori, impedisce la necessaria rapidità dell'azione politica non gli ha certo impedito di rifare il governo in una settimana.

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